giovedì 1 ottobre 2009

Il Fella



Info e cartina tratto dall'opuscolo Pesca Sportiva nell'Alto Friuli Questo grosso torrente è la mia più grande delusione. Non ci sono mai stato a pescare, le condizioni dell'acqua fino ad ora non me l'hanno permesso. Qui sotto è riportato un'articolo dal notiziario d'informazione trimestrale dell'Ente Tutela Pesca del Friuli Venezia Giulia il numero 2 luglio 2009 : PESCA e AMBIENTE.
Il testo è di Giuseppe-Adriano Moro e le foto di Moreno Missana e archivio ETP.
Il Fella è il maggiore affluente del Tagliamento ed il suo bacino occupa tutta l’area montuosa del Canal del Ferro. Il nome di questa regione si riferiva in origine alla sola valle principale,
lungo cui correva la via di commercio del ferro sia grezzo che lavorato. L’importanza del Canal del Ferro come via di comunicazione crebbe dopo la fine dell’epoca romana, sostituendo in gran parte la più antica via del Canal di San Pietro (valle del But), tanto che i Patriarchi vollero creare uno sbarramento fortificato per controllare l’accesso dalla parte inferiore della valle. Lo sbarramento era chiamato la Scluse e la struttura dette nome al centro abitato situato alle sue
spalle (in italiano Chiusaforte). Politicamente e culturalmente parlando il Canal del Ferro termina dove si trovava il confine fra i possedimenti del Patriarca di Aquileia e quelli del Principe Vescovo di Banberga. Il fiume in verità trae origine nella Valcanale, ovvero in territorio storicamente
germatico, ben più a monte del confine storico di Pontebe - Pontafel (Pontebba).
Il Fella nasce come un piccolo torrente che scende dal versante meridionale delle Alpi Carniche nel loro estremo tratto orientale. A tutti gli effetti il corso d’acqua indicato formalmente
come Fella non è il maggiore fra i torrenti che costituiscono il reticolo idrografico di testa del
bacino. Probabilmente avrebbe maggior diritto di essere considerato come tratto iniziale del fiume il torrente Saisera, che dal versante settentrionale dello Jôf di Montasio percorre la valle omonima procedendo verso Nord, fino ad incontrare il solco orientato E-O della Valcanale presso Valbruna.
I luoghi in cui il Fella nasce sono particolarmente tormentati dal punto di vista geologico e questo non manca di fornire un carattere particolare al corso d’acqua. Le Alpi Carniche si presentano con aree sommitali dolci, costituite da arenarie del Paleozoico, contornate a Sud da dolomie del Mesozoico fortemente fratturate. La così detta Formazione di Lusnizza in particolare è costituita da dolomie cariate molto friabili, fortemente fratturate ed alterate, su cui si formano un grande numero di solchi superficiali, simili a calanchi. I torrenti che scendono dalle Carniche in genere
tendono a formare profonde forre che precipitano rapidamente sul fondovalle del Fella, creando grandi conoidi. Queste forre sono in grado di incanalare l’acqua in modo tale da consentirle di raggiungere la valle con un grande carico di detriti ed una notevole velocità. Questa caratteristica
del territorio fu fatale nell’agosto 2003, quando una precipitazione eccezionale provocò una delle più disastrose alluvioni che si ricordino nella Valcanale e lungo il Canal del Ferro. I torrenti del versante Alpi Giulie sono ripidi, ma molto più brevi, con bacini di minore superficie rispetto a quelli delle Alpi Carniche e la violenza delle loro piene è inferiore. Ad ogni modo, fra Valbruna e Pontebba il Fella scorre su un letto ghiaioso originariamente ampio, sconvolto dall’alluvione prima e da lavori di sistemazione poco rispettosi delle esigenze dell’ambiente dopo. Il fiume oggi scorre su un letto dalla morfologia profondamente modificata dall’azione dell’uomo ed in parte isolato dal territorio circostante. Questo lo rende ovviamente poco abitabile per la fauna ittica, che non trova riparo in un letto troppo regolare (a tratti il Fella viene ironicamente definito “un tavolo da biliardo”). Il lavoro per restituire al Fella il suo assetto naturale (ferme restando le necessità di sicurezza) sarà indubbiamente lungo. Una curiosità riguarda le comunità che vivono lungo le rive del fiume: fino ad anni recenti gran parte delle famiglie erano trilingui, dato che in questa zona si utilizzavano comunemente il tedesco, lo sloveno ed il friulano. Oggi la popolazione si è in gran parte uniformata nell’uso della lingua italiana.
A valle di Laglesie San Leopoldo/ Sankt Leopoldt, il letto tende progressivamente a restringersi, così come l’intera valle. A Pontafel il Fella scorre in un canale unico e dopo avere ricevuto il contributo del torrente Pontebbana piega improvvisamente verso Sud, con una delle sue tante curve generate dai movimenti tettonici di questo settore delle Alpi.
Il Fella ora scorre in un ampio canyon dall’andamento sinuoso, dove hanno trovato sede le vie di comunicazione:
una strada romana, la Strada
Statale, l’Autostrada A23, la prima
ferrovia Udine - Tarvisio ed il nuovo tracciato ferroviario.
I centri abitati sono pochi e di piccole dimensioni.
Si tratta più che altro della sede di comunità che operavano nel commercio o nella produzione e trasformazione del ferro. La realizzazione dell’autostrada ha avuto l’effetto di isolare questi centri abitati dal flusso principale sia turistico che commerciale.
Sopra le pareti che contornano il fondovalle, si estendono territori un tempo solcati da una fitta rete di sentieri, con terrazzamenti utilizzati per un’agricoltura povera e stavoli destinati ad ospitare chi lavorava sui monti.
Il torrente Dogna, che proviene dall’omonima valle che scende ad Ovest del massiccio del Montasio, si congiunge da sinistra al Fella proprio al centro del tratto più stretto e sinuoso della valle, che si estende fino all’antica Scluse, quindi il fiume prende spazio fra Raccolana e le ville di Chiusaforte, ricevendo da sinistra il contributo del torrente Raccolana/Raklanic.
Qui il Fella ha nuovamente un ampio alveo ghiaioso, in parte occupato dall’autostrada, scorre formando più canali intrecciati e muta direzione puntando in modo deciso verso Ovest. Un nuovo restringimento si trova a valle di Villanova di Chiusaforte, dopo un’ulteriore svolta che prelude al nuovo tratto di canyon. Da destra sbocca sul Fella il canyon laterale del rio Simon, con le sue spettacolari e tormentate forme rocciose. Il fiume scorre a canale unico, viene attraversato dalla
strada e quindi torna ad aprirsi in una valle sempre più ampia. Il letto del Fella diviene molto ampio a di fronte a Roveredo ed il fiume scorre a canali intrecciati prendendo tutto lo spazio che l’autostrada gli concede.
Un breve restringimento viene provocato dalla rupe su cui sorge Moggio, a valle della confluenza con il Resia da sinistra e l’Aupa da destra, quindi con un’ulteriore ampia svolta il fiume si dirige a Sud con un alveo sempre più ampio verso la confluenza col Tagliamento, che avviene
presso Carnia.
Il Fella è popolato tipicamente da specie ittiche microterme, in particolare da Salmonidi, temolo e
scazzone. Il Salmonide indigeno caratteristico è la trota marmorata, che nel Fella assume una colorazione particolarmente chiara, con livrea dal disegno poco marcato, come si conviene per garantire un adeguato mimetismo sui fondali candidi del fiume. Anche lo scazzone, maestro
di mimetismo, ha una colorazione caratterizzata da diverse tonalità di grigio, con chiazze che lo fanno apparire simile ad un mucchietto di sassi posato sul fondo.
Il temolo trova nel Fella, in particolare a valle di Pontebba, un ambiente ideale, grazie all'ampia disponibilità di tratti dove l'acqua scorre in lame alternate a buche profonde e tranquille. Questa è forse la specie ittica che ha sofferto maggiormente le conseguenze dell'alluvione e dei successivi lavori in alveo. Il temolo infatti si ciba esclusivamente dei piccolo invertebrati che cattura nella corrente ed è noto a tutti i pescatori a mosca che con l'acqua velata o torbida il temolo non caccia (non può vedere le prede).

Il Fella è sempre affiancato da vie di comunicazione, in alcuni casi tuttavia non è semplice accedere all’alveo, in particolare dove le sponde sono state rinforzate dopo l’alluvione.
In generale il modo migliore per esplorare questo corso d’acqua è abbandonare l’autostrada all’uscita di Amaro e seguire la statale verso Tarvisio. Il Fella viene superato su un ponte, che conduce verso Carnia, quindi si imbocca la strada per l’Austria ed il fiume si trova alla nostra sinistra. Qui l’alveo è ampio e ghiaioso, ci sono molti varchi per raggiungere i filoni attivi del Fella e le difficoltà non sono mai rilevanti, piuttosto sulla grande spianata è difficile pescare, a meno che non si stia dando la caccia ai temoli a mosca.

Un buon modo per arrivare al fiume senza problemi è quello di attraversarlo sul ponte di Moggio, quindi scendere a Campiolo dove gli accessi sterrati non mancano. L’accessibilità diventa un po’ meno ovvia a monte di Moggio, dove l’autostrada si infila fra la strada statale ed il fiume.
Esistono un paio di varchi di servizio che possono essere utilizzati per raggiungere l’alveo, un po’ meno ampio che nella zona precedente.
Dalla riva destra l’accesso è possibile dalla strada che attraversa Ovedasso, ma sicuramente è molto più scomodo che dalla riva sinistra nei pressi di Resiutta. Un buon accesso è possibile dove la valle si stringe, presso il ponte Peraria, poco a valle del bivio per Roveredo, dove la strada passa sulla riva destra del fiume. Poi gli ingressi sono più rari, fino a Chiusaforte, dove l’alveo è
raggiungibile a patto di aggirare il grande muro di contenimento che sorregge la strada statale. Dalla riva destra (Raccolana) si scende spesso con più comodità. Nel tratto fra Chiusaforte e Pontebba la valle è stretta e di conseguenza gli accessi comodi non sono numerosi.
I lavori di sistemazione che hanno seguito l’alluvione del 2003 hanno creato diversi problemi in tal senso, ma qualche accesso si trova sempre, proprio perché è servito a fare entrare in alveo le macchine operatrici.
A Pontebba accedere al fiume è facilissimo, basta scendere lungo una rampa che si stacca dalla strada statale poco a monte del palazzo del ghiaccio. Da San Leopoldo in poi le cose migliorano, anche se lo stato in cui è attualmente ridotto il fiume non invoglia molto alla pesca od a passeggiate sulle rive desolate e martoriate dagli scavatori.
Ai sensi del Calendario di Pesca Sportiva il fiume Fella rientra nel Regime Particolare 3, che prevede l’uso di ami privi di ardiglione. In particolare nei seguenti tratti sono consentite
solo le esche artificiali:
• dalle sorgenti alla confluenza col
Rio degli Uccelli (Pontebba);
• dal ponte della strada comunale
in località Prerit (Dogna) a valle
fino alla confluenza col Rio
Cadramazzo (Chiusaforte);
• dal ponte di Peraria (Chiusaforte)
a valle fino alla confluenza
con il torrente Resia (Resiutta);
• alla confluenza col torrente
Glagnò fino alla confluenza col
fiume Tagliamento.

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