sabato 25 febbraio 2012
Un'articolo da evidenziare
Giorni fa l'amico Giovanni mi diede da leggere un articolo di Danilo Mainardi pubblicato sull'inserto settimanale SETTE del Corriere della Sera.
Titolo: Poveri pesci acchiappati con l'inganno.
La mente umana ospita, e fabbrica, analogie e zoologiche d'ogni tipo, e le "mosche dei pescatori" sono uno degli esempi più antichi e affascinanti. Per chi non lo sapesse, sono cosucce fatte di piume d'uccello o materiale analogo che simulano gli insetti che in natura vengono predati soprattutto dai salmonidi. Quando i pescatori con la lenza le lanciano in acqua ciò che più conta è che sappiano comunicare ai pesci l'immagine della preda. Perciò queste "cosine entomologiche" hanno nel tempo evoluto, esaltandoli, i segnali esteriori propri degli insetti veri.
Le caratteristiche, invece, contano niente. Sono cioè, questi zimbelli, in parte splendide copie di insetti veri, in parte(quella non comunicativa) decisamente diversi, rozzi, e poco interessanti. Mentre però, per gli insetti veri, ciò che più importa è il non venir predati, negli analoghi artificiali la sopravvivenza nel tempo è garantita proprio dalla facilità con cui attraggono l'attenzione dei pesci fino a farli abboccare. Solo così saranno riprodotti e dunque, come cultura materiale, sopravvivranno.
L'arte di coloro che pescano "a mosca" è assai raffinata. Non basta che gli insetti artificiali vengano, per essere efficaci, saggiamente(cioè né troppo né troppo poco) magnificati in certe loro caratteristiche esterne, occorre anche che con la lenza vengano lanciati sul pelo dell'acqua così da sfiorarla simulando, per quanto possibile, il comportamento dei loro modelli naturali. E' una piccola storia quella delle " mosche artificiali", ma che però consente di scoprire come un frammento della nostra cultura possa viaggiare spinto, in senso evolutivo, da pressioni selettive esercitate da certi animali.
Appunto trote, temoli, coregoni, salmerini, salmoni. Un intreccio tra biologia e cultura che più intricato non si può.
Non so chi è il Signor Danilo Mainardi non ne avevo la minima idea prima d'ora di chi fosse, ho fatto una ricerca on line e ne è venuto fuori un personaggio di tutto rispetto, un guru in materia, un'istituzione:
Nato Milano il 15 novembre 1933, Danilo Mainardi è professore ordinario di Ecologia comportamentale nell'Università Ca'Foscari di Venezia. Primo ternato a un concorso a cattedra nel 1967, è stato professore prima di Zoologia, quindi di Biologia generale e infine di Etologia presso l'Università di Parma, nelle facoltà di Scienze e di Medicina, fino al 1992. Nella stessa Università è stato anche direttore dell'Istituto di Zoologia e del Dipartimento di Biologia e Fisiologia Generali e, nell'Università Ca' Foscari, del Dipartimento di Scienze Ambientali.
E'direttore dal 1973 della scuola internazionale di etologia del Centro Ettore Majorana di Cultura scientifica di Erice, dove ha organizzato numerosi corsi e workshops i cui contenuti sono stati per gran parte pubblicati in volumi della Plenum Press, della Harwood Academic Publisher e della World Scientific.
Danilo Mainardi è presidente nazionale della Lipu (Lega italiana protezione uccelli).
E' membro di accademie e società tra cui l'Istituto Lombardo, l'Istituto Veneto, l'Ateneo Veneto, l'International Ethological Society di cui è stato presidente, la Società Italiana di Etologia, di cui è stato presidente, e quella di Ecologia. E' stato direttore del Italian Journal of Zoology, organo dell'Unione Zoologica Italiana. E' stato presidente della XIV International Ethological Conference (1975) e del convegno "Multidisciplinary Approaces to Conflict and Appeasement in Animals and Man", organizzata dall'International Society for Research on Aggression (1985).
L'attività scientifica, concretizzata in più di 200 pubblicazioni, è attualmente rivolta ad aspetti di ecoetologia e, da un punto di vista teorico, ai fondamenti metodologici dell'educazione ambientale e al suo ruolo per la protezione dell'ambiente, in relazione all'importanza dell'impatto dell'uomo sulla natura. Per lungo tempo la sua ricerca s'è massimamente incentrata sugli aspetti etologici (comparativi e evolutivi) del comportamento sociale, con attenzione a quello infantile. S'è occupato dell'interazione prole-genitori, del ruolo materno, paterno, dei ruoli parentali accessori (alloparentali), delle cure parentali e dell'abuso dei giovani, incluso l'infanticidio. In particolare ha studiato l'ontogenesi dell'effetto dell'imprinting e di altre forme di apprendimento precoce sul determinismo delle preferenze sociosessuali e di quelle alimentari, s'è occupato degli aspetti comunicativi dei segnali infantili, del comportamento ludico-esplorativo, d'insegnamento e di esempio nell'ambito della trasmissione culturale, degli effetti della socialità e dell'isolamento sullo sviluppo del comportamento aggressivo.
Oltre a pubblicazioni su riviste specializzate, sui temi sopraddetti ha pubblicato, o ha partecipato come autore e/o curatore, ai seguenti saggi: "La scelta sessuale nell'evoluzione della specie" (Boringhieri), "L'animale culturale" (Rizzoli), "Intervista sull'etologia" (Laterza), Sociobiology: behyond nature/nurture?" (Amer.Ass.Adv.Sc.), "The biology of aggression" (Sijtoff & Nordhoff), "The behaviour of Human Infant" (Plenum), "Fear and Defence" (Harwood), "Infanticide and Parental care" (Harwood), "Food preferences" (Harwood), "Behavioural ecology of fishes"(Harwood), "Vertebrate mating systems" (World Scientific), "L'animale irrazionale" (2001, Mondadori).
Parallelamente all'attività di ricerca Mainardi ha svolto una intensa attività di divulgazione. Tra le trasmissioni televisive meritano di essere ricordate "Dalla parte degli animali", in Almanacco del TG1 e le serie di Quark.
Per quanto concerne la divulgazione scritta merita ricordare "Zoo privato" (Premio Capri) Longanesi, "Il cane e la volpe" (Premio Glaxo) e "Lo zoo aperto" (Premio Gambrinus), recentemente ristampate da Einaudi, che ha pure pubblicato il "Dizionario di Etologia", "Novanta animali disegnati da Danilo Mainardi" (Bollati-Boringhieri), "Del cane, del gatto e di altri animali" (Mondadori), "La strategia dell'aquila" (2000, Mondadori) e, opere di narrativa, "Un innocente vampiro" e "Il corno del rinoceronte" (1995, Mondadori).
Collabora con il Corriere della Sera, con il Sole 24 Ore e con i mensili Airone e Quark.
Per la sua attività accademica e per il suo impegno come divulgatore nel 1986 gli è stato attribuito il Premio Anghiari "Una vita per la Natura". L'associazione critici radiotelevisivi gli ha assegnato il Premio Chianciano 1987 quale migliore autore di programmi culturali televisivi; nel 1989 ha vinto con Marco Visalberghi la Grolla d'Oro (Premio Saint Vincent) per il miglior documentario scientifico televisivo; nel 1990 ha vinto il Premio Guidarello per un articolo pubblicato sul Corriere della Sera; nel 1991 i premi Columbus-Firenze e Ascot-Brum (Milano); nel 1992 il Rosone d'Oro e nel 1994 il Premio Fregene per la sua complessiva attività di ricerca e di divulgazione; nel 1995 i premi alla carriera Federnatura e Stambecco d'Oro (Progetto Natura - Festival di Cogne); nel 1996 l'International Blue Elba; nel 1999 il Premio Ambiente (Milano), nel 2000 il premio della Federazione Naturalisti (Bologna) e il Premio Bastet (Roma), nel 2001 il premio internazionale "Le Muse", Firenze.
Tra i suoi ultimi pubblicati ricordiamo per Mondadori "Arbitri e galline" (2003, Mondadori) e per Cairo Publishing:
2006 - Nella mente degli animali
2008 - L'acchiappacolombi
2008 - La bella zoologia
2009 - L'intelligenza degli animali
2010 - Il cane secondo me
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