Per molti il nome di Pierluigi Zanin non dice nulla, ma per quelli che l'hanno conosciuto di persona, per quelli che hanno letto i suoi articoli e per quelli che hanno acquistato le sue canne, questo nome resterà sempre impresso nella loro mente. La sfiga di un male incurabile un paio di anni fa se lo portò via.
Il geometra Pierluigi Zanin
ho avuto il piacere di conoscerlo lungo le rive del fiume Varmo tra i paesini di Gradiscutta e Belgrado in provincia di Udine. In quei tempi la pesca a mosca nel Friuli Venezia Giulia stava prendendo quota. Personaggio vulcanico con mille idee e gran conoscitore dei fiumi della regione, lo trovavi sempre circondato da pescatori a mosca e non. Lui in mezzo a loro a far valere le sue ragioni. In quei tempi la nostra regione era la meta preferita dei personaggi famosi, quelli che scrivevano gli articoli nelle riviste del settore. I vari Piero Lumini, Fosco Torrini, Giorgio Benecchi ecc, ecc, soltanto per citare qualche nome, erano di casa, alcuni di loro non nei fiumi ma nei negozi di pesca a mosca che stavano sorgendo a vista d'occhio nei vari punti strategici della regione. In quel periodo il geometra stava mettendo a punto la realizzazione di una serie di canne adatte per i corsi d'acqua della regione e non.
Ricordo un episodio avvenuto tempo fa nel prato di fronte alla Villa Manin, la Villa dista a pochi chilometri da Codroipo (UD), dove Benecchi presentava le nuove canne e precisamente le Diamondback: con i miei amici stavamo provando le canne lanciando le code sul prato, quando all'improvviso giunse una macchina, ora non ricordo che tipo di auto fosse, ma quando si fermò in una nuvola di polvere riconobbi subito l'autista mentre scendeva dalla macchina, era Pierluigi Zanin il geometra. Si avvicinò e ci chiese che cosa si stava faccendo, risposi che si stava provando le nuove canne di Benecchi, il che lo fece andare su tutte le furie e in un batter d'occhio tirò fuori dall'auto una serie di canne già montate di mulinello e con un tono di voce fermo e deciso ci disse: "Provate queste, sono fatte su un mio progetto per le nostre acque, queste sono nate qua da noi, non sono importate".
Per farlo contento provammo nel prato quelle canne, la scena era ridicola, le persone presenti in semicerchio erano in azione di pesca con le canne provenienti oltreoceano e noi tre assieme a Zanin di lato a provare le sue canne. C'era dell'imbarazzo da parte nostra, ma lui con una egoistica indiferenza verso tutti, ci spiegava a noi tre le caratteristiche delle canne e si esibiva con dei lanci tecnici davvero eccezionali. A conclusione ne rimanemmo entusiasti di quelle canne, sopratutto della 7,6 #5. In seguito, grazie ad un amico riuscii ad avere un grezzo di quella canna, la fabbrica dista a 1 km da casa. Con gran dispiacere quella canna , fenomenale per le nostre rogge, l'ho data in regalo ad un amico e tutt'ora me ne pento.
Ultimamente nelle fiere del settore era molto preso a evidenziare le caratteristiche del suo prodotto ed era facile trovarlo, era sempre a lanciare e ...........lanciare, circondato da una nuvola di appassionati e curiosi.
Gran pescatore di temoli, nel periodo buono lo si trovava a pescare nel Tagliamento,Meduna,Livenza, Varmo e Isonzo, i suoi articoli nella rivista Pesca In, mensile che con Pescare in quei tempi, fine anni 80 inizio anni 90, andavano per la maggiore, erano centrati in gran parte sulla pesca del temolo. Articoli che rispecchiano il carattere e il modo di fare del'autore e per quello che ha scritto sono argomenti che ancora oggi sono di attualità.
Molto bella e interessante era la rubrica destinata alla costruzione delle mosche. La descrizione dei Dressing e l'esecuzione del montaggio è tutta particolare fuori dagli schemi usuali, ma chiara, precisa e divertente. Sono artificiali costruiti con materiali di allora e alcuni nuovi facevano capolino per la prima volta come per esempio, il cul de canard e il gallo pardo. Mosche bellissime, che tutti i neo costruttori di allora copiavano, oggi alcuni di quei artificiali li uso ancora, sopratutto una mosca in particolare, la S.A.R.A.. A questa mosca Zanin ci teneva moltissimo, le ha dato il nome della figlia, secondo lui è una emergente di un tipo di mosca che schiude dalle nostre parti, me lo disse a Verona in fiera, quando gli confidai che con la S.A.R.A. catturai moltissimi temoli nel Gail in Austria. In quell'occasione mi tenne circa due ore a parlare della mosca, delle sue canne e dei fiumi delle nostra regione, ne sapeva una più del diavolo.
Due grandi personaggi nostrani han fatto la storia della pesca a mosca nel Friuli Venezia Giulia : Francesco Palù e Pierluigi Zanin.
Per il grande Guru dalla barba bianca e zoccoli: lunga vita, mentre per il secondo un dovuto tributo: 16 delle sue mosche qui sotto riprodotte più fedelmente vicino ai dressing pubblicati su Pesca In.
L'unica modifica di rilievo: sostituito il tipo di amo.
Il geometra Pierluigi Zanin
ho avuto il piacere di conoscerlo lungo le rive del fiume Varmo tra i paesini di Gradiscutta e Belgrado in provincia di Udine. In quei tempi la pesca a mosca nel Friuli Venezia Giulia stava prendendo quota. Personaggio vulcanico con mille idee e gran conoscitore dei fiumi della regione, lo trovavi sempre circondato da pescatori a mosca e non. Lui in mezzo a loro a far valere le sue ragioni. In quei tempi la nostra regione era la meta preferita dei personaggi famosi, quelli che scrivevano gli articoli nelle riviste del settore. I vari Piero Lumini, Fosco Torrini, Giorgio Benecchi ecc, ecc, soltanto per citare qualche nome, erano di casa, alcuni di loro non nei fiumi ma nei negozi di pesca a mosca che stavano sorgendo a vista d'occhio nei vari punti strategici della regione. In quel periodo il geometra stava mettendo a punto la realizzazione di una serie di canne adatte per i corsi d'acqua della regione e non.
Ricordo un episodio avvenuto tempo fa nel prato di fronte alla Villa Manin, la Villa dista a pochi chilometri da Codroipo (UD), dove Benecchi presentava le nuove canne e precisamente le Diamondback: con i miei amici stavamo provando le canne lanciando le code sul prato, quando all'improvviso giunse una macchina, ora non ricordo che tipo di auto fosse, ma quando si fermò in una nuvola di polvere riconobbi subito l'autista mentre scendeva dalla macchina, era Pierluigi Zanin il geometra. Si avvicinò e ci chiese che cosa si stava faccendo, risposi che si stava provando le nuove canne di Benecchi, il che lo fece andare su tutte le furie e in un batter d'occhio tirò fuori dall'auto una serie di canne già montate di mulinello e con un tono di voce fermo e deciso ci disse: "Provate queste, sono fatte su un mio progetto per le nostre acque, queste sono nate qua da noi, non sono importate".
Per farlo contento provammo nel prato quelle canne, la scena era ridicola, le persone presenti in semicerchio erano in azione di pesca con le canne provenienti oltreoceano e noi tre assieme a Zanin di lato a provare le sue canne. C'era dell'imbarazzo da parte nostra, ma lui con una egoistica indiferenza verso tutti, ci spiegava a noi tre le caratteristiche delle canne e si esibiva con dei lanci tecnici davvero eccezionali. A conclusione ne rimanemmo entusiasti di quelle canne, sopratutto della 7,6 #5. In seguito, grazie ad un amico riuscii ad avere un grezzo di quella canna, la fabbrica dista a 1 km da casa. Con gran dispiacere quella canna , fenomenale per le nostre rogge, l'ho data in regalo ad un amico e tutt'ora me ne pento.
Ultimamente nelle fiere del settore era molto preso a evidenziare le caratteristiche del suo prodotto ed era facile trovarlo, era sempre a lanciare e ...........lanciare, circondato da una nuvola di appassionati e curiosi.
Gran pescatore di temoli, nel periodo buono lo si trovava a pescare nel Tagliamento,Meduna,Livenza, Varmo e Isonzo, i suoi articoli nella rivista Pesca In, mensile che con Pescare in quei tempi, fine anni 80 inizio anni 90, andavano per la maggiore, erano centrati in gran parte sulla pesca del temolo. Articoli che rispecchiano il carattere e il modo di fare del'autore e per quello che ha scritto sono argomenti che ancora oggi sono di attualità.
Molto bella e interessante era la rubrica destinata alla costruzione delle mosche. La descrizione dei Dressing e l'esecuzione del montaggio è tutta particolare fuori dagli schemi usuali, ma chiara, precisa e divertente. Sono artificiali costruiti con materiali di allora e alcuni nuovi facevano capolino per la prima volta come per esempio, il cul de canard e il gallo pardo. Mosche bellissime, che tutti i neo costruttori di allora copiavano, oggi alcuni di quei artificiali li uso ancora, sopratutto una mosca in particolare, la S.A.R.A.. A questa mosca Zanin ci teneva moltissimo, le ha dato il nome della figlia, secondo lui è una emergente di un tipo di mosca che schiude dalle nostre parti, me lo disse a Verona in fiera, quando gli confidai che con la S.A.R.A. catturai moltissimi temoli nel Gail in Austria. In quell'occasione mi tenne circa due ore a parlare della mosca, delle sue canne e dei fiumi delle nostra regione, ne sapeva una più del diavolo.
Due grandi personaggi nostrani han fatto la storia della pesca a mosca nel Friuli Venezia Giulia : Francesco Palù e Pierluigi Zanin.
Per il grande Guru dalla barba bianca e zoccoli: lunga vita, mentre per il secondo un dovuto tributo: 16 delle sue mosche qui sotto riprodotte più fedelmente vicino ai dressing pubblicati su Pesca In.
L'unica modifica di rilievo: sostituito il tipo di amo.
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