venerdì 27 novembre 2009

Di nuovo a carpe










L'appuntamento con Meni era alle 13.30 presso il lago di Suzzolins. Con Egidio lo abbiamo raggiunto in perfetto orario mentre stava scaricando dalla cabina del suo autocarro tutto il necessario per pescare . Bevuto il caffè fatto i permessi ci siamo posizionati nelle postazioni nei pressi dell'ex vaporetto.
Giornata nuvolosa ma calda senza un filo di vento, l'acqua era perfetta, pulita senza una foglia in superfice.
Ho inaugurato la canna nuova una comperata per l'occasione : Vision 3 zone saltwater 9' #8, ma avevo in bobina una coda del #7. Pasturato come al solito con pane vecchio e con l'aggiunta di biscotti(ricetta del Meni), inescato la ormai famosissima bread fly(mosca pane) ci siamo messi a pescare.
I risultati non sono fatti attendere, per primo il Meni con una bella carpa a specchi sui4/5 kg., poi io con una piccola carpa, Egidio non voleva esser di meno anche lui una bella carpa a specchi.
Poi di nuovo io con una carpa a specchi non di grossa entità. Il Meni dopo un po' che non si prendeva niente ha fatto strike con una bestiola a specchi da far invidia.
Eravamo quasi alla fine della pescata, il buio era incombente e le carpe mangiavano in superfice il pane che noi avevamo lanciato come pastura quando , dopo aver cambiato posto, la coda mi partì a razzo. Ferrai e questa incominciò a tirare come un treno e a girare al largo portandomi fuori tutta la coda e il backing. A buio pesto dopo una 15dicina di minuti finalmente la portai a mira di guadino che Egidio con gran maestria la spiaggiò sul lettino di gommapiuma.
Foto di rito e tutti contenti.
Considerazioni: eravamo soli in tutto il lago e questo è raro, la canna che ho appena acquistato ha fatto benissimo il suo dovere, il Meni è un gran pescatore e io e Egidio ci siamo convinti che nel periodo invernale è meglio andar a pesca in lago che star seduti davanti al PC o alla televisione.

lunedì 23 novembre 2009

Una mezza giornata di pesca al lago












La mosca pane "breadfly"

1. tagliare 30 cm. di nylon dello 0.30 e fare un cappio ad una estremità.
2. tagliare due pezzetti da 2 cm. circa di yarn bianco, infilarli nel cappio e
stringere.
3. infilare l'altra estremità del nylon tagliato allo step 1 nell'occhiello al
contrario in modo da far scorrere il nylon e posizionare il ciuffo di yarn
vicino alla curvatura dell'amo.
4. a questo punto avrete in linea il ciuffo di yarn, l'amo e la rimanenza del
nylon che passa all'interno dell'occhiello.
5. avvolgere la rimanenza del nylon intorno al gambo dell'amo fino all'inizio
della curvatura, si devono avvolgere gambo e nylon che tiene il ciuffo bianco.
6. passare il nylon nell'occhiello come al punto 3.

Foto e descrizione sono state copiate dal sito: www.associazioneilbersagliere.it

Pier, ci ha preso gusto è diventato come il Meni, gli piace molto la pesca alternativa in lago in questo periodo, quando la pesca nei fiumi è chiusa.
Ha insistito perchè ci vada assieme all'amico Egidio a provare l'emozione di una cattura come la carpa nel laghetto a pagamento di Suzzolins, una frazioncina subito dopo il paese di Cordovado sulla strada che porta a Teglio Veneto.
Armati di canne da 10' #6, mulinelli contenenti code del 6 e terminali sui 3 m. con tip dello 0.20, tutto questo materiale deriva da due kit per la pesca a mosca che la Decathlon ha in vendita e che io e Egidio abbiamo acquistato per pochi eurini circa un anno fa, in un giorno che non avevamo un c...o da fare se non andare in giro per i centri commerciali.
Con mezzo sacco di pane vecchio, abbiamo raggiunto Pier che stava già pescando ed aveva già spiaggiato una carpa di discrete dimensioni, ci siamo posizionati vicino a lui e con molta gentilezza ci ha spiegato e fatto vedere come si costruisce una mosca pane(breadfly).
Preparato l'esca abbiamo incominciato a pasturare con il pane e con il granoturco,quello confezionato in barattoli, in vendita sul barcone(un ex vaporetto veneziano) adibito come bar e negozietto per la pesca da parte del proprietario del lago, il luogo dove le carpe stazionano di solito.
Quando tutto era pronto finalmente io e il vecju abbiamo iniziato ad lanciare la coda con la mosca pane sul luogo della pasturazione. Al secondo lancio dopo pochi minuti la mia coda si tese di scatto e io per istinto ferrai di colpo.
Capii subito che si trattava di una carpa di peso dal fatto che la canna si era piegata in un semicerchio molto pericoloso, temevo che si spezzasse alla base con il manico, decisi di posizionare la mano sx sul primo anello in modo di controllare lo sforzo della canna dalle picchiate del pesce. Cosa pensavo in quei momenti: solamente alla resistenza della canna, all'efficacia del mulinello e alla legatura del terminale con la mosca pane.
Alla fine dopo una quindicina di minuti sono riuscito grazie ad un volontario con il guadino a spiaggiarla.
Non avevo mai avuto in canna un pesce così forte, mi ha fatto dannare, mi ha stressato e alla fine mi ha stremato.
Pier aveva la digitale con se e, nel momento cruciale ha scattato alcune foto. La carpa stimata da alcuni spettatori/pescatori si aggirava sui 8/9 Kg.
Volevo far il figo con la carpa tra le mani a mo' di trofeo per la foto, ma nel sollevarla questa mi scivolava in acqua ed in un lampo spariva nella profondità.

A conclusione Pier, ha spiaggiato 4 carpe e molte "partenze" di coda sia a galleggio che a fondo.
Egidio invece ha combattuto per tutto il pomeriggio con gli alberi dietro alle spalle e con le foglie cadute sul pelo dell'acqua.
Mentre io soddisfatto della cattura della mia prima carpa, ho avuto altre due "partenze" di coda e una rottura del tip in ferrata.
Prima esperienza di pesca in laghetto con pesci alternativi ai classici dei fiumi che di certo non sarà l'ultima.

mercoledì 11 novembre 2009

Considerazioni di fine stagione 3

















Fatto il bilancio delle uscite di pesca sia nei corsi d'acqua della mia regione, sia quelli oltre confine, ora si fa su quello delle mosche artificiali.
Quelle che qui sopra ho pubblicato sono le mosche che nell'arco della stagione mi hanno dato più soddisfazioni. Sono in gran parte small fly, mosche su ami picolissimi. Sono imitazioni che da alcuni anni erano racchiuse in fila ben ordinate nelle fly box e sinceramente le avevo quasi dimenticate. Sono capitate fuori per caso , mentre stavo riordinando il mio laboratorio dopo la stagione invernale. Le dimensioni delle scatolette sono piccole e sono giuste per le tasche inferiori del giubbino.Ho iniziato ad usarle da giugno fino alla fine di ottobre e, molte volte mi hanno salvato da cappotti assicurati. Le foto non sono un granchè, questo per causa della digitale(tipo vecchio) e sopratutto del fotografo. Sono un'autodidatta e questo è quello che so fare.

Considerazioni di fine stagione 2


















Il mondo della pesca a mosca non ha confini. Troviamo pescatori a mosca dall'estremo nord all'estremo sud del pianeta passando per l'Equatore. Ogni paese vanta acque che ben si prestano all'esercizio della nostra tecnica preferita.
Ma alcune nazioni sono più famose di altre: per cultura, storia, tradizione o, più semplicemente, per un puro calcolo economico. Meglio si gestiscono le acque e maggiore è l'afflusso alieutico con evidenti positivi riflessi economici nazionali.
Gli stati indipendenti dell'ex Jugoslavia, hanno ben compreso questo concetto gestionale e la fama che le loro acque han raggiunto nel corso degli anni è la prova evidente e positiva della scelte fatte.
Assieme a Egidio, Giovanni, Dino e Meni, da moltissimi anni si programma uno o più viaggi all'estero durante la stagione di pesca, viaggi di brevissima o media durata (in giornata, da un semplice week end ad una settimana o più), per recarsi a pescare su fiumi più o meno famosi, in mezzo ad una natura quasi sempre incontaminata, o quanto meno più salvaguardata che non da noi in Italia. Le nostre escursioni prevalentemente in Slovenia, Croazia e Bosnia, dove possiamo trovare ottime condizioni per la nostra tecnica, ed in alcuni casi anche pesci di ottime dimensioni, sia in fiumi conosciuti e celebrati da decenni dalla letteratura del settore.
Gacka: Rimane e rimarrà per me il fiume per antonomasia. Livelli buoni, tante catture di taglia diciamo "normale" sui 35/40 cm., pochissime da fotografia. Catturate con una imitazione che da tre o quattro anni fa il suo "dovere" il : Plumin del Norio.
Unac: Livelli un po' bassi, ma imballato di trote, qualcuna veramente degna di nota.
Kupa: A fine maggio livelli bassini, ma tanti temoli.
Sorgenti del Kupa: Per me è l'ultimo paradiso, tutti lo conoscono ma nessuno ne parla però la pacchia è finita, su Sedge e Myfly di ottobre-novembre c'è un report del direttore della rivista su un'escursione di fine agosto.
Soca: Questo meraviglioso fiume risente molto delle pertubazioni atmosferiche che riescono ad intorpidire l'acqua in breve tempo, rendendola di un color biancastro "gesso" che, man mano che il livello si abbassa, si trasforma in un colore "latte e menta". Prima che il fiume riacquisti la sua trasparenza passa un bel po' di tempo ma al ritorno alla normalità, con condizioni di luce favorevoli, la limpidezza dell'acqua permette di vedere le evoluzioni dei pesci anche in zone profonde sino a tre metri d'acqua. Settembre e quasi la prima quindicina di ottobre , proprio nel periodo migliore per il temolo il fiume non era nelle migliori condizioni. Abbiamo fatto tre uscite, due su tre sono state positive,con catture di trote iridee di taglia e temoli da fotografia, ma c'è anche da evidenziare l'altra uscita ,l'ultima, la chiusura, giornata fredda livelli alti e acqua velata una giornata da dimenticare.
Che dire di questa stagione appena trascorsa sul fronte balcanico?
Personalmente la reputo positiva, attenzione però: la moltitudine di pescatori a mosca che frequentano queste acque, ha innescato anch'essa fenomeni negativi: lievitazione dei prezzi e immissioni massicce di trote di allevamento, per la maggior parte iridee, ad uso e consumo facile che hanno ridotto notevolmente la possibilità di "incontri" interessanti. Gli stessi temoli abbondantissimi un tempo ovunque e di dimensioni ragguardevoli si sono in alcuni fiumi ridotti notevolmente e la loro taglia media è diminuita vistosamente.
Nonostante tutto, pur continuando tre o quattro volta all'anno a fare qualche "puntata" in questi luoghi è lo spirito dell'avventura che ci porta verso questi posti. Tutto questo, è chiaro, ha un valore per chi come noi unisce il piacere di una pescata a quello di sentirsi libero in un ambiente non inquinato e selvaggio.

domenica 8 novembre 2009

Considerazioni di fine stagione 1












Come ogni anno alla fine di una stagione di pesca, mi trovo a fare considerazioni ed a tirare le somme sull'attività svolta e sulle esperienze trascorse.
Questa è la stagione che mi rende triste. Il ritorno all'ora solare e le giornate che si accorciano sempre più sono fattori che causano una certa depressione.Molto probabilmente quel che incide maggiormente sul mio stato d'animo è la consapevolezza di non avere più la possibilità di sfogare pienamente i miei istinti di pescatore a mosca. Anche se qualche possibilità esiste sempre, come per esempio nei laghetti a pagamento o nei regimi particolari della nostra regione il Friuli V. Giulia. Sopratutto nel regime Particolare N.5:
RP 5: Periodo di pesca:- tutto l'anno.
Collegio 14 - Codroipo - Latisana, il tratto che interessa maggiormente è sul fiume Ghebo(tratto denominato "Ghebo Morto")da griglie d'ingresso impianto ittico Sestian a Guado prima di congiunzione con il fiume Stella. A detta del Meni è imballato di trotelle di misura, ma questo ha per me il sapore di un palliativo e per uno che considera la pesca a mosca una cosa terribilmente seria, il "tanto per" non è assolutamente sufficiente. Non riesco a più sopportare il tardo autunno e tanto meno l'inverno.
Ho messo comunque alle spalle la mia trentaduesima stagione di pescatore a mosca con la decisione che è stata un stagione veramente positiva.
Mai come quest'anno ad inizio stagione ho fatto tante uscite sui corsi d'acqua della regione. Assieme ad Egidio abbiamo riscoperto alcuni fiumi /rogge e torrenti che da anni avevamo abbandonato, una sorpresa è stato il Varmo a Gradiscutta, tante catture di taglia sia a monte che a valle del ponte(dove di solito fanno la semina prima dell'apertura), così pure il Torrente Cosa nei tratti ad esche artificiali, per non parlare del Meduna alto nel tratto del Camping a Tramonti di Sotto. E' stata un'annata positiva per i livelli dell'acqua , questo grazie alle numerose precipitazioni diluite su tutti i mesi dell'anno. Il Cellina a Barcis nel mese di luglio, uno spettacolo all'entrata nel lago, temoli da non credere, quelli con la pinna blu del ceppo adriatico.
Il Resia ha deluso le aspettative che avevo nei suoi confronti, stagione inferiore a quella dell'anno passato. Il Meduna basso è bellissimo però con i livelli alti non c'è proprio niente da fare, assieme ad Egidio abbiamo fatto due uscite con pochissime catture, temoli e trote ci sono ma quelli che fan da padroni sono i cavedani,alcuni enormi. Una sorpresa, dopo moltissimi anni di latitanza, è stato il Ghebo. Su segnalazione del Meni, io e il vecju ci siamo stati l'ultimo giorno di pesca domenica 27/09/09; tanto pesce ma quello che mi ha sorpreso è la roggia, non me la ricordavo così, una bellissima risorgiva che merita di essere frequentata più spesso.
Molti altri corsi d'acqua ci han visto protagonisti con alternata fortuna.

L'auspicio è che l'E.T.P. possa compensare in breve tempo le gravi perdite degli anni passati, con piani di ripopolamento aderenti alla qualità idrobiologica delle acque seguendo filo per filo le indicazioni delle componenti scientifiche in seno all'Ente stesso. Si sa che al giorno d'oggi la pesca sportiva vada ben oltre la semplicistica definizione di "hobby" e sia ormai diventata un'attività complessa di gestione e salvaguardia del patrimonio ittico e degli ambienti acquatici. Sono contrario al pronto-pesca, molto in voga a cavallo degli anni 60-70, dove una parte di pescatori si era abituata a catture facili, tanto da convincersi chi si poteva pescare soltanto quando si rilasciava pesce allevato artificialmente dopo che aveva raggiunto la taglia minima. Oggi il pronto-pesca è rimasto per gli ambienti molto degradati o artificiali e fa bene l'Ente favorire la riproduzione naturale delle specie ittiche e a far ricorso a tecniche di allevamento ed immisione di pesci capaci di garantire un'elevata selvaticità.