sabato 17 luglio 2010

A temoli con la calura a Perarolo

Se non avessimo fatto il bonifico giorni addietro, di certo a pescare a Perarolo in queste condizioni di tempo non si andava. Io e Giovanni il bonifico l'avevamo fatto per la zona "P" del Bacino 4 nel:




Partenza alle ore 07,00 il meteo metteva una giornata bestiale per la calura, infatti dopo un'ora e mezza di viaggio, smontando dalla macchina nel parcheggio del negozio Cadore Sport di Tai di Cadore per i permessi, una capa di calore ci assalì bruscamente riportandoci con i piedi per terra dal fresco del clima dell'auto. Una calura bestiale con un sole già a picco e un'afa che si faceva sentire già al mattino nonstante l'altitudine sia superiore agli ottocento metri, figuriamoci a Perarolo che di altitudine ne fa appena cinquecento metri, il guaio e che dovevamo rimanere per tutta la giornata lungo i ghiaietti del fiume piave, insomma la vedevamo brutta.
Era prima volta che noi due ci andavamo, un paio di settimane prima, il Meni con Pier e altri Pam avevano vissuto una delle giornate indimenticabili con la pesca a mosca. Catture a go go di temoloni sia sotto che a secca, insomma uno spettacolo di
giornata di pesca.
Il Meni e Pier sono bravi a raccontare e così pure i forum di pesca, Tightlines compreso. Dai report e dalle foto pubblicate il passo è breve per invogliarti a fare
nuovi itinerari e scoprire fiumi e posti nuovi e poi, abbiamo fatto quasi quattromila kilometri per andare a pesca in Lapponia non vuoi fare 100 km. per andare a pescare in Cadore?
Parcheggiamo in piazza davanti al Municipio di Perarolo in piena battuta di sole, l'ombra lì a quell'ora e per una gran parte della giornata non esiste, ma questo non era un problema, ci interessava invece l'integrità della vettura, memore della brutta avventura avuta da alcuni Pam di Bologna che, parcheggiata l'auto in una zona isolata, al rientro della giornata di pesca l'avevano trovata svaligiata con danni enormi per l'auto.
Il torrente Boite è un'affluente di destra lungo 42 Km. del fiume Piave e la sua confluenza viene proprio al centro del paese di Perarolo. Il Boite è un torrente di media portata e sul suo corso vi sono i laghi artificiali di Vodo e Valle di Cadore. Il tratto finale del torrente è intervallato da briglie, ha inizio dal ponte di Perarolo e si estende per un centinaio di metri a monte dell’ultima briglia, prima di formare una stretta gola.
Fino a metà maggio con le sue acque limpide e l'ottima qualità dei pesci lo rendevano assieme agli altri no-kill della zona, un’ottima meta per i pescatori a mosca.
La qualità dell'acqua dalla metà di maggio ai giorni nostri e in avvenire e non si sa per quanto è torbida causa lo svuotamento dei fanghi dal bacino di Valle di Cadore. La polemica sullo svuotamento dei fanghi va avanti ormai da mesi, con botta e risposta tra pescatori da una parte, Enel e Provincia dall’altra. Gli uni preoccupati per la salute del pesce e delle acque del Boite e poi del Piave, gli altri pronti a rassicurare, a fare i pompieri, a precisare. I pescasportivi non ci stanno e rilanciano, sia sui controlli da fare, sia sui lavori futuri: lo sghiaiamento del lago di Valle, lo sfangamento e poi lo sghiaiamento del lago del Centro Cadore.

L'acqua torbida del torrente Boite

Torniamo a noi, con il sole alto ci "vestiamo" sull'erba del campetto di calcio e alla fine dell'operazione eravamo sudati fradici. Non conoscendo il fiume avevamo portato i waders ma vedendo i livelli del Piave bastavano i cosciali.
Come dicevo i livelli del Piave erano bassi con un'acqua limpida dove nelle piane vedevi stazionare i grossi temoli immobili.

I livelli bassi del Piave

Alcune macchine operatrici stavano lavorando sul greto dei due fiumi, nella rimozione di arbusti e vegetazioni riparie, lavori di manuntezione per la sicurezza delle sponde. Con Giovanni abbiamo optato di iniziare verso monte del fiume Piave, lontano dai rumori e casini vari, io con la ninfa e lui a secca.
Nelle poche correnti a disposizione dopo vari tentativi con una ninfetta sono riuscito a prendere una trottelina fario. I temoli li vedevi ma non erano in attività, con la limpidezza dell'acqua a vista gli passavi davanti con la ninfa e non la disdegnavano di uno sguardo.
Mentre Giovanni a secca alcuni rifiuti li aveva avuti. Convinto dalla situazione cambiai il terminale e ripartii pure io con la secca.
Risalendo verso l'inizio del tratto Catch and Release nelle correntine anch'io ho avuto alcuni rifiuti, per la verità alcuni li ho appena "toccati" ma niente più.
Giovanni, invece dopo tanti rifiuti, un temolone era riuscito a spiaggiarlo, foto di rito e rilascio. Lo aveva preso con una mia imitazione un palmer tutto nero con un po' foam giallo come segnalatore, l'avevo copiata su una rivista del settore:

Il palmer nero con segnalatore in foam giallo

Con il caldo afoso e non un filo di vento verso mezzogiorno e mezzo abbiamo alzato bandiera bianca per la sosta. Mangiare in battuta di sole non è la soluzione migliore, quindi con l'auto abbiamo incominciato a costeggiare il fiume verso valle in cerca di un po' d'ombra. Trovata dopo un paio di Km. ai bordi della strada asfaltata abbiamo fatto la pausa e pennichella fino alle ore 15,00.
Ritornati al parcheggio non avevamo molta voglia di stare sotto il sole a pescare con i pesci non collaborativi ma visto che eravamo li per questo per primo mi sono buttato nel forno.
Mi sono fermato a valle del ponticello nel Boite prima della confluenza con il Piave costruito appositavamente per il transito dei mezzi meccanici e con una klinkhammer nell'acqua torbida e allimproviso un bel temolo mi carpì la mosca, foto di rito e via:



Sempre nello stesso punto e sempre con la stessa mosca una trota fario di discrete dimensioni, con Giovanni in seguito ritornammo nelle postazioni del mattino dove i pesci avevano dato cenni di vita alle nostre imitazioni.
Ma in quella condizione meteo dove il sole, il caldo e l'afa l'attività dei pesci sia in superfice che sotto era pari allo zero ho alzato di nuovo bandiera bianca e Giovanni mi ha appoggiato sulla decisione. Non si pesca fino a quando il sole non cala, si aspetta verso sera per l'attività serale dei pesci.
L'unico posto all'ombra era sotto gli ombrelloni del bar di Perarolo e li ci sedemmo e degustammo due birre freschissime a testa fino alle ore 19,00.
Nel periodo che si stava al fresco altri pescatori erano venuti a fare il permesso per sfruttare le ore serali.
Al ritorno in fiume mi posizionai di nuovo nel posto sotto il ponticello e sempre con una klink un'altro temolo di discrete dimensioni sono riuscito a guadinarlo:

La foto non rende giustizia al pesce causa i riflessi dell'acqua.

Giovanni sempre al solito posto un paio di temoli li aveva presi, lo raggiunsi mentre stava imprecando con un temolone che gli rifiutava più di una volta le sue imitazioni. Io pescavo con i formiconi alati in foam:

e ne diedi uno a Giovanni e alla prima passata un bel temolo riuscì a guadinarlo.
Per tutta la serata abbiamo fatto delle discrete catture fino alle ore 21.00, pochissime schiuse una di queste si era posta sui miei waders:


Conclusioni: una giornata da stare al fresco, in queste condizioni meteo si pesca al tramonto.
Livelli bassi, l'acqua torbida del Boite non influisce per niente sull'attività del pesce a valle.
Il pesce c'è e si vede , e che pesci.
Da ritornare a maggio o a settembre quando i livelli sono altini e la calura bestiale di questi giorni sparisce.

sabato 10 luglio 2010

A carpe da Gino al lago di Cordovado

Ieri 09/07 con l'amico Meni una giornata alla grande a carpe in cava: www.lagocordovado.eu almeno una decina a testa di cui alcune veramente grosse. Tutte a galla con la bread fly, questo è il periodo della stagione stanno in attività superficiale e con la pasturazione di pane secco e biscotti queste entrano nella frenesia generale entrando in competizione alimentare così perdendo ogni remora. Bastava proiettare l'imitazione al centro del parapiglia generale e aspettare qualche bestione un po' distratto ed affamato ghermisse il finto pezzo di pane. Divertimento assicurato, visto che ci si trovava in canna una carpa da di 5/6 Kg. ed oltre, il Meni ne guadinata una stimata sui 8/9 Kg. che dopo un'accanita battaglia venivano rilasciate con tutte le cure del caso. Unica nota negativa la digitale rimasta in bell'evidenza sopra la mia scrivania, peccato non aver potuto documentare queste belle catture.


La Bread Fly

giovedì 8 luglio 2010

Di nuovo alle sorgenti del Kupa

Partenza alle ore 5,30 destinazione le sorgenti del Kupa nel parco del Risniak.
Giovanni ed io, Egidio non poteva venire e Dino era impegnato in qualcos'altro.
Giornata che prometteva bene, meteo.it, metteva per la giornata in quei luoghi sole e piccole nuvolosità, ma niente pioggia, la previsione si stava avverando.
Prima fermata in un distributtore di carburante nell'autostrada slovena per acquistare la famosa e maledetta vignette. La seconda fermata nel paese di Cernika per prendere il pane fresco per la sosta di mezzogiorno, il menù era; panino con il salame e prosciutto di S.Daniele e per il bere............le birre di Josip.
Alle 8,15 il SUV di Giovanni si fermava nel parcheggio deserto all'entrata del parco.
Eravamo soli e Josip non era presente, ma conoscendolo bene da li a poco non tardava a farsi vedere.
Nel frattempo decidemmo di andare a vedere il fiume e per controllare i livelli, facendosi spazio tra la famigliola di oche, il maschio è molto agressivo quando ci sono i piccoli e le pecore tenendo d'occhio sempre l'ariete, in passato molte volte ci ha fatto fuggire a gambe levate.


Il fiume si presentava come al solito bellissimo in un contesto ambientale molto invitante. Il livello dell'acqua era bassino, una delusione, ma le prime bollate di temoli, ci ha fatto dimenticare la Savinjia.


Avevamo deciso di fermarci li e di tentare lo stesso a pescare in una situazione molto difficile, già sperimentata esattamente un anno fa.
Nel frattempo Josip sopra al suo trattore era rientrato , stava trainando a valle dei tronchi di faggio, da un bosco sopra alla sua abitazione.
Sbrigate le pratiche burocratiche(il permesso: costo 36 euro) bevuto il caffè alla turca fatto dal tipo duro, in un batter d'occhio abbiamo fatto la "vestizione" ed eravamo pronti per pescare, la scelta della tecnica era scontata, io a ninfa e Giovanni a secca. La decisione è stata quella di iniziare a pescare da monte verso valle all'inizio del tratto del permesso. Per chi conosce il fiume il quel posto è l'ideale per le due tecniche. Giovanni si posizionava a monte del raschio e io a valle.

Iniziai con una bead in tug corpo fagiano, rib. oro e torace in lepre tinto rosa.
Memore dei consigli di Gabriele, figlio di Aldo Silva, mio maestro di ninfa in Lapponia incominciai a far le "passate" e al terzo passaggio un bel temolo ha cercato di suicidarsi, foto di rito e via di nuovo sempre con la stessa ninfa.

Poco dopo anche Giovanni rilasciava il suo primo temolo della giornata.

Il raschio non è molto lungo, si può dire che è l'unico tratto sopra la passerella che l'acqua "tira", poi una piana lunga oltre 400 metri e con i livelli bassi e l'acqua limpida dove i pesci stazionano vigili e appena ti muovi in acqua vedi un fuggi fuggi di temoli.
Rimasti in zona per un bel po' di tempo con catture al contagocce, decisi di passare a secca dopo aver notato che le bollate aumentavano di ritmo.
L'esperienza di un anno fa in questa situazione è stata molto utile: Terminale da 14#con un tip dallo 0,08 e micromosche(small flies)dal 20 al 26.



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Pesca a discendere e all'attacco del pesce alla mia imitazione con molta attenzione e delicatezza nella ferrata, bastava alzare la punta della canna, i risultati non tardarono a venire:


Altre catture fino alla pausa pranzo, pure Giovanni si era divertito nel raschio, ha passato tutta la mattinata in quel posto.
Mentre si mangiava all'ombra vicino alla macchina il figlio di Josip veniva giù dal sentiero dove con il padre stava lavorando con i trochi di faggio e in mano aveva 5/6porcini e andava a metterli in frigo.
Già lo scorso anno in questa stagione io e Egidio ne avevamo trovati e prima di ricominciare a pescare dissi a Giovanni che andavo a vedere lungo il sentiero che costeggia il fiume verso valle per vedere se c'era qualcosa.
Immaginatevi in che condizioni ero a caccia di funghi: Waders, giubbino che pesa una madonna, canna, wading staff, sacchetto e coltellino. Il sentiero non è pianeggiante anzi saliva di brutto. Le birre, i panini, lo strudel e il caldo ero sudato come se avessi fatto una sauna filandese ma la soddisfazione di vedere tanti porcini sul costone alla mia sx mi sembrava di essere fresco come una rosa



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Tanti funghi, ma pieni di vermi, solamente quelli ancora non sbocciati i più freschi ne erano privi e una quindicina sono riuscito a trovarli. Sceso velocemente verso la macchina e curato i funghi alla meno peggio e messi al fresco nella borsa frigo e, per riprendermi dal calore sono andato subito in acqua nel posto dove la mattina eravamo andati a controllare i livelli. Con l'acqua fino al bacino stavo da Dio e piano piano mi stavo riprendendo. Davanti a me una piccola correntina era popolata di temoli, lo sapevo che li c'erano e sempre con le small flies sono rimasto fino a sera catturando anche qualche bel temolo:



Conclusioni di una giornata di pesca.
A sfavore: Assolutamente non si doveva pescare in quelle condizioni.
Il costo del permesso e i livelli hanno allontanato molti pescatori, anche se Josip lo nega.

A favore: l'ambiente meraviglioso e i funghi
Pochissima gente, anzi eravamo solo noi e un pescatore di Brescia in ferie in costa dalmata.
Da riprovare a fine settembre /inizio ottobre il pesce c'è.