sabato 30 ottobre 2010

Chiusura stagione 2010 zona Tolmino



Al tramonto di domenica prossima (31 ottobre 2010) si chiude la stagione di pesca nelle acque interne del Friuli Venezia Giulia così pure quelle gestite dalla Ribiska-Druzina di Tolmino in Slovenia.
Anche quest'anno la stagione di pesca ai nostri amati salmonidi è arrivata al capolinea e, come ogni anno, si instaura dentro di me e credo anche ad altri moltissimi PAM, una sottile malinconia, come quando una persona cara, o un amico, se ne va e si sa che per un po' di tempo non lo si vedrà più. Pazienza, si cercherà anche quest'anno di metabolizzare il tutto in maniera veloce e positiva, cosi da non soffrirne troppo.
Da tempo avevamo preso la decisione di fare la chiusura in quel di Tolmino, avevamo i permessi in bianco da usufruire e per un motivo o per l'altro si rimandava sempre, e per non prenderlo in quel posto, il permessino costa 52 eurini, siamo partiti nonostante che il sito della famiglia dei pescatori di Tolmino pubblicasse che i livelli e la qualità dell'acqua sul Soca e sull'Idrjia erano pessimi, da evitare di andarci. Il resto dei corsi d'acqua compresi nel permesso, Il Baca e Il Tolminka erano perfetti per pescare.
Giornata splendida e in un'ora e mezza eravamo sul ponte di Kamno a vedere l'acqua, il sito diceva la verità, acqua alta e oscura, l'idea era di andare a vedere tutti i corsi e poi decidere. Attraversato il Soca al ponte di Volarje per vedere se qualcuno pescava, infatti verso valle c'era qualcuno che pescava, molto probabilmente a streamer abbiamo proseguito costeggiando il fiume alla nostra sx fino a Tolmino per poi andare a vedere il Tolminka alla confluenza con il Soca; i livelli erano altini ma l'acqua era trasparente come non mai.
Il Baca vedendolo dalla strada mentre si andava verso monte era perfetto, non avevo mai pescato in questo torrente e la voglia di provarci era tanta, quello che ci ha fatto decidere di pescare in Baca era la presenza di altri PAM in mezzo al fiume intenti a pescare a ninfa, alcuni erano pescatori locali, ma altri di sicuro francesi, la conferma l'avevamo avuta un po più avanti, una macchina parcheggiata ai bordi del torrente con targa francese.
A detta di Paolo Zoletto, nostro fornitore ufficiale all'ErrePi di Udine, grande frequentatore di quelle zone, il posto migliore per il Baca è sia a monte che a valle della prima passerella che attraversa il torrente dopo un paio di Km a monte dalla confluenza con il Soca.





Arrivati sul posto in un batter d'occhio eravamo "vestiti" e pronti per iniziare a pescare.
Ero con Dino e il Meni, mentre Giovanni all'improviso ha dovuto rinunciare per un impegno, Egidio il "vecju" è da quando siamo ritornati dalla Lapponia che non si fa più una pescata assieme, i suoi malanni fisici lo attanagliano senza dargli tregua, tutt'ora, nonostante che sia stato operato di ernia sta soffrendo di dolori come non mai................Dai vecju, non mollare che il prossimo anno li facciamo tutti neri!!!!!!!!.................
Con la presenza del Meni, uno che al 90% pesca a ninfa, io e Dino avevamo davanti a noi uno che di questa tecnica ne capisce e prima di iniziare gli abbiamo fatto ispezionare i nostri finali e lui non si è sottratto, anzi ha apportato delle modifiche che in pesca si sono dimostrate vincenti.
Era la prima uscita con la canna Greys Streamflex 10' #4 da parte mia, mentre il Meni aveva la sua ammiraglia la CTS 10' #3 e Dino con la sua affezionata Technia 9' #4 della Modern flies.

Entrati in acqua io e il Meni ci siamo posizionati verso valle subito sotto la passerella, mentre Dino stava ancora armeggiando con la sicurezza della macchina quando alla seconda passata in una buca il mio segnalatore si fermò di colpo............ferrai e una bella iridea venne ingannata con la solita ninfa: la Pheasant Tail con bead in tungsteno color oro.



Riuscii a fatica a guadinarla, mentre Dino dal parapetto del ponte mi ritraeva con la sua digitale............sono sicuro che prima di avere quelle foto ne passerà di tempo.
Il Meni, più a valle, si piazzò in una buca piena di trote, con l'acqua limpida vedevi grosse iridee ed erano in attività.
Una manna per il Meni, infatti da lì a poco un bestione venne ghermito con una ninfa bianca e pesantissima, si sa che questi pesci hanno un debole per il colore bianco.



Sono riuscito a fotografarlo mentre era in azione nel recupero, la foto di rito con il pesce è andata buca, nell'atto di sollevarlo dal guadino per mostrarmelo gli scivolò in acqua.



Pure Dino un paio di iridee le ha agganciate, insomma tutto sommato ci siamo abbastanza divertiti, ma di temoli neanche l'ombra. All'una e mezza decidemmo di traslocare sul Tolminka, ci siamo infilati con la macchina in una stradina laterale sterrata sulla sponda sx del torrente ad un km dal ponte della statale all'entrata di Tolmino. Un posto tranquillo per il parcheggio e di conseguenza anche per mangiare un boccone prima di entrare di nuovo in acqua.



L'acqua del Tolminka in questi giorni è di un color smeraldo da far invidia, i livelli sono un po' altini ma la bellezza di questo torrente è unica.
Finito di mangiare eravamo pronti per scendere in acqua quando Dino si accorse che il colore dell'acqua stava cambiando in fretta, infatti poco dopo l'acqua dal colore smeraldo di prima era diventata color caffelatte.


Prima


Dopo

Tutti e tre siamo rimasti alibiti di questa situazione, più a monte si sentiva il rumore di una macchina operatrice in funzione, il Meni risalì il fiume e poco dopo ritornò con la notizia che in mezzo al torrente c'era questa macchina che stava operando.
Delusione elevata a mille, ora che si fa? Due le soluzioni: uno, ritornare sul Baca -due, andare sul Soca a valle del ponte di Kamno, a tentare con la ninfa di prender almeno qualche iridea.
Ci rimanevano solamente ancora poche ore di pesca e il sole stava tramontando Dino propose la seconda soluzione, non stava bene fisicamente, era alle prese con un gran raffreddore e poi eravamo più vicini al confine per il ritorno.
Il Soca per me è l'università per la pesca al temolo con la mosca artificiale, era la prima e l'ultima uscita di questa stagione e non pescarci ora che ero in zona mi rodeva non poco. Non mi interessava se le condizioni del fiume non erano le migliori ma la coda io la dovevo bagnare in questo fiume prima della chiusura. In quel tratto di fiume il sole sparisce in questa stagione già verso le tre e mezzo del pomeriggio causa le elevate cime delle montagne circostanti e il freddo si fa sentire prima del solito.



Per primo è stato Dino ad aprire le danze, una bella iridea con una piccola ninfa bead arancio fluo in tungsteno.







Poi è toccato al Meni, un paio di iridee e poi una marmorata da oltre 60 cm con il San Juan Worm un dressing noto da anni, usatissimo in tutto il mondo, l'imitazione di verme, nella sua spartana semplicità e nella sua grande efficacia ha fatto migliaia di proseliti. E' sufficente legare a metà due spezzoni di ciniglia color beige e rossa con una bead color oro su un amo e il gioco è fatto.



Con uno strike indicator e piombino sul finale si pesca a qualsiasi distanza e profondità. E' una mosca, se vogliamo chiamarla, di micidiale efficacia con acque non limpidissime, da leggermente velate a quasi sporche.
Qualcuno si può inorridire davanti ad una pesca così, però queste soluzioni vengono usate raramente quando non ci sono alternative e in quell'occasione non c'erano alternative e poi eravamo alla fine della giornata e della stagione.







Dopo questo successo domandai al Meni una sua "esca" alla fine è toccato a me chiudere la giornata con l'ultima cattura.



A conclusione la giornata è stata salvata dalla grande cattura del Meni, una trota così non la si cattura tutti i giorni e ......poi sul Soca nella zona dove la frequenza di pescatori è sempre presente dall'inizio alla chiusura della stagione, delle volte bisogna anche essere fortunati a cogliere l'attimo giusto.
Per quanto riguarda la canna Greys, mi sono veramente trovato a mio agio.

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