venerdì 30 ottobre 2009

Una risorgiva a caso: Il Varmo















IL VARMO
Ci troviamo in una delle le zone di “risorgiva” più caratteristiche del Friuli, nelle “Terre di Mezzo”.
Questa zona è caratterizzata dalle acque di risorgiva, sorgenti di acqua limpida e pura che zampilla durante tutto l’anno, ad una temperatura quasi costante oscillante dai 12 ai 16 gradi C.
Uno dei fiumi di risorgiva è il “Varmo” e scorre nei Comuni di Camino al Tagliamento e di Varmo.
Questo fiume nasce da tante piccole fonti, forma piccoli rigagnoli che a loro volta si ingrossano lungo il percorso formando diverse “rogge”.
E’ un ambiente incontaminato e di particolare bellezza con un Varmo “leggiadro” e “vivace” che fu in grado di ispirare e suggestionare persino Ippolito Nievo che così lo descriveva :

(…) Nel mezzo di questo territorio da parecchie sorgenti, che forse pigliano vita per sotterranei meati dal vicino Tagliamento, sgorga una vaga riviera la quale chiamano il Varmo, ed è così cara e allegra cosa a vedersi, come silvestre verginetta che non abbia né scienza, né cura della propria leggiadria.(...)

Una prima roggia si forma in Comune di Camino al Tagliamento e precisamente a San Vidotto, attraversa Camino e prosegue verso Belgrado (in Comune di Varmo).
Un’altra roggia (roggia Gorizzo) si forma a Gorizzo e si unisce, nella zona di Glaunicco, a quella proveniente da Camino.
Da Glaunicco il fiume Varmo prosegue per Gradiscutta.
La “roggia di Bugnins”, il più importante affluente del fiume Varmo, nasce tra Bugnins Nuovo e Bugnins Vecchio, scende verso Belgrado ovest ed in prossimità di Varmo si unisce alla “roggia di Belgrado” proveniente dalle abbondanti risorgive della località Sentinis, ed alla Tòssina proveniente da Santa Marizza di Varmo.
Nella località denominata “Levata”, situata in prossimità del bivio che porta a Santa Marizza, dalla “roggia di Belgrado” si stacca la roggia denominata “Tamaresca”, la quale prosegue parallela al Varmo per circa due chilometri per poi confluire nel fiume Varmo al suo ingresso nella fascia golenale del Tagliamento.
Anche altre rogge si formano tra San Pietro e Santa Marizza, un rigagnolo nasce fra Gradiscutta e Santa Marizza, proseguono a sud di Belgrado dove, assieme ad altre acque di risorgiva, formano una branca ingrossata dalla roggia di Varmo.
All’altezza di Varmo le varie rogge si uniscono mentre più a sud una parte dell’acqua di questo fiume viene incanalata e successivamente, in località Poianis, viene ripartita in due canali per fornire di acqua fresca le stagnanti acque dei canali dei terreni bonificati, i cosiddetti “bacini di bonifica”.
Il fiume Varmo prosegue quindi fino a Madrisio dove confluisce le sue acque nel fiume Tagliamento.
Per un tratto di circa due chilometri, prima di entrare negli argini del Tagliamento il fiume Varmo è affiancato da un altro argine perché nei periodi di “piena” si livella alla linea del Tagliamento.
A sud di Varmo, la località denominata “Priorato” segna il limite inferiore delle risorgive.
Quasi lungo tutto il corso di questo fiume si può ammirare una rigogliosa vegetazione ed a tratti, anche il suo letto è ricco di lunghe alghe, che con la corrente ondeggiano e si stendono a pelo d’acqua, tanto da sembrare delle lunghe chiome verdi. E’ uno scenario ricco di fascino, un ambiente naturale incontaminato dove regna la pace e il silenzio, interrotto soltanto dal canto di qualche uccello o dallo scorrere dell’acqua che è piacevole ascoltare in prossimità di qualche salto o di qualche piccola cascata.
E’ un fiume dalla bellezza quasi nascosta : sembra infatti che la vegetazione presente lungo le sue rive voglia tenere riservato il suo passaggio.
Diversi pesci popolavano questo fiume tra cui il temolo, il luccio, trote, carpe, tinche, barbi, scardole, cavedani, anguille, qualche cefalo veniva pescato tra Madrisio e Varmo. Inoltre nei piccoli rigagnoli di risorgiva si trovavano i gamberi di fiume, i ghiozzi localmente chiamati “giavedons”, e gli spinarelli “spinarûl”.
Alcuni di questi pesci oggi sono introvabili o drasticamente ridotti; sono spariti gamberi e gamberetti.
Dall'abitato di Gradiscutta il fiume presenta, dal paese a valle, un corso più lento e piatto smosso di frequente dalle lingue di vegetazione acquatica, (vegetazione che nello spostamento mette a nudo il fondo ghiaioso e calcareo misto), questa vegetazione acquatica del tipo alga filiforme o grassa a fogliame piatto ed incredibilmente ricca di ogni sorta di microfauna, costituisce così un'ideale habitat per salmonidi e timallidi.
Tutto il suo percorso si trova nell'ambito del collegio n.14(Codroipo-Latisana)è uno dei pochi fiumi, anzi credo che sia l'unico, ad avere due tratti NO KILL.
Il tratto NK, (tabelle arancio con banda traversale blu) è consentita la pesca solo con la mosca artificiale con un solo amo singolo(amo ad una sola punta)senza ardiglione o con l'ardiglione perfettamente schiacciato e i pesci appena catturati, devono essere immediatamente rilasciati.
Il primo tratto NK sul Varmo parte dalla cascata di fronte al cimitero di Gradiscutta al ponte di Belgrado. Il secondo tratto parte dal ponte strada Varmo a casa guardia Consorzio.
Questo ambiente stupefacente e prezioso purtroppo non han goduto della cura riservata per secoli ai nobili Chalk Streams Inglesi.
Oggi è in gran parte ostaggio dell’agricoltura intensiva. Sulle sponde si alternano a campi di granoturco ed erba medica, roveti, fitti arbusti ed i rari residui di macchia planizia. Così a zone con facili, comodi accessi se ne contrappongono altre impraticabili. L'acqua del Varmo è acqua difficile, che di solito attira e riesce a far convivere facilmente (non si incontrano mai) due categorie di PaM dal carattere contrapposto: il contemplativo e il compulsivo. Il primo l'affronta in modo empatico: si apposta sul prato; scruta gli svogliati pesci che pinneggiano tra le mille sfumature della vegetazione acquatica in lento, costante movimento; assapora la calma del luogo, pensa come penserebbe una trota, rispettandone tempi e ritmi in attesa del momento giusto. Insomma… peggio che star dietro a una donna!
L’altro si concentra sull’azione: indossando wader di gomma affronta zone paludose, rovi, siepi invalicabili; va a “caccia” di trote, aguzzando la vista in cerca di bollate o di pesci attivi ai bordi della vegetazione, io.......... sto nel mezzo, dipende dalla giornata.
Qui come in nessun'altro posto la mosca, intesa come imitazione, assume estrema importanza, questo detto da chi fa del lancio la componente primaria della pesca a mosca. In effetti, la grossa quantità di insetti esistente in questa risorgiva anche già nel periodo post-apertura favorita dalla presenza della vegetazione subacquea, dal fondo calcareo e non ultimo dalla purezza delle acque, costringe ad una attenta analisi delle mosche da impiegare sia secche che sommerse. Inoltre l'artificiale deve assolutamente essere presentato a regola d'arte a causa della trasparenza dell’acqua.

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