sabato 12 dicembre 2009

Mezza giornata al lago con il Meni e il vecju






Il bar Caffè MANU in centro a Casarsa è il nostro ritrovo mattutino delle ore 9.00 per il caffè. Telefonata al Meni se era disponibile oggi dopo pranzo per una pescatina al lago a Suzzolins a carpe. Il tempo prometteva bene così pure la temperatura, non era così rigida da poter rinunciare ad una mezza giornata con la canna in mano.
Il Meni dispiaciuto per il suo impedimento, causa il lavoro, ad unirsi a noi ci augurava le miglior cose.
All'ora prefissata, io e Egidio varcammo il cancello del lago. Il lago era splendido, l'acqua era di una piattezza che sembrava di essere in un mare d'olio, non un filo d'aria e poi...........eravamo soli, la confusione di pescatori e i frequentatori del bar sono al sabato e la domenica, mentre al venerdì e al lunedì sono pochissimi pescatori che lo frequentano, ideale per noi.
Bevuto l'ennesimo caffè, fatto il permesso, abbiamo deciso di andar per lucci.
Preparato le canne, montati gli streamer, streamer da trota, addirittura io avevo una fly box piena di jig belli grossi e montai quello più vistoso, decidemmo di far il giro del lago, uno da una parte l'altro dall'altra in modo di ritovarsi alla fine di nuovo presso il battello.
La difficoltà di lanciare i jig pesanti e gli ostacoli dietro alle spalle mi hanno fatto decidere dopo pochi lanci di desistere con quella tecnica di pesca.
Ritornato nella prima postazione, la solita che occupo per le carpe, preparai la "pastura"a base di biscotti e pane da gettare in acqua in modo che le carpe si fermino in zona. Mentre preparavo la canna vidi in lontananza il camioncino del Meni che stava parcheggiando. In un batter d'occhio era dietro di me, con tutto l'occorente per pescare, gli mancava solamente la "pastura", ma quella c'è l'avevo io. Ha rinunciato alla pausa pranzo per poter finire il lavoro che stava faccendo in modo di essere con noi tutto il pomeriggio. Queste cose le possono fare solamente chi lavora in proprio e Meni è un artigiano e lavora in proprio.
Mentre il Meni si preparava, ho avuto una partenza, ma non sono stato lesto a ferrare, subito dopo il Meni era pronto alla pesca e pasturando a "pellet" aveva inescato un'esca per la pesca a fondo assomigliante il pellet.
Dopo alcuni lanci, io ho avuto un aggancio, una carpa di non eccezionale peso, foto di rito e via di nuovo a lanciare.
Mentre rimettevo a posto il guadino del recupero della carpa e il Meni si stava organizzando per la pastura con pane e biscotti, la sua canna, dopo aver lanciato, era stesa ai bordi del lago quando, all'improvviso e con velocità, la sua canna veniva trascinata via da una carpa e inabissata in quattro e quattrotto senza darci tempo per afferarla.
Disperazione totale, di tutti i presenti, anche di Egidio che era appena giunto in quel momento dopo aver fatto il giro del lago a streamer a caccia di lucci,era un po' deluso per le difficoltà nel lanciare e per aver perso tre streamer e con il rischio di rompere la canna nella rete di recinzione come gli è accaduto a Pier un paio di giorni prima.
Avevo smesso di pescare e Meni in piena amarezza raccontava quello che era successo a Fabiano figlio del titolare del lago.
Fabiano, un aitante ragazzone disponibilissimo a qualsiasi cosa pur di aiutare, si è messo con la sua canna da spinning e con un grosso spinnerbait alla ricerca della canna. Dopo vari tentativi ha avuto la fortuna di agganciare la coda di topo della canna del Meni e piano piano, mentre la carpa dava certi strattoni, è riuscito a far prendere la coda al Meni e questi recuperando lentamente è riuscito a guadinare la carpa, per fortuna non era grossa. Restava il fatto che la canna non veniva su, si era impigliata ad una rete sommersa che divide il lago in sezioni. Fabiano con decisione repentina saltò su nella sua barchetta di servizio e con la coda in mano arrivò nel punto dove la canna, coda e barchetta erano in verticale. Con cautela e con forza dopo vari tentativi finalmente la canna del Meni era issata a bordo sana e salva. Applausi da tutti i presenti e foto di rito a Fabiano, grande protagonista del salvataggio, mentre prova a fare alcuni lanci con la canna del Meni, seduto e tranquillo sulla sua barchetta in mezzo al lago.
Scampato pericolo il Meni si è scatenato a carpe, ne ha fatte sette di catture, alcune veramente belle, mentre io e Egidio arrancavamo sui risultati. Sul tardi quasi a buio pesto ho avuto l'ultimo aggancio di una carpetta specchi.
Ritornato a casa, avevo appena finito di sistemare al proprio posto tutta l'attrezzatura di pesca, quando il videocitofono incominciò a suonare, vidi sul monitor il Meni. Aprii il cancello e gli andai incontro, lo avevo appena lasciato e tutto mi sembrava tranquillo. Aveva tra le mani una scatola e un tubo portacanne, prima che aprissi bocca mi aveva anticipato il motivo della sua visita, era un fiume in piena il Meni e quando è cosi bisogna lasciarlo sfogare. Era andato da Dario, il titolare del negozio di pesca che si trova a 700 m da me, a portagli una fotocopia, quando con la coda dell'occhio ha visto un portacanne della Scierra, una nota marca di canne a mosca.
Conclusione, aveva acquistato per un prezzo favorevole una canna da 9' #8 e un mulinello Large Arbor della Vision con coda dell'8 imbobinata, da un pescatore che l'aveva messa in vendita. L'attrezzatura è quasi nuova, il Meni ha fatto un buon affare, nel mio cortile abbiamo fatto alcuni lanci di prova ed eravamo tutti e due entusiasti.
Oggi il Meni ha avuto due regali di natale:
1) La canna recuperata
2) L'acquisto vantaggioso della nuova attrezzatura.

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