giovedì 17 dicembre 2009

mercoledì 16 dicembre 2009

Snowshoe Rabbit's Foot














A pesca chiusa, si dedica il tempo a costruire. Sono da un po' di anni che cerco di acquistare un materiale nuovo per me, di cui ho sentito e letto grandi cose. Si tratta delle zampe di lepre nord americana e precisamente : SNOWSHOE RABBIT'S FOOT. Ai negozi che ho interpellato per il prodotto , sia di persona, che on-line la risposta era sempre la stessa: non ne abbiamo, lo abbiamo finito, stiamo aspettando le nuove forniture ecc ecc.
Le mio info le ho trovate su un vecchio: SPECIALE MOSCA '96, dove Arturo Ripari e Gianluca Nocentini mettono in evidenza le qualità del pelo delle zampette. La translucentezza del pelo combinata alle particelle di acqua da un'apparenza a tutto l'artificiale, molta vicina al naturale. Questi artificiali, in particolare l'emergente Usual, può imitare qualsiasi effimera alla stadio dun, oppure una ninfa galleggiante che sta abbandonando la spoglia. Con questo pelo si ha un artificiale più galleggiante e meno rigido, quindi più libero al dragaggio e dotato di una mobilità attiva e passiva maggiore. Secondo loro(all'epoca) è un materiale difficile da trovare.
Lo Snowshoe Rabbit è un coniglio che vive negli Usa: a Nordest nelle Highlands del Stati del medio Atlantico, ad Ovest negli Stati più centrali, sulle Montagne Rocciose e nel Far west. Alcune specie vivono in Canada e in Alaska. I migliori provengono dal Colorado.
Sono venuto in possesso di due zampette grazie a Stefano il responsabile del sito:
www.tightlines.it , che me le ha regalate. Queste zampette, sono quelle che si trovano in commercio e sono molto inferiori come qualità a quelle che si comprano dai cacciatori locali.
La qualità principali di questo pelo sono anzitutto la grande idrorepellenza, che aiuta a far sì che la mosca si asciughi con uno o due falsi lanci, poi la notevole pieghettatura, che contribuisce a mantenere inglobata aria all'interno delle fibre del ciuffo.

sabato 12 dicembre 2009

Mezza giornata al lago con il Meni e il vecju






Il bar Caffè MANU in centro a Casarsa è il nostro ritrovo mattutino delle ore 9.00 per il caffè. Telefonata al Meni se era disponibile oggi dopo pranzo per una pescatina al lago a Suzzolins a carpe. Il tempo prometteva bene così pure la temperatura, non era così rigida da poter rinunciare ad una mezza giornata con la canna in mano.
Il Meni dispiaciuto per il suo impedimento, causa il lavoro, ad unirsi a noi ci augurava le miglior cose.
All'ora prefissata, io e Egidio varcammo il cancello del lago. Il lago era splendido, l'acqua era di una piattezza che sembrava di essere in un mare d'olio, non un filo d'aria e poi...........eravamo soli, la confusione di pescatori e i frequentatori del bar sono al sabato e la domenica, mentre al venerdì e al lunedì sono pochissimi pescatori che lo frequentano, ideale per noi.
Bevuto l'ennesimo caffè, fatto il permesso, abbiamo deciso di andar per lucci.
Preparato le canne, montati gli streamer, streamer da trota, addirittura io avevo una fly box piena di jig belli grossi e montai quello più vistoso, decidemmo di far il giro del lago, uno da una parte l'altro dall'altra in modo di ritovarsi alla fine di nuovo presso il battello.
La difficoltà di lanciare i jig pesanti e gli ostacoli dietro alle spalle mi hanno fatto decidere dopo pochi lanci di desistere con quella tecnica di pesca.
Ritornato nella prima postazione, la solita che occupo per le carpe, preparai la "pastura"a base di biscotti e pane da gettare in acqua in modo che le carpe si fermino in zona. Mentre preparavo la canna vidi in lontananza il camioncino del Meni che stava parcheggiando. In un batter d'occhio era dietro di me, con tutto l'occorente per pescare, gli mancava solamente la "pastura", ma quella c'è l'avevo io. Ha rinunciato alla pausa pranzo per poter finire il lavoro che stava faccendo in modo di essere con noi tutto il pomeriggio. Queste cose le possono fare solamente chi lavora in proprio e Meni è un artigiano e lavora in proprio.
Mentre il Meni si preparava, ho avuto una partenza, ma non sono stato lesto a ferrare, subito dopo il Meni era pronto alla pesca e pasturando a "pellet" aveva inescato un'esca per la pesca a fondo assomigliante il pellet.
Dopo alcuni lanci, io ho avuto un aggancio, una carpa di non eccezionale peso, foto di rito e via di nuovo a lanciare.
Mentre rimettevo a posto il guadino del recupero della carpa e il Meni si stava organizzando per la pastura con pane e biscotti, la sua canna, dopo aver lanciato, era stesa ai bordi del lago quando, all'improvviso e con velocità, la sua canna veniva trascinata via da una carpa e inabissata in quattro e quattrotto senza darci tempo per afferarla.
Disperazione totale, di tutti i presenti, anche di Egidio che era appena giunto in quel momento dopo aver fatto il giro del lago a streamer a caccia di lucci,era un po' deluso per le difficoltà nel lanciare e per aver perso tre streamer e con il rischio di rompere la canna nella rete di recinzione come gli è accaduto a Pier un paio di giorni prima.
Avevo smesso di pescare e Meni in piena amarezza raccontava quello che era successo a Fabiano figlio del titolare del lago.
Fabiano, un aitante ragazzone disponibilissimo a qualsiasi cosa pur di aiutare, si è messo con la sua canna da spinning e con un grosso spinnerbait alla ricerca della canna. Dopo vari tentativi ha avuto la fortuna di agganciare la coda di topo della canna del Meni e piano piano, mentre la carpa dava certi strattoni, è riuscito a far prendere la coda al Meni e questi recuperando lentamente è riuscito a guadinare la carpa, per fortuna non era grossa. Restava il fatto che la canna non veniva su, si era impigliata ad una rete sommersa che divide il lago in sezioni. Fabiano con decisione repentina saltò su nella sua barchetta di servizio e con la coda in mano arrivò nel punto dove la canna, coda e barchetta erano in verticale. Con cautela e con forza dopo vari tentativi finalmente la canna del Meni era issata a bordo sana e salva. Applausi da tutti i presenti e foto di rito a Fabiano, grande protagonista del salvataggio, mentre prova a fare alcuni lanci con la canna del Meni, seduto e tranquillo sulla sua barchetta in mezzo al lago.
Scampato pericolo il Meni si è scatenato a carpe, ne ha fatte sette di catture, alcune veramente belle, mentre io e Egidio arrancavamo sui risultati. Sul tardi quasi a buio pesto ho avuto l'ultimo aggancio di una carpetta specchi.
Ritornato a casa, avevo appena finito di sistemare al proprio posto tutta l'attrezzatura di pesca, quando il videocitofono incominciò a suonare, vidi sul monitor il Meni. Aprii il cancello e gli andai incontro, lo avevo appena lasciato e tutto mi sembrava tranquillo. Aveva tra le mani una scatola e un tubo portacanne, prima che aprissi bocca mi aveva anticipato il motivo della sua visita, era un fiume in piena il Meni e quando è cosi bisogna lasciarlo sfogare. Era andato da Dario, il titolare del negozio di pesca che si trova a 700 m da me, a portagli una fotocopia, quando con la coda dell'occhio ha visto un portacanne della Scierra, una nota marca di canne a mosca.
Conclusione, aveva acquistato per un prezzo favorevole una canna da 9' #8 e un mulinello Large Arbor della Vision con coda dell'8 imbobinata, da un pescatore che l'aveva messa in vendita. L'attrezzatura è quasi nuova, il Meni ha fatto un buon affare, nel mio cortile abbiamo fatto alcuni lanci di prova ed eravamo tutti e due entusiasti.
Oggi il Meni ha avuto due regali di natale:
1) La canna recuperata
2) L'acquisto vantaggioso della nuova attrezzatura.

martedì 1 dicembre 2009

No centralina idroelettrica Resia_2 Ponte Rop

COMUNICATO STAMPA

APPELLO URGENTE

ai cittadini singoli, alle associazioni ambientali, culturali, sportive, pro loco presenti sul territorio regionale

i componenti del comitato spontaneo “no centralina idroelettrica Resia_2 Ponte Rop”

chiedono

di esprimere un’opposizione scritta alla realizzazione del progetto sotto illustrato indirizzandola direttamente alla Regione:

- Direzione Centrale Ambiente e Lavori Pubblici, Servizio valutazione impatto ambientale (VIA) – via Giulia 75/1 – 34126 Trieste
- Presidenza della Giunta Regionale piazza Unità d’Italia 1 34121 Trieste

e al Comune di Resia via Roma 21 33010 Resia.

Oppure di indirizzare una mail al seguente indirizzo:

nocentralinaponterop@tiscali.it

(in seguito la stessa verrà girata dal comitato alle autorità competenti).

Il sostegno e l’aiuto che ci verrà fornito ci permetterà di salvaguardare un luogo speciale dimostrando una solidarietà diversa, dove persone che vivono vite diverse ed alle volte parallele, riconoscono il valore di un bene comune che al di là dei luoghi, dei tempi e degli interessi economici va tutelato e protetto da tutti.

Grazie a nome di tutti i resiani di ieri, di oggi e di domani.

Per informazioni e/o contatti e poter sottoscrivere l’opposizione predisposta direttamente dal Comitato contattare: Anna Micelli cell. 329/7880907 329/7880907 329/7880907 329/7880907

Gli elaborati del progetto sono consultabili sul sito della regione Friuli Venezia Giulia:
lexview-int.regione.fvt.it/serviziovia/Dettaglio.asp?IDDOM=33736



Il comitato spontaneo “no alla centralina idroelettrica Resia_2 Ponte Rop”

VENUTO A CONOSCENZA
che

- il Co.S.In.T. (Consorzio per lo sviluppo industriale di Tolmezzo) ha presentato la richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale del Ministero dell’Ambiente e del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali con avviso pubblico sul giornale del Messaggero Veneto del 21/10/2009 del progetto di impianto idroelettrico denominato “Resia_2” , sito in Comune di Resia (Ud) in località “Ponte Rop”;
- “…il progetto prevede il recupero del vecchio fabbricato dismesso dall’Enel a causa degli ingenti danni causati dal sisma del 1976, riattivando la centrale ad acqua fluente con potenza nominale media di concessione pari a 501,1 KW, una potenza minima producibile pari a 35 KW e massima producibile pari a 850 KW per la produzione di energia; la realizzazione dell’opera prevede la costruzione di un manufatto di captazione delle acque, sul torrente Resia in località Rop, ricavato tra due briglie di cui una esistente ed una parzialmente esistente che verrà recuperata, la derivazione per l’uso idroelettrico avverrà mediante uno stramazzo laterale di derivazione (opera di presa)…”;
- sul sito della Regione Friuli Venezia Giulia nella parte dedicata all’Ambiente e Territorio (sezione procedure di Valutazione d’impatto ambientale) sono stati pubblicati gli elaborati tecnico-amministrativi-ambientali di realizzazione del progetto comprensivi dello Studio di Impatto Ambientale (SIA)

PREMESSO
che

- Il Comune di Resia è sede del Parco Naturale Regionale delle Prealpi Giulie, istituito nel 1996 ed esteso su un territorio di poco meno di 100 km2. La specificità della zona è determinata dal contatto di tre aree biogeografiche diverse, mediterranea, illirica ed alpina, che concorrono a determinare una straordinaria biodiversità;
- la Val Resia è attraversata dall’omonimo torrente che è custode di un’acqua preziosa, irripetibile risorsa naturale che include specie acquatiche quali la trota marmorata (Salmo [trutta] marmoratus), il temolo adriatico (Thymallus thymallus var. adriatica) e il gambero d’acqua dolce (Austropotamobius pallipes italicus), oggetto di tutela ai sensi della Direttiva 92/43/CE “Habitat” a livello europeo, nazionale e locale. La trota marmorata è oggetto, da due decenni, di un programma di salvaguardia attuato dall’Ente Tutela Pesca del Friuli Venezia Giulia. Lo stesso Ente regionale ha avviato un analogo programma destinato alla salvaguardia e ripristino delle popolazioni di temolo adriatico;
- la Direttiva 2000/60/CE ha lo scopo di impedire un ulteriore deterioramento e di proteggere e migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici e degli ecosistemi terrestri e delle zone umide direttamente dipendenti dagli ecosistemi acquatici sotto il profilo del fabbisogno idrico;
- ai sensi del Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152 sono definiti come obiettivi da perseguire il mantenimento dello stato di qualità ambientale “elevato” ove già esistente, il raggiungimento od il mantenimento almeno dello stato “buono” per tutti i corpi idrici significativi;
- da anni gli Enti preposti insieme alle associazioni e alle forze sociali della Valle lavorano alla realizzazione di progetti di sviluppo turistico eco-sostenibile per creare opportunità di futuro alle giovani generazioni che hanno scelto coraggiosamente di vivere in montagna, concretizzati in valide ed importanti attività (per es. progetto “Ecomuseo” della Val Resia);
- non ci sarebbe la Val Resia senza il Resia. E’ il suo corso a tenere unità la Valle, la sua gente, il suoi paesi (Coritis, Stolvizza, Oseacco, Gniva, Lischiazze, Prato, San Giorgio);
- il Co.S.In.T. ha già recuperato una centrale con captazione sul Rio Barman, affluente di sinistra del Resia e con il progetto sopra citato si propone di realizzarne una seconda adiacente alla prima e per altro nel tratto più interessante del torrente, scaricando i costi ambientali sulla comunità resiana e sul suo territorio;
- il torrente Resia, la sua Valle, la popolazione che la abita costituiscono un “unicum” storico, culturale, etnico e linguistico inscindibile, già tutelato dalla legislazione regionale vigente;

CONSTATATO
che

- allo stato attuale del progetto il Comune di Resia non ha fornito informazioni alla popolazione e non è stato convocato alcun incontro per dare l’opportunità ai cittadini resiani di esprimere la propria opinione sull’argomento;
- da una prima analisi il progetto appare determinare una radicale trasformazione del fiume Resia nel tratto interessato dal Ponte “Rop” al Ponte della “Centrale”, con la perdita totale della sua identità riducendolo per tutto l’anno alla sua portata di magra;

CONSIDERATO
che

- la diminuzione di portata del torrente Resia determinerebbe un’alterazione del paesaggio incompatibile con la fruizione turistica del territorio, ritenuta essenziale risorsa per lo sviluppo economico delle aree montane;
- l’alterazione del regime delle portate del corso d’acqua comporterebbe una diminuzione dell’idoneità ad ospitare le comunità biologiche caratteristiche della tipologia ambientale cui il torrente Resia appartiene;
- il progetto interferirebbe in modo irreversibile con i piani di conservazione delle popolazioni ittiche autoctone, il cui mantenimento è essenziale sia per soddisfare quanto previsto dalla Direttiva 92/43/CE “Habitat” che per lo sviluppo del turismo legato a forme moderne di pesca sportiva a basso impatto ambientale;
- la realizzazione del progetto comporterebbe inevitabilmente una diminuzione del livello di qualità ambientale del torrente Resia, incompatibile con gli obiettivi indicati dal D.L.vo 152/2006;

CHIEDE
Alla Regione:
- di valutare l’incompatibilità ambientale e paesaggistica del progetto, tenendo in considerazione le particolarità ambientali, storiche e culturali della Valle di Resia;
- di rendere pertanto parere negativo sulla richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale sopra citata;
- di promuovere la convocazione di audizioni pubbliche per la presentazione del progetto sul territorio, così come previsto dalla Legge Regionale n. 43/1990;

Al Comune di Resia
- di revocare le eventuali deliberazioni già assunte;
- di rendere un parere negativo alla realizzazione del progetto;
- di garantire un percorso di informazione, partecipazione e trasparenza;
- di assumere decisioni partecipate con la popolazione.


Questo è il testo del comitato che è nato in Val Resia.





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No alle centraline idroelettriche sul torrente Resia






La regione Friuli Venezia Giulia,sembra stia autorizzando la costruzione di tre centraline idroelettriche sul fiume Resia mettendo in serio pericolo la sopravvivenza dello stesso,compresa la sua fauna ittica oggi ben strutturata in trota marmorata e temolo.Sarò più preciso la prossima settimana so che già il mondo della pesca sportiva della zona si stà mobilitando,ma ci sarà bisogno di tutti coloro che conoscono questo torrente,nei prossimi giorni vi metterò sul sito l`indirizzo mail del Presidente della giunta regionale,al quale inviare le nostre vibrate proteste.

Sabato 28 all`assemblea tenutasi al comune di Resia, c`era parecchia gente ed è
emersa da parte della popolazione, la chiara volontà di ASSOLUTA CONTRARIETA' alla costruzione della centralina.Il fatto più inquietante, che è emerso da tale riunione che questa è la prima di altre TRE CENTRALINE, da relizzarsi a monte, sotto i piedi del monte Canin. La ditta COS.INT. di Tolmezzo ne è la propietaria è la stessa, che ha gia elaborato i progetti per la costruzione delle altre, con le conseguenze che potete certo immaginare.
Da questo sito, lancio un appello a tutti coloro che hanno a cuore questo torrente unico nel suo genere,non è certo tempo di polemiche, qui bisogna fare in fretta, perchè sabato 5 dicembre scadono i termini che la regione dà, perchè il progetto diventi esecutivo,pertanto vi invito ad inviare le v.s. mail di protesta al Presidente della giunta regionale del Friuli:
Renzo Tondo(mail presidente@regione.fvg.it)
Assessore alle risorse agricole forestali e naturali Claudio Violino (mail ass.agricoltura@regione.fvg.it), con un mio personale invito SIATE CATTIVI.

Questo è l'appello di Ettore, un amico pescatore a mosca,fatto sul forum di Pipam(www.PIPAM.org) per denunciare il tentativo di portare al degrado il bellissimo torrente Resia costruendo 3 centraline idroelettriche, se questo avviene il torrente Resia non avrà più un goccio d'acqua a cielo aperto, come sul torrente Dogna e sul torrente Raccolana. Questo tentativo assurdo di depredare l'acqua con gli immancabili disastri ittici ho scritto una mail alle autorità competenti.

Ecco la mail che ho spedito al governatore Renzo Tondo e all'Assesore dell' Agricoltura Claudio Violino e al sindaco di Resia:


Presidente Tondo

L’aggressione all’ambiente della Val Resia con l’ipotesi di captazione idroelettrica sul torrente Resia è , una assurdità paesaggistica ed ambientale.

Il torrente Resia nella sua valle deve restare integro perché costituisce un ambiente assolutamente unico ed irripetibile non solo nella nostra Regione ma in tutto il mondo.
Un ecosistema delicato, di enorme valore ecologico e paesaggistico, arricchito dalla secolare presenza dell’uomo che ha saputo viverla in perfetto equilibrio con la natura.
Da decenni il torrente Resia è patrimonio non solo per chi ci abita o per chi ci pesca ma per tutti i cittadini del Friuli Venezia Giulia, che qui trovano un polmone verde unico per la sua spettacolare bellezza.
Ma la Valle con il suo bellissimo torrente è ormai diventata anche un patrimonio per tutti e questo tentativo di violenza, che sconvolgerà il perfetto equilibrio che ne regola ritmi e tempi, assume rilevanza universale nella sua gravità senza precedenti.



NON TUBI NEL RESIA DOVE OGGI SCIVOLANO VERSO VALLE LE SUE LIMPIDE ACQUE

CHE IL TORRENTE RESIA RESTI ALL’UOMO, PER L’UOMO, PER I FIGLI DELL’UOMO

NON RILASCIARE CONCESSIONI PER LO SFRUTTAMENTO DELLE ACQUE DEL TORRENTE RESIA

RENDERE IMPOSSIBILE PER IL FUTURO L’ALTERAZIONE AMBIENTALE DELLA VAL RESIA



Onorio Muzzin

venerdì 27 novembre 2009

Di nuovo a carpe










L'appuntamento con Meni era alle 13.30 presso il lago di Suzzolins. Con Egidio lo abbiamo raggiunto in perfetto orario mentre stava scaricando dalla cabina del suo autocarro tutto il necessario per pescare . Bevuto il caffè fatto i permessi ci siamo posizionati nelle postazioni nei pressi dell'ex vaporetto.
Giornata nuvolosa ma calda senza un filo di vento, l'acqua era perfetta, pulita senza una foglia in superfice.
Ho inaugurato la canna nuova una comperata per l'occasione : Vision 3 zone saltwater 9' #8, ma avevo in bobina una coda del #7. Pasturato come al solito con pane vecchio e con l'aggiunta di biscotti(ricetta del Meni), inescato la ormai famosissima bread fly(mosca pane) ci siamo messi a pescare.
I risultati non sono fatti attendere, per primo il Meni con una bella carpa a specchi sui4/5 kg., poi io con una piccola carpa, Egidio non voleva esser di meno anche lui una bella carpa a specchi.
Poi di nuovo io con una carpa a specchi non di grossa entità. Il Meni dopo un po' che non si prendeva niente ha fatto strike con una bestiola a specchi da far invidia.
Eravamo quasi alla fine della pescata, il buio era incombente e le carpe mangiavano in superfice il pane che noi avevamo lanciato come pastura quando , dopo aver cambiato posto, la coda mi partì a razzo. Ferrai e questa incominciò a tirare come un treno e a girare al largo portandomi fuori tutta la coda e il backing. A buio pesto dopo una 15dicina di minuti finalmente la portai a mira di guadino che Egidio con gran maestria la spiaggiò sul lettino di gommapiuma.
Foto di rito e tutti contenti.
Considerazioni: eravamo soli in tutto il lago e questo è raro, la canna che ho appena acquistato ha fatto benissimo il suo dovere, il Meni è un gran pescatore e io e Egidio ci siamo convinti che nel periodo invernale è meglio andar a pesca in lago che star seduti davanti al PC o alla televisione.

lunedì 23 novembre 2009

Una mezza giornata di pesca al lago












La mosca pane "breadfly"

1. tagliare 30 cm. di nylon dello 0.30 e fare un cappio ad una estremità.
2. tagliare due pezzetti da 2 cm. circa di yarn bianco, infilarli nel cappio e
stringere.
3. infilare l'altra estremità del nylon tagliato allo step 1 nell'occhiello al
contrario in modo da far scorrere il nylon e posizionare il ciuffo di yarn
vicino alla curvatura dell'amo.
4. a questo punto avrete in linea il ciuffo di yarn, l'amo e la rimanenza del
nylon che passa all'interno dell'occhiello.
5. avvolgere la rimanenza del nylon intorno al gambo dell'amo fino all'inizio
della curvatura, si devono avvolgere gambo e nylon che tiene il ciuffo bianco.
6. passare il nylon nell'occhiello come al punto 3.

Foto e descrizione sono state copiate dal sito: www.associazioneilbersagliere.it

Pier, ci ha preso gusto è diventato come il Meni, gli piace molto la pesca alternativa in lago in questo periodo, quando la pesca nei fiumi è chiusa.
Ha insistito perchè ci vada assieme all'amico Egidio a provare l'emozione di una cattura come la carpa nel laghetto a pagamento di Suzzolins, una frazioncina subito dopo il paese di Cordovado sulla strada che porta a Teglio Veneto.
Armati di canne da 10' #6, mulinelli contenenti code del 6 e terminali sui 3 m. con tip dello 0.20, tutto questo materiale deriva da due kit per la pesca a mosca che la Decathlon ha in vendita e che io e Egidio abbiamo acquistato per pochi eurini circa un anno fa, in un giorno che non avevamo un c...o da fare se non andare in giro per i centri commerciali.
Con mezzo sacco di pane vecchio, abbiamo raggiunto Pier che stava già pescando ed aveva già spiaggiato una carpa di discrete dimensioni, ci siamo posizionati vicino a lui e con molta gentilezza ci ha spiegato e fatto vedere come si costruisce una mosca pane(breadfly).
Preparato l'esca abbiamo incominciato a pasturare con il pane e con il granoturco,quello confezionato in barattoli, in vendita sul barcone(un ex vaporetto veneziano) adibito come bar e negozietto per la pesca da parte del proprietario del lago, il luogo dove le carpe stazionano di solito.
Quando tutto era pronto finalmente io e il vecju abbiamo iniziato ad lanciare la coda con la mosca pane sul luogo della pasturazione. Al secondo lancio dopo pochi minuti la mia coda si tese di scatto e io per istinto ferrai di colpo.
Capii subito che si trattava di una carpa di peso dal fatto che la canna si era piegata in un semicerchio molto pericoloso, temevo che si spezzasse alla base con il manico, decisi di posizionare la mano sx sul primo anello in modo di controllare lo sforzo della canna dalle picchiate del pesce. Cosa pensavo in quei momenti: solamente alla resistenza della canna, all'efficacia del mulinello e alla legatura del terminale con la mosca pane.
Alla fine dopo una quindicina di minuti sono riuscito grazie ad un volontario con il guadino a spiaggiarla.
Non avevo mai avuto in canna un pesce così forte, mi ha fatto dannare, mi ha stressato e alla fine mi ha stremato.
Pier aveva la digitale con se e, nel momento cruciale ha scattato alcune foto. La carpa stimata da alcuni spettatori/pescatori si aggirava sui 8/9 Kg.
Volevo far il figo con la carpa tra le mani a mo' di trofeo per la foto, ma nel sollevarla questa mi scivolava in acqua ed in un lampo spariva nella profondità.

A conclusione Pier, ha spiaggiato 4 carpe e molte "partenze" di coda sia a galleggio che a fondo.
Egidio invece ha combattuto per tutto il pomeriggio con gli alberi dietro alle spalle e con le foglie cadute sul pelo dell'acqua.
Mentre io soddisfatto della cattura della mia prima carpa, ho avuto altre due "partenze" di coda e una rottura del tip in ferrata.
Prima esperienza di pesca in laghetto con pesci alternativi ai classici dei fiumi che di certo non sarà l'ultima.

mercoledì 11 novembre 2009

Considerazioni di fine stagione 3

















Fatto il bilancio delle uscite di pesca sia nei corsi d'acqua della mia regione, sia quelli oltre confine, ora si fa su quello delle mosche artificiali.
Quelle che qui sopra ho pubblicato sono le mosche che nell'arco della stagione mi hanno dato più soddisfazioni. Sono in gran parte small fly, mosche su ami picolissimi. Sono imitazioni che da alcuni anni erano racchiuse in fila ben ordinate nelle fly box e sinceramente le avevo quasi dimenticate. Sono capitate fuori per caso , mentre stavo riordinando il mio laboratorio dopo la stagione invernale. Le dimensioni delle scatolette sono piccole e sono giuste per le tasche inferiori del giubbino.Ho iniziato ad usarle da giugno fino alla fine di ottobre e, molte volte mi hanno salvato da cappotti assicurati. Le foto non sono un granchè, questo per causa della digitale(tipo vecchio) e sopratutto del fotografo. Sono un'autodidatta e questo è quello che so fare.

Considerazioni di fine stagione 2


















Il mondo della pesca a mosca non ha confini. Troviamo pescatori a mosca dall'estremo nord all'estremo sud del pianeta passando per l'Equatore. Ogni paese vanta acque che ben si prestano all'esercizio della nostra tecnica preferita.
Ma alcune nazioni sono più famose di altre: per cultura, storia, tradizione o, più semplicemente, per un puro calcolo economico. Meglio si gestiscono le acque e maggiore è l'afflusso alieutico con evidenti positivi riflessi economici nazionali.
Gli stati indipendenti dell'ex Jugoslavia, hanno ben compreso questo concetto gestionale e la fama che le loro acque han raggiunto nel corso degli anni è la prova evidente e positiva della scelte fatte.
Assieme a Egidio, Giovanni, Dino e Meni, da moltissimi anni si programma uno o più viaggi all'estero durante la stagione di pesca, viaggi di brevissima o media durata (in giornata, da un semplice week end ad una settimana o più), per recarsi a pescare su fiumi più o meno famosi, in mezzo ad una natura quasi sempre incontaminata, o quanto meno più salvaguardata che non da noi in Italia. Le nostre escursioni prevalentemente in Slovenia, Croazia e Bosnia, dove possiamo trovare ottime condizioni per la nostra tecnica, ed in alcuni casi anche pesci di ottime dimensioni, sia in fiumi conosciuti e celebrati da decenni dalla letteratura del settore.
Gacka: Rimane e rimarrà per me il fiume per antonomasia. Livelli buoni, tante catture di taglia diciamo "normale" sui 35/40 cm., pochissime da fotografia. Catturate con una imitazione che da tre o quattro anni fa il suo "dovere" il : Plumin del Norio.
Unac: Livelli un po' bassi, ma imballato di trote, qualcuna veramente degna di nota.
Kupa: A fine maggio livelli bassini, ma tanti temoli.
Sorgenti del Kupa: Per me è l'ultimo paradiso, tutti lo conoscono ma nessuno ne parla però la pacchia è finita, su Sedge e Myfly di ottobre-novembre c'è un report del direttore della rivista su un'escursione di fine agosto.
Soca: Questo meraviglioso fiume risente molto delle pertubazioni atmosferiche che riescono ad intorpidire l'acqua in breve tempo, rendendola di un color biancastro "gesso" che, man mano che il livello si abbassa, si trasforma in un colore "latte e menta". Prima che il fiume riacquisti la sua trasparenza passa un bel po' di tempo ma al ritorno alla normalità, con condizioni di luce favorevoli, la limpidezza dell'acqua permette di vedere le evoluzioni dei pesci anche in zone profonde sino a tre metri d'acqua. Settembre e quasi la prima quindicina di ottobre , proprio nel periodo migliore per il temolo il fiume non era nelle migliori condizioni. Abbiamo fatto tre uscite, due su tre sono state positive,con catture di trote iridee di taglia e temoli da fotografia, ma c'è anche da evidenziare l'altra uscita ,l'ultima, la chiusura, giornata fredda livelli alti e acqua velata una giornata da dimenticare.
Che dire di questa stagione appena trascorsa sul fronte balcanico?
Personalmente la reputo positiva, attenzione però: la moltitudine di pescatori a mosca che frequentano queste acque, ha innescato anch'essa fenomeni negativi: lievitazione dei prezzi e immissioni massicce di trote di allevamento, per la maggior parte iridee, ad uso e consumo facile che hanno ridotto notevolmente la possibilità di "incontri" interessanti. Gli stessi temoli abbondantissimi un tempo ovunque e di dimensioni ragguardevoli si sono in alcuni fiumi ridotti notevolmente e la loro taglia media è diminuita vistosamente.
Nonostante tutto, pur continuando tre o quattro volta all'anno a fare qualche "puntata" in questi luoghi è lo spirito dell'avventura che ci porta verso questi posti. Tutto questo, è chiaro, ha un valore per chi come noi unisce il piacere di una pescata a quello di sentirsi libero in un ambiente non inquinato e selvaggio.