sabato 26 settembre 2009

Una giornata a funghi


Una giornata a funghi con il vecju.

Egidio, oltre a farmi conoscere per primo a livello pratico la pesca a mosca, mi ha insegnato ad andare a funghi, sia per chiodini sulle rive delle rogge, sia a porcini , galletti , finferli, trombette, russole ecc. ecc. in alta montagna.
Come d'accordo alle ore 6.00 con la mitica polopesca passo a prendere Egidio, destinazione Camporosso in Valcanale Canal del Ferro alle porte di Tarvisio, giornata senza una nuvola all'orizzonte, ideale per andare a funghi.
Che funghi? Lo scorso anno sempre in questo periodo abbiamo fatto incetta di Finferli e Trombette dei morti, ma quest'anno l'annata è in ritardo e la speranza c'è di trovare almeno qualche porcino.
Il primo fungo che ho raccolto dopo un'ora di cammino in salita, un porcino e precisamente un Boletus Edulis.
Bene! La giornata inizia con buoni propositi, infatti a metà mattinata avevamo già raccolto un bel po' di porcini e qualcuno davvero grosso.
Di Finferli e Trombette, quasi zero, ma in compenso porcini e porcini. In quantità maggiore di porcini pinicola, meno di edulis.
Dopo sei ore di cammino tra discese e salita, abbiamo detto basta. In conclusione una quarantina di porcini da parte mia, pochissimi chiodini e , una manciata tra finferli e trombette. Mentre per Egidio , una ventina di porcini e mezzo cestino di funghi di varie qualità.
Anche questa volta l'allievo batte il maestro.

mercoledì 23 settembre 2009

La Peute

Gennaio di quest'anno un amico cacciatore mi ha portato in una busta di plastica le piume del petto di un germano femmina. Finalmente gli ho detto, era ora, che ti ricordassi di me.
Quelle che si trovano in commercio in gran parte non corrispondono alle misure che si desidera per costruire la mosca più famosa: La Peute, tradotto significa "la brutta"
Henry Bresson il suo inventore, non immaginava di certo che una sua "creatura " diventasse così famosa. Bella non è, ma ha un'efficacia devastante.
Cosa imiti questo artificiale informe costituito da due semplici giri di hackle di anatra femmina leggermente compresso attorno al corpo formato da un'andata e ritorno di seta gialla
non lo so.
Non so se le trote o i temoli prendono questa imitazione per una friganea in difficoltà o per una fase di schiusa, o emersione. Sta di fatto che per quanto poco sia convenzionale
dà, in certe giornate, ottimi risultati.
In acqua non è molto visibile, rimane sulla superficie per poco per poi affondare e stabilizzarsi a pochi cm sotto il pelo dell'acqua.
Trote o temoli ne vanno matti nelle misure del 16 o del 18, sia alla mattina che la sera, sia a galla che appena in immersione da aprile ad ottobre.

Ecco il Dressing originale:

Amo: standard dal 12 al 18 (ne ho fatte alcune sul 20/22)
Corpo: Filo di montaggio o floss giallo
Hackle: Piuma di petto della femmina del germano.

La piuma ripulita alla base va montata, partendo dall'occhiello, con la punta con non più di due giri.
Molto importante: la hackle va tagliata 2 mm. abbondanti oltre la curva dell'amo.

Le varianti di questa mosca sono innumerevoli e tutte efficaci, con il copo in vari colori e con alcuni giri in cdc prima dell'hackle.

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Variante in CdC

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Finalmente invece, sono riuscito a far costruire questa mosca ad Egidio, per lui una novità, novità che ha moltissimi anni sulla groppa, ma non li dimostra. Egidio la chiama "la pesgsiò" riferendosi alla pronuncia della famosissima marca di automobili francese. Usata in Kupa e non solo lo ha veramente conquistato. Gli amici del forum del sito www.tightlines.it, hanno evidenziato che con il corpo arancio è ancora più micidiale, provare per credere.

martedì 22 settembre 2009

Chironomus

Lunedì 16 Febbraio 2009 ho pubblicato questo argomento sul Forum del sito : www.tightlines.it


I Chironomidi sono Ditteri comuni, spesso presenti in grande quantità, con diffusione di vivere in ambienti molto diversificati. La maggior parte è caratterizzata da larve viventi nell'acqua sia dolce che salmastra, altre prediligono sostanze vegetali in decomposizione; possono svilupparsi in laghi di montagna, ruscelli, fiumi, risaie, cave abbandonate, piscine, lagune e perfino nelle condutture dell'acqua potabile.
Quello che a noi interessa, non solo a noi ma sopratutto ai pesci, è la quasi conclusione del ciclo vitale di questi insetti. Dopo un periodo variale, seconda delle temperature ambientali, la larva compie la mutazione in pupa, che si porta immediatemente sotto il pelo dell'acqua, da cui emerge l'insetto adulto.

Qui sotto il ciclo vitale dei chironomidi, le foto sono del Dipartimento di Biologia Cellulare e Ambientale dell'Università di Perugia:

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Quello che invece ha destato la mia curiosità è il momento più vulnerabile della pupa, l'attimo della trasformazione in adulto.
Per i pesci è il loro pranzo principale, non solo con i chironomidi ma con tutti gli insetti acquatici.

Su un blog dagli States nella sezione Swap, ho notato un'imitazione di un'emergente di un chiro tutta particolare con prova su vaschetta con acqua, mi ha incuriosito e ne ho fatte alcune.

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Dressing:

Amo: dal 12 al 16 grub
Filo di montaggio: 06 di vari colori
Coda: foam +(a piacere) cdc bianco o arancio
Corpo: strisciolina di foam colore, rosso,arancio,nero ,verde, grigio
Anellatura: filo rame, rosso o verde
Torace: strisciolina bianca di materiale per imballi 5/6 giri
Hackle: grizzly , grandi e morbidi

Nota: terminata la mosca tagliare la parte superiore dell'hackle

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Il fenomeno dei chironomidi si manifesta ai primi tepori primaverili ed è destinato via via a ridursi, sino a scomparire quasi del tutto nel mese di maggio.

Il Plumin del Norio




IL PLUMIN DEL NORIO

Il nome glielo ha dato il Meni, quando per la prima volta la vide nel mio laboratorio quattro anni fa. In realtà si chiama Netopir(pipistrello, in italiano) è una mosca di Marjan Fratnik, il grande pescatore e costruttore di mosche sloveno che quest'anno festeggia il 90° compleanno.
Marjan Fratnik, pescatore a mosca noto in tutto il mondo , creatore della famosissima F-Fly, una mosca semplice che viene identificata con l'appellativo di Cul de Canard è collaboratore di numerose riviste in varie lingue è nato il 14 aprile del 1919 a Most na Soci, la S.Lucia d’Isonzo, Italia prima della separazione dalla Slovenia.Ha studiato in Italia e Austria, e parla sei lingue: inglese, tedesco, sloveno, bulgaro e serbo croato. Più ovviamente la nostra lingua.Ha due figli. Ha vissuto fino ai primi anni ottanta in Slovenia per poi trasferirsi a Milano definitivamente.
Questa mosca la vidi per la prima volta nel 2001 su Speciale Dressing 1° supplemento della rivista Fly Line di quell'anno. La rividi di nuovo nel 2002 in un libro che ho comprato via on line, libro scritto in inglese dal titolo: Tying Flies with CDC - The Fisherman's Miracle Feather di Leon Links.
E' una mosca brutta e poco conosciuta qua da noi ma in alcuni siti austriaci e tedeschi ne parlano spesso.
Il suo dressing è molto semplice:
Amo : 10-12(per i temoli io uso 16-18)
Filo di montaggio: nero
Hackle: da tre a quattro piume lunghe ben dense di barbule
Ne costruii due o tre per prova ed erano sempre in primo piano nella mia fly box delle sedge, ma non avevo molta fiducia di quello sgorbio.
Maggio 2003 in Gacka giornata ricca di catture per tutto il giorno, dal ponte della statale al primo ponte. In un momento di stasi dove non si vedeva nessun movimento in acqua, aprendo la scatola delle sedge per sostituire quella danneggiata, mi cadde per terra un Netopir, presi quella mosca e visto che l'avevo in mano la montai per la prima volta sul terminale del 14; era tardi, il sole era scomparso e l'oscurità della sera si stava avvicinando, volevo fare gli ultimi due lanci prima di lasciare il fiume per il ritorno a casa all'indomani.
Lanciai la coda in mezzo al fiume appena sotto all'unico raschio che si trova in quel tratto, la mosca venne giù con la corrente molto elegantemente senza dragare e poi...............un botto.
In conclusione 64 cm. di trota iridea anzi un'irideona, canna rotta( il cimino), mezz'ora di combattimento e alla fine una soddisfazione unica.
Da quel giorno questa mosca ne ha fatto di strada, ha catturato in qualsiasi fiume , nella misura più piccola e di colore tan è micidiale con i temoli. Usata nel recupero come streamer fa faville. La consigliai al Meni , a Dino, a Giovanni e ad Egidio, tutti hanno catturato. Addirittura Egidio adopera solamente quella in Gacka.
A Zlatan Besic, la nota guida bosniaca, gli regalai tre o quattro mosche che subito andò a provarle sul fiume Unac. La sera a cena non ha fatto altro che parlare di questa mosca, che ha iniziato a catturare dal primo lancio fino a tramonto, ne era rimasto entusiasta dal potere di cattura di questo artificiale.
Ne diedi un paio agli amici di Bologna, da usare sopratutto in Gacka, ma loro non han creduto all'efficacia di questa imitazione, oppure si son dimenticati di costruirla e comunque quest'anno in quel fiume han fatto quasi cappotto, mentre per il sottoscritto, Egidio e il Meni, le catture sono state fatte in gran parte con questa mosca.
Il Meni , in Gacka anni fa, quando a fine giornata sopra l'ex albergo aveva davanti a sè dei mostri che bollavano e nessuna mosca funzionava, sia sommersa che a secca, anche lui come ultimo tentativo montò un Netopir e al primo lancio catturò una iridea di oltre i 50 cm..
Non si ricordava il nome della mosca ma si ricordò come la battezzò la prima volta che la vide sul mio morsetto: Il Plumin Del Norio .

giovedì 10 settembre 2009

Una sera di settembre anno 2003

Trota marmorata

Attila Killer di Roberto Messori




Racconto pubblicato su: http://www.fishingrecall.com/ (memories for flyfishers) il 23/10/2004




La roggia Castellana
Giovedì 4 settembre 2003, roggia Castellana tratto fra le frazione di Orcenico Inferiore e Castions nel comune di Zoppola in provincia di Pordenone.
La roggia Castellana, è una risorgiva ed è una delle poche acque della provincia popolata con esemplari adulti di trota marmorata . Percorso breve di pochi kilometri, con rettilinei e curve e contro curve, nasce a est della frazione di Castions , attraversa tutto il paese e si getta a nord est dell'abitato di Orcenico Inferiore sul fiume Fiume. Il tratto interessato alla pesca, dovè consentito l'uso di sole esche artificiali con ami privi di ardiglione o con ardiglione perfettamente schiacciato inizia dal ponte del cimitero di Castions al ponte della strada Orcenico Inferiore - Zoppola. La profondità media è di un metro, l'intero percorso si snoda tra la vegetazione ripariale che in alcuni punti è pittosto fitta, costringendo il pescatore ad entrare in acqua o a rinunciare addirittura all'azione di pesca, la portata non è costante e ne risente delle precipitazioni atmosferiche.
Ore 18.00, arrivo sul ponte della strada Orcenico Inferiore-Zoppola, tempo coperto e minaccia di pioggia , indecisione se pescare o no. Visto che ero lì decido di pescare e, in un batter d'occhio mi preparo; monto la canna, infilo il giubbino, i cosciali e per ultimo segno l'uscita sulla licenza.Risalgo la roggia in cerca di un"buco" per entrare in acqua, la roggia è completamente coperta di vegetazione da non riuscire a vedere l'acqua, di certo non mi aspettavo una situazione simile, ma la voglia di pescare era tanta, mancavano pochi giorni alla chiusura della stagione e questa uscita era probabilmente l'ultima.Non dispero più avanti verso monte sapevo che c'era uno spiazzo nella vegetazione, spiazzo creato dai contadini per il prelievo dell'acqua(abusivo) per l'irrigazione dei campi, ma anche quello era semicoperto dalla vegetazione, rimaneva solo un piccolo spazio di una decina di metri di sponde libere . Il livello dell'acqua era perfetto per me che avevo i stivali a coscia, acqua limpida con un fondo pieno di ranuncolo lacustre e da altre erbe acquatiche, ambiente classico delle risorgive.
Nonostante il tempo che minacciava di piovere da un momento all'altro, mi decisi di entrare in acqua, lego sul terminale lungo 7 piedi con un tip dello 0.12 un'Attila killer di Messori del 16.
Davanti a me ad una decina di metri, un pioppo posto di traverso nella roggia, creava un gorgo con una profondità di circa un metro. Il pioppo fermava tutto quello che l'acqua portava verso valle , creando così una "tana" per qualsiasi pesce, sopratutto per la marmorata, per la metà della roggia.Entrato in acqua in silenzio stavo scrutando il cielo sempre più cupo, quando all'improviso avevo scorto un piccolo movimento sull'acqua ai limiti dello sporco in piena correntina.In quel momento solo poche schiuse di effimera stavano volando sopra di me, pensai: mah! sarà una trotella. Decido di lanciare, anche perchè volevo fare almeno un lancio prima del diluvio, la macchina distava quasi a due kilometri ed ero senza il k-way.Due falsi lanci e poi la posa ad un metro e mezzo sopra del movimento che avevo intravisto. L'attila killer veniva giù con la poca corrente con un'eleganza unica, ero in un momento magico; solo in mezzo alla roggia lontano dai rumori e dal lavoro, l'unico mio interesse era per lei, mi venne in mente di quando la vidi per la prima volta sulla rivista Fly Line, fu amore a prima vista. In Gacka anche quest'anno ha fatto strage, è veramente micidiale. Nel mentre che la mosca scendeva con la corrente pensai; questa mosca si è comportata benissimo in quel difficilissimo fiume, vuoi che non faccia il suo dovere qua in un metro di acqua?Tutto questo mi venne in mente, nello spazio di tempo che la mosca stava terminando il suo tragitto, quando all'improviso sparì di colpo, l'istinto è stato di ferrare all'istante e..............fu bene.La mosca è stata rissucchiata in maniera pulita senza far rumore da un pesce che mi riportò alla realtà svegliandomi di colpo dal mio torpore. Dalla ferrata ho capito subito che si trattava di un qualcosa di grosso. Il timore di perdere quello che ho agganciato era costante nei miei pensieri pensavo al tip dello 0.12 , al nodo con la mosca, alle erbe al pioppo insomma a tutte le disgrazie che potevano capitarmi e, quando la intravvidi in mezzo alle erbe, quasi mi veniva un colpo. La trotella che pensavo che fosse in reltà era una grossa trota, con il cuore in gola stavo cercando di portarmela vicino per poi infilargli l'indice tra le branchie per portarla a riva, di guadino nelle nostre zone non se ne parla, ma dopo questa esperienza è sempre presente attaccato con la sua calamita nella parte posterire del giubbino.Lottava con forza e con una grande dignità per la sua sopravivenza, puntava dritto verso il pioppo e le erbe ferme ma la Sage 8' coda 5 è una gran canna lo sanno tutti e poi la mia esperienza oltre venticinque anni di Pam non mi potevo permettere di perdere un'avversaria così tosta.Le prime gocce di pioggia incminciarono a bagnarmi il viso, avevo dimenticato che sopra di me il cielo era diventato nero-viola per il temporale che si stava per scatenare, la trota non ne voleva sapere di alzarsi dal fondo e la mia preocupazione era il maltempo , non è bello trovarsi in piena campagna con un tempo così e aver tra le mani una canna in carbonio. La decisone era quella di portarla a riva il più presto possibile e poi battermela a gambe levate verso la macchina. Forzai al massimo la trazione per smuoverla dal fondo, alzai la canna con il braccio dx e con la mano sx incominciai a tirare la coda a più non posso, a costo di spaccare tutto. Dopo questa azione la trota incominciò ad allentare la presa e piano piano saliva a galla, man mano che si avvicinava alla superficie il mio cuore batteva a mille all'ora, era una trota marmorata, anzi una marmoratona. La lotta non finiva mai, quando ero convinto di avercela fatta, questa di nuovo puntava verso il fondo e verso il pioppo, le sue uniche ancore di salvezza, ma la mia tenacia e la mia attrezzatura alla fine han avuto la meglio. Sfinita la portai verso riva e con il dito fra le branchie l'adagiai nell'erba. Marmorata!! del ceppo del Tagliamento, immessa almeno quattro anni prima, la livrea tigrata fitta e lunga oltre una cinquantina di cm., una femmina, bella anzi bellissima misurata a spanne. Merita una foto, ma la macchina fotografica non si trova, come al solito con la fretta di partire è rimasta in bella evvidenza sopra la scrivania.Nel frattempo ero fradicio come un'anatra per la pioggia che veniva giù fitta fitta, non si vedeva una madonna a due metri, questo non mi importava una sega , la soddisfazione di questa cattura compensava tutto il resto.Slamata con cutela e ossigenata la trota lesta lesra sparì tra le erbe della roggia.Soddisfatto e senza premura sotto il diluvio presi la via del ritorno.
A conclusione un giudizio:
Roggia infrascata impossibile pescare
Poca acqua
Trote di taglia
La mia cattura?: -Ho avuto culo.

Tributo a PierLuigi Zanin

Il 20 Dicembre 2007 pubblicai questo argomento sul Forum del sito: www.tightlines.it

Per molti il nome di Pierluigi Zanin non dice nulla, ma per quelli che l'hanno conosciuto di persona, per quelli che hanno letto i suoi articoli e per quelli che hanno acquistato le sue canne, questo nome resterà sempre impresso nella loro mente. La sfiga di un male incurabile un paio di anni fa se lo portò via.
Il geometra Pierluigi Zanin
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ho avuto il piacere di conoscerlo lungo le rive del fiume Varmo tra i paesini di Gradiscutta e Belgrado in provincia di Udine. In quei tempi la pesca a mosca nel Friuli Venezia Giulia stava prendendo quota. Personaggio vulcanico con mille idee e gran conoscitore dei fiumi della regione, lo trovavi sempre circondato da pescatori a mosca e non. Lui in mezzo a loro a far valere le sue ragioni. In quei tempi la nostra regione era la meta preferita dei personaggi famosi, quelli che scrivevano gli articoli nelle riviste del settore. I vari Piero Lumini, Fosco Torrini, Giorgio Benecchi ecc, ecc, soltanto per citare qualche nome, erano di casa, alcuni di loro non nei fiumi ma nei negozi di pesca a mosca che stavano sorgendo a vista d'occhio nei vari punti strategici della regione. In quel periodo il geometra stava mettendo a punto la realizzazione di una serie di canne adatte per i corsi d'acqua della regione e non.
Ricordo un episodio avvenuto tempo fa nel prato di fronte alla Villa Manin, la Villa dista a pochi chilometri da Codroipo (UD), dove Benecchi presentava le nuove canne e precisamente le Diamondback: con i miei amici stavamo provando le canne lanciando le code sul prato, quando all'improvviso giunse una macchina, ora non ricordo che tipo di auto fosse, ma quando si fermò in una nuvola di polvere riconobbi subito l'autista mentre scendeva dalla macchina, era Pierluigi Zanin il geometra. Si avvicinò e ci chiese che cosa si stava faccendo, risposi che si stava provando le nuove canne di Benecchi, il che lo fece andare su tutte le furie e in un batter d'occhio tirò fuori dall'auto una serie di canne già montate di mulinello e con un tono di voce fermo e deciso ci disse: "Provate queste, sono fatte su un mio progetto per le nostre acque, queste sono nate qua da noi, non sono importate".
Per farlo contento provammo nel prato quelle canne, la scena era ridicola, le persone presenti in semicerchio erano in azione di pesca con le canne provenienti oltreoceano e noi tre assieme a Zanin di lato a provare le sue canne. C'era dell'imbarazzo da parte nostra, ma lui con una egoistica indiferenza verso tutti, ci spiegava a noi tre le caratteristiche delle canne e si esibiva con dei lanci tecnici davvero eccezionali. A conclusione ne rimanemmo entusiasti di quelle canne, sopratutto della 7,6 #5. In seguito, grazie ad un amico riuscii ad avere un grezzo di quella canna, la fabbrica dista a 1 km da casa. Con gran dispiacere quella canna , fenomenale per le nostre rogge, l'ho data in regalo ad un amico e tutt'ora me ne pento.
Ultimamente nelle fiere del settore era molto preso a evidenziare le caratteristiche del suo prodotto ed era facile trovarlo, era sempre a lanciare e ...........lanciare, circondato da una nuvola di appassionati e curiosi.
Gran pescatore di temoli, nel periodo buono lo si trovava a pescare nel Tagliamento,Meduna,Livenza, Varmo e Isonzo, i suoi articoli nella rivista Pesca In, mensile che con Pescare in quei tempi, fine anni 80 inizio anni 90, andavano per la maggiore, erano centrati in gran parte sulla pesca del temolo. Articoli che rispecchiano il carattere e il modo di fare del'autore e per quello che ha scritto sono argomenti che ancora oggi sono di attualità.
Molto bella e interessante era la rubrica destinata alla costruzione delle mosche. La descrizione dei Dressing e l'esecuzione del montaggio è tutta particolare fuori dagli schemi usuali, ma chiara, precisa e divertente. Sono artificiali costruiti con materiali di allora e alcuni nuovi facevano capolino per la prima volta come per esempio, il cul de canard e il gallo pardo. Mosche bellissime, che tutti i neo costruttori di allora copiavano, oggi alcuni di quei artificiali li uso ancora, sopratutto una mosca in particolare, la S.A.R.A.. A questa mosca Zanin ci teneva moltissimo, le ha dato il nome della figlia, secondo lui è una emergente di un tipo di mosca che schiude dalle nostre parti, me lo disse a Verona in fiera, quando gli confidai che con la S.A.R.A. catturai moltissimi temoli nel Gail in Austria. In quell'occasione mi tenne circa due ore a parlare della mosca, delle sue canne e dei fiumi delle nostra regione, ne sapeva una più del diavolo.
Due grandi personaggi nostrani han fatto la storia della pesca a mosca nel Friuli Venezia Giulia : Francesco Palù e Pierluigi Zanin.
Per il grande Guru dalla barba bianca e zoccoli: lunga vita, mentre per il secondo un dovuto tributo: 16 delle sue mosche qui sotto riprodotte più fedelmente vicino ai dressing pubblicati su Pesca In.
L'unica modifica di rilievo: sostituito il tipo di amo.
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venerdì 4 settembre 2009

il Temolo



























La sistematica del temolo europeo:

Ordine: Salmoniformes
Famiglia: Salmonidae
Sottofamiglia: Thymallinae
Genere: Thymallus (Cuvier, 1829)
Specie: Thymallus thymallus (Linnaeus, 1758)

Le ricerche genetiche

Le ricerche genetiche sulle popolazioni di temolo hanno mostrato che queste sono strutturate all'interno di aree geografiche al momento già molto ristrette. Le differenze tra gli aplotipi (si definisce aplotipo una combinazione di varianti alleliche lungo un cromosoma o segmento cromosomico contenente laci in linkage disequilibrium, cioè strettamente associati tra di loro-fonte Wikipedia-) del temolo europeo sono maggiori rispetto a quelle note per la trota fario e a volte superano addirittura le differenze tra le varie specie di Salmonidi. Nelle 44 popolazioni di temolo europeo finora studiate sono stati trovati 54 aplotipi diversi che sono stati classificati in otto gruppi maggiori. Uno di questi è dato dal temolo del bacino idrografico dell'Adriatico, detto anche "temolo adriatico. Un altro gruppo particolare è costituito dal temolo del bacino idrografico del Danubio ovvero del Mar Nero. Esistono tuttavia differenze genetiche anche all'interno dei gruppi finora identificati. In Baviera è stata confermata la diversità genetica di tre popolazioni separate geograficamente, così come in Francia, tra i temoli dei tre principali bacini idrografici, in Austria, tra le popolazioni di temolo a nord ed a sud delle Alpi ed in Italia settentrionale, tra i temoli adriatici di tre fiumi distinti.(Dusan Jesensek - Suzana Sumer, 2004).

Una delle più recenti revisioni della sistematica del temolo propone la seguente classificazione, che identifica cinque specie e quattro sottospecie di temolo, e pricisamente:
Thymallus thymallus, con la sottospecie Thymallus thymallus thymallus(temolo europeo)
Thymallus thymallus arcticus (Siberia)
Thymallus thymallus signifer (Alaska centrale e Canadà)
Thymallus thymallus mertensi( bacini dei fiumi Anadyr, Kamchatca, Alaska costiera)
Thymallus brevirostris (Mongolia nord-occidentale)
Thymallus nigrescens ( lago Khovsgol)
Thymallus grubei (bacino del fiume Amur)
Thymallus baicalensis (lago Bajkal)
(Pivnicka e Hensel, 1976; Schoffmann, 2000)


Distribuzione

In Europa la distribuzione del temolo ( ma in diverse acque è stato introdotto dall'uomo) va dal Regno Unito( Irlanda esclusa), ai Pirenei agli Urali e dalla Scandinavia al Nord Italia e ai Balcani, avendo quale limite estremo a sud il fiume Lu^a(che scorre a 1000 m s.l.m.) e il lago Plavko, in Montenegro, ai confini con l'Albania.
In Italia si trova in Val d'Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, è stato introdotto, fra l'altro, in Emilia Romagna, in Umbria e nel bacino del Tevere.

Descrizione generale del temolo europeo e alcune caratteristiche tipiche del temolo Adriatico

Il temolo ha una testa oblunga, i fianchi appiattiti con sfumature giallo-arancioni e coperti da grandi scaglie. In genere il dorso e i fianchi sono di color griggio-sabbia con sfumature grigio-verdi, il ventre varia dal grigio chiaro al grigio, con sfumature gialle lungo le pinne pettorali, pelviche e anali. Sui fianchi, fino all'altezza delle pinne pelviche, possono essere presenti dei punti o delle macchie nere. La testa è piccola e aguzza, la bocca situata in basso è munita di dentini sottili e forti. Il temolo ha una caratteristica pinna dorsale, lunga e alta, a raggi non ossificati e con sfumature iridate. La pinna dorsale assume un colore particolarmente vivace nel periodo riproduttivo, quando i maschi difendono il luogo della frega. Il colore della pinna dorsale è una caratteristica distintiva delle varie specie-popolazioni di temolo. Le altre pinne sono giallastre o grigiastre, con sfumature rosse, mentre la pinna caudale è forma di forca.

Il temolo adriatico.


Ha una livrea di colore verde-blu, ventre grigio-scuro e pinna caudale grigio-blu. Esso si differenzia da quello del bacino idrografico del Mar Nero ovvero del Danubio che ha il dorso e fianchi di color grigio e pina caudale giallo-rosa. Per entrambe le altre pinne sono giallo-grigie . Alcune popolazioni del temolo adriatico non presentano punti o macchie nere sui fianchi e nemmeno la macchia rossastra tra le pinne dorsale e anale, che sono invece tratti caratteristici del temolo del bacino idrografico del Danubio. Durante il periodo riproduttivo la femmina conserva una colorazione chiara, mentre il maschio diventa scuro, affumicato. Le tinte vivaci si fanno più distinte e iridescenti.( Dusan Jesensek-Suzana Sumer,2004).

Habitat: E' un pesce che vive in acque pure e limpide che presentano una bassa percentuale di sali in sospensione. Dimostra preferibilmente in quelle zone del fiume che hanno il fondo costituito da ciottoli e pietre di piccole dimensioni e dove i raschi si alternano a buche profonde.
Il temolo è particolarmente sensibbile alle alte temperature dell'acqua. Esso predilige concentrazioni di ossigeno disciolto comprese tra 7 e 10 mg./l, ed un pH tra 5,5 e 9,2.
Il temolo popola nei tratti che convivono altri pesci la trota, la spillancola e alcune specie di ciprinidi. Nel bacino adriatico in particolare convivono con il temolo il cavedano, il barbo comune, la trota, il barbo canino, il varione occidentale, la savetta e la sanguinerola .
Biologia: E' attivo sia di giorno che di notte. Nuota con grande maestria a velocità altissima. quando è in caccia si pone ai lati della corrente dove rimane immobile. Ad intervalli regolari sale in superficie a caccia di insetti.
Non usa nascondersi, si ferma sul fondo dei ghiaieti dove è nettamente visibile. Vive generalmente in branchi ma, quando è vecchio, può vivere appartato o in compagnia di qualche altro coetaneo. E' pesce dall'indole docile. Quando un pescatore si avvicina, si sposta dalla sua posizione di qualche metro per poi ritornarvi non appena il pericolo è scomparso.
Si nutre preferibilmente di larve, ninfe e adulti di insetti acquatici. E' classificato come un pesce insettivoro.
La riproduzione avviene da aprile a maggio. Le uova al momento della deposizione hanno un colore biancastro. Dopo qualche giorno diventano di un colore rosso arancio. Hanno un diametro molto più piccolo delle uova di trota, ma la femmina ne depone una quantità circa di tre volte superiore. Il tempo di incubazione si aggira sui 20-25 giorni a 7/8 gradi di temperatura dell'acqua.
S presume che la vita del temolo si aggiri sui 12 anni. Il suo peso nei fiumi italiani non supera kg. 1,200(45/50 cm.), in certi fiumi d'europa può superare i 3kg., mentre all'estremo nord della Svezia raggiunge anche i 6 kg.

La pesca.
Il temolo che pesce!
Il temolo, elegante nella sua forma, bello per i colori del suo corpo, con la spettacolare pinna dorsale che ne caratterizza la specie, ha sempre avuto una grande attrattiva su tutti i pescatori d'acqua dolce, ma particolarmente per il pescatore a mosca, il quale considera la cattura del temolo come il coronamento di un'impresa degna della massima sportività, anche se molti sono i punti interrogativi che restano da chiarire sulla vita e sopratutto sul comportamento di questo pesce nei confronti della mosca artificiale. Infatti vi sono delle circostanze in cui viene messa a dura prova non solo l'abilità ma anche il carattere del pescatore a mosca che con lui intraprende la lotta all'insegna del più elevato spirito sportivo, nel rispetto delle regole che madre natura impone a tutti gli esseri viventi.
La pesca del temolo con la mosca si differenzia dalla pesca degli altri salmonidi proprio perchè il pescatore di temoli deve trovare in se alcune predisposizioni particolari: innanzi tutto sin dall'inizio, anzi sopratutto proprio dai primi contatti con il temolo il pescatore deve ricercare in se i requisiti necessari che gli consentiranno di affrontare adeguatamente e con maggiori possibilità di successo quello che si può senza dubbio definire il più complesso dei salmonidi.
Il comportamento imprevedibile e fantasioso, che in certi momenti arriva a sconcertare anche il pescatore più esperto, sono fra le caratteristiche più straordinarie di questo pesce. Infatti il pescatore a mosca che si trova a pescare i temoli in uno di questi momenti in cui esso attacca qualsiasi modello di mosca che gli viene presentato e magari com'è solito fare proprio vicino agli stivali del pescatore, tutto ciò rende al pescatore un concetto di questo pesce alquanto errato, immediatamente sarà indotto a riconsiderare tutto quanto aveva sentito dire e letto sulle difficoltà che la pesca del temolo impone al pescatore, ma ben presto si accorgerà che un qualcosa non funziona più bene: da un momento all'altro infatti i temoli sembrano non gradire più la mosca che gli viene presentata: una risalita alla mosca, ripetuta tale e quale anche per diverse volta e poi dopo aver osservato bene bene l'artificiale seguendolo come al solito per uno spazio relativamente lungo, eccolo riscendere vicino al fondo con la massima indifferenza, senza neppure aver sfiorato la mosca che continua a discendere il filo della corrente. In questi casi la prima cosa che viene in mente al pescatore è quella di cambiare subito la mosca, "e ciò può essere anche la chiave giusta per risolvere la situazione", ma il gesto della sostituzione nel caso in esame non è altro che un'aperazione meccanica dettata più che altro dalla costatazione degli insuccessi che da un po' di tempo si stanno verificando, come se l'artificiale avesse perduto quell'effetto magico al quale ciascuno per il fascino misterioso che esso emana si compiace di credere, anzichè non alla ricerca logica di fattori contingenti come ad esempio alcuni mutamenti che si possono essere verificati e che solo, anche se non sempre, il pescatore esperto, allenato all'osservazione di quanto avviene attorno a se riesce a stabilire.
L'esperienza e l'attenta osservazione di quanto avviene sul fiume, nello svolgersi delle leggi imposte dalla natura sono in questo caso le uniche vere maestre di pesca.
Il temolo non ha un ruolo importante per la pesca commerciale, ma è invece un pesce pregiato per la pesca sportiva a mosca. In generale è considerato preda facile rispetto agli altri salmonidi. Le popolazioni del temolo sono pertanto oggetto di forte pressione in molti luoghi proprio a causa della pesca sportiva che ha contribuito a ridurne direttamente e notevolmente il numero dei pesci(pesci trattenuti dai pescatori) ed indirettamente come mortalità differita data l'elevata incidenza di pesci sfuggiti alla cattura con ferite alla bocca. Esistono molti rapporti sulla diminuzione delle popolazioni del temolo europeo a causa di eccessi della pesca sportiva. Non mancano tuttavia indicazioni che anche una pressione di pesca moderata sia nefasta sopratutto se concentrata su temoli di grande mole.
Anche se, purchè lo voglia, può esercitare una determinante, altamente positiva azione di tutela e incremento, l'uomo risulta essere il più dannoso nemico del temolo, sia come predatore sia perchè guasta, devasta e rapina habitat e acqua. Quanto alla pesca nelle acque interne, la predazione sui pesci è antica quanto l'uomo: ancor oggi, quando non costituisce più un significativo contributo alimentare, pesca dei salmonidi, temolo compreso, è praticata per diletto da un gran numero di appassionati, che pretendono di avere sempre a disposizione pesci a volontà.

Le minacce per il temolo:
- popolamento di specie ittiche alloctone e dal trasferimento di stok ittici da bacini idrografici diversi.
- catastrofi naturali
- uccelli pescivori
- degrado dell'ambiente idrico(idrocostruzioni, sfruttamento delle risorse idriche e estrazione di ghiaia)
- inquinamento
- pesca sportiva
- sport acquatici
- cambiamenti climatici a lungo termine.