lunedì 31 ottobre 2011

Lago di Cordovado a Carpe con la coda di topo

Ora che la pesca nella nostra regione è chiusa, non ci rimane altro che fare qualche lancio per non arruginirsi del tutto nei laghetti (reservoir, in inglese) a pagamento. Come al solito, quello che ci interessa di più è quello di Gino nel comune di Cordovado in provincia di Pordenone è uno dei più vicini a noi ed è pieno zeppo di carpe, qualcuna anche di taglia superiore. E' lì che bazzichiamo spesso io, il Meni e Alessandro, ma anche Pier, Giancarlo e Paolo in tono minore.
Oggi è stata una bellissima giornata e non potevamo non andarci. Con il Meni l'appuntamento al lago verso le ore 14,00. Con la scusa del ponte della ricorrenza dei santi c'erano molti genitori con i bambini intenti a pescare. I posti migliori erano già tutti occupati, ci siamo messi nella postazione vicino al vecchio vaporetto accanto al laghetto delle trote e a quello dei storioni. Libero da ostacoli alle spalle potevamo lanciare con tranquillità.
Una decina di catture per me, mentre per il Meni alla fine della pescata ne contava una quindicina.
A me spetta il record della giornata, una bestiola di 11,5 kg., pesata e fotografata da Alessandro che nel frattempo ci aveva raggiunto dopo una giornata di pesca nel Resia con risultati non molto soddisfacenti, tre soli temoli.
In questo periodo nel lago si pesca con code con punta affondante o con una galleggiante però mettendo dei pallini di piombo nel terminale a 35 cm. dall'esca.
Le esche, io le chiamo così, sono fatte in poly di colore viola o marron scuro, hanno l'intendo di assomigliare al pellet(mangime per orate). Oltre a queste imitazioni si cattura anche con le imitazioni di ninfe di chironomidi su ami del 12/14.
L'azione di pesca è molto semplice; si lancia verso il centro del lago la nostra imi e poi si "pastura" con l'attrezzo apposito una manciata di pellet in prossimità dell'esca appena lanciata si recupera piano piano e si attende la ferrata violenta della carpa.
Tutto qua.




Grazie a questa imitazione di pellet che sono riuscito a guadinare con l'aiuto di Alessandro la carpa della foto.

martedì 11 ottobre 2011

La piuma magica: Cul de Canard

Le piume di Cul de Canard vengono prelevate alla base della zona dorsale del corpo degli anatidi(ordine degli Anseriformi), famiglia di uccelli acquatici a cui appartengono anatre, cigni e oche.
Le piume circondano e ricoprono in numero variabile fino ad un massimo di 50-60 per ogni esemplare, la ghiandola uropigea alla base della coda, in prossimità dell'orifizio anale. La ghiandola in questione, presente in quasi tutti gli uccelli, è particolarmente sviluppata nelle specie acquatiche, e dunque nella famiglia degli anatidi, ove svolge la funzione fondamentale di secernere una sostanza grassa utilizzata dai volatili per impermeabilizzarsi le penne. La naturale collocazione di queste piume sopra la ghiandola uropigea costituisce pertanto il motivo più evidente per cui queste pinete risultano essere particolarmente galleggianti e quindi assai preziose per la costruzione. Durante l'intera vita dell'animale ricevono infatti un abbondante trattamento idrorepellente, rimanendo costantemente intrise del grasso naturalmente secreto dalla ghiandola.
Un'altra caratteristica di queste piume è la delicatezza delle sue barbule che li rende estremamente mobile e suggeriscono il movimento nelle imitazioni, delle gambe e le branchie di insetti e larve.
Le piume di Cul De Canard di altissima qualità sono raccolte a mano negli allevamenti di anatre e per preservare la loro caratteristica, vengono lavate e disinfettate con acqua bollente. La colorazione naturale delle piume presenta gradazioni che variano dal grigio scuro(anatre selvatiche), al beige o kaki (anatre di allevamento), al bianco (oche). Queste penne vengono poi tinte con vari colori con un processo a freddo in modo di non danneggiarle.
Da un'impiego iniziale alquanto ristretto, quasi locale, il CdC si è diffuso in tutta Europa ed anche di là dell'Oceano, espansione che rende merito alla sua efficacia. In Italia il suo utilizzo ha raggiunto il massimo livello, lo si usa dappertutto come il prezzemolo nelle pietanze.
Il filo conduttore di CdC è stato proprio questo vaporoso e per alcuni versi rivoluzionario materiale che negli ultimi anni ha trovato un posto fisso e di crescente importanza nelle Fly Box di tutti i costruttori.
La particolarietà di queste piume è la grande galleggiabilità che esse hanno dovute non solo al fatto di essere abbondantemente imbevute di grasso naturale ma anche alla struttura delle piume stesse che consente ad un numero elevatissimo di bollicine d'aria di restare intrappolate negli spazi vuoti che si formano tra i filamenti delle barbe.
Il CdC viene impiegato in numerose occasioni per la costruzione degli artificiali che imitano la fase emergente degli insetti e che in quanto tale sono destinati a esercitare il loro potere attrattivo intrappolati nella pellicola superficiale dell'acqua, ma da qualche tempo a questa parte sta riscuotendo largo successo anche nella costruzione degli artificiali sommersi.
A conclusione il CdC costituisce l'esempio più lampante dell'importanza che rivestono i materiali naturali per la costruzione, qualità che solitamente risultano essere superiori rispetto alle soluzioni artificiali. Numerosi sono i casi in cui permane ancora una sensibile distanza tra le qualità dei materiali che si trovano in natura ed i ritrovati artificiali.

Il Cul De Canard in alcune delle mie imitazioni:

SECCHE:


Il "Norio"


Una Devaux


La "Sguanfa" del Nano


Sedge tipo"Palù"


Mosca di Maggio


Moscerino


Spent

EMERGENTI:






sabato 1 ottobre 2011

L'ultima uscita stagionale da Josip(sorgenti del Kupa)

Eccoci arrivati a fine stagione , le ultime uscite prima della chiusura definitiva. Io e Alessandro abbiamo optato per il Kupa alle sorgenti. In verità una settimana prima io e Giovanni avevamo tentato di pescare in quel luogo ma i livelli del fiume non lo permettevano, così avevamo deciso di rinunciare. Come si sa la pesca in Kupa nel parco nazionale del Risniak chiude il 15/10. Le belle giornate di questo fine settembre, le assicurazioni di Josip che l'acqua era perfetta per pescare e approfittando della disponibilità di Alessandro libero da impegni di lavoro (difficilmente affronto un viaggio così lungo da solo) e dall'imminente scadenza della "vignette" per il transito nelle autostrade slovene, ci siamo buttati in questa ennesima avventura di due giorni in terra croata. Partenza alle ore 6,00 arrivo da Josip alle ore 09,00. Nel parcheggio non c'erano macchine e questo non era buon segno, infatti ad una prima occhiata al fiume si notavano i massi scoperti dall'acqua, il livello era basso anzi bassissimo con un'acqua limpidissima
Livelli bassi
Alessandro in "vestizione" Che fare? Alessandro era deciso di pescare lo stesso, lui è la seconda volta che ci veniva ed era entusiasta dall'ambiente e dalla quantità di pesce che il fiume proponeva. Che dire? Niente, non si può che assecondare tale entusiasmo. Come al solito io a ninfa e il mio compagno solo a secca. Per esperienza questo fiume in quelle condizioni a secca si pesca solamente con micromosche su ami che vanno dal 20 al 24 e con un terminale da 12# e tip da 0,10 o addirittura 0,08.
Small Flies Alessandro ne era sprovvisto e gli diedi una decina delle mie small flies, quelle già testate con successo anni addietro. Visto il livello dell'acqua ci siamo divisi, il mio compagno scendeva dall'inizio della riserva verso valle e io dal parcheggio delle macchina verso valle. La scelta era dettata dalle condizioni dell'acqua. A monte della passerella, la favolosa piana di 500 metri, che tutti i secchisti preferiscono fare per la larghezza del fiume, per la lenta corrente con i suoi raschi e buche e poi la facilità di guadarlo in lungo e in largo, infine per la quantità di temoli presenti. Dallo stavolo delle pecore verso valle l'ambiente del fiume cambia completamente, molta più acqua con correntoni e buche profonde, con massi nascosti difficilissimo nel camminare, si scivola parecchio, l'uso del bastone è d'obbligo previa un bagno fuori stagione, ideale per pescare a ninfa.
Queste sono le microninfe usate nel primo giorno di pesca amo 16/20
In questa zona pesci ce ne sono, non come nella parte superiore ma quelli che ci sono son da taglia superiore. Ho pescato nelle difficoltà non estreme ma quasi e alla fine 8/9 temoli sono riuscito a guadinarli prima della pausa per mangiare alle 13,30 circa.
Cattura con la ninfa "presa" per una pinna centrale
Un temolo con la schiena "morsicata" chi è stato ? Uomo o animali?
Alessandro è arrivato all'appuntamento con il sorriso di chi ha fatto le cose per benino, mi ha raccontato che era riuscito a guadinare oltre una quindicina di temoli di varie misure da quando in superficie i temoli erano entrati in attività, verso le ore 11,00, su delle piccole effimere color giallino pallido e su dei plecotterini gialli e neri evidenziando sopratutto l'efficacia delle mie moschettine. Alla ripresa tutt'e due ci siamo recati sopra la piana, io sfruttare a ninfa le poche "postazioni" adatte per quel tipo di pesca e il mio amico nelle zone a lui già familiari. Alessandro continuava a catturare con disinvoltura su ogni bollata mentre io faticavo moltissimo ad entrare in pesca. Alla fine sono riuscito a portare a riva un bel temolotto, uno sotto la passerella in piena corrente non sono riuscito a vederlo si è "piantato" sul fondo e con quattro strattoni si è portato via la mia ninfetta. La mia prima giornata di pesca era terminata lì così pure per Alessandro, l'attività in superficie dei pesci verso le 16,00 /16,30 era cessata.
Per chi non ha pretese a mezz'ora dal fiume alla Pizzeria Petrus a Trse è l'ideale per trascorrere la notte, camere con bagno accoglienti e puliti 25,00 euro con prima colazione con ristorante - pizzeria al piano terra. L'indomani alle 9,30 eravamo già in pesca. Ho rinunciato a pescare a ninfa, troppa fatica con pochi risultati, ho seguito il consiglio del mio amico , oggi si pesca a secca. Tutt'e due siamo ritornati all'inizio della riserva con l'intento di pescare senza fare la sosta per il pranzo per tutta la durata dell'attività del pesce. Giornata splendida eravamo soli nessun altro pescatore all'orizzonte, i primi segnali si videro verso le 10,30 ed Alessandro incominciò ad inaugurare la giornata con un bel temolino catturato con una small flies in cdc color paglierino. faticavo ad andar in pesca, avevo provato un'infinità di imitazioni, ma niente da fare, con me il pesce aveva un'antipatia. C'è un detto nella nostra pesca, dove se c'è schiusa di un tipo di mosca e non si cattura, provare una imi del tutto diversa di quella che schiude e così feci.
Con una black gnat su amo del 20 catturai il mio primo temolo della giornata, catture che si susseguirono nelle ore che siamo stati in acqua e alla fine della schiusa stanchi e affamati alle 17,00 abbiamo fatto lo stop definitivo. Pescare a secca è un divertimento unico, il massimo che si può desiderare, avrò si e no sostituito almeno oltre una trentina di imitazioni, si sa che col temolo sopratutto in questa stagione è difficilissimo ingannarlo se poi ci mettiamo anche le condizioni non favorevoli dell'acqua e la pressione piscatoria che da metà maggio è stata assiduamente presente, quello che abbiamo catturato in questi due giorni è da ricordare.
(Gli ultimi lanci di Alessandro ) Per me con il Kupa la chiudo qui. Per la prossimo anno mi auguro, che il fiume abbia durante la stagione dei livelli accettabili, che la stradina che porta al parcheggio venga sistemata (utopia) e che Josip vinca la lotteria e che finisca la ristrutturazione della casa e che la sua cagnetta di nome "nera" una cucciolotta di pastore tedesco cresca e che non muoia di fame .
" Nera" La cucciolotta di Pastore Tedesco