giovedì 30 luglio 2009

Il terminale




Unito alla parte terminale della coda, il finale è un tratto di nylon di diametro decrescente, ideale prosecuzione del profilo della coda di topo, alla cui estremità più sottile viene legato l'artificiale. Può essere realizzato in più sezioni di filo variamente dimensionate (finale a nodi) o in unico trafilato (finale conico): la scelta potrebbe essere fonte di una lunga trattazione, dato che il tipo di finale può influire sostanzialmente sulla riuscita di un buon lancio e, più in generale, su tutta la battuta di pesca. La sua lunghezza, che può variare da un minimo di 2 a oltre 5 m, è direttamente influenzata dall'ampiezza degli ambienti, dalla diffidenza del pesce e dall'abilità del pescatore. Il finale a nodi trova impiego per la migliore capacità di distensione (soprattutto sulle corte distanze) e di forare il vento. Viene utilizzato prevalentemente in torrente dove il contrasto delle correnti e la velocità dell'acqua rende il pesce meno selettivo e maggiormente aggressivo. Quello conico, al contrario, serve laddove sia necessario un finale più morbido e silenzioso, meno violento nella posa in acqua, quando questa è piatta e il pesce assai diffidente e restio ad alimentarsi in superficie. Ogni finale, soprattutto nel tratto terminale, deve essere dimensionato in relazione alla mole della mosca da lanciare. Nel caso delle mosche da caccia, le più voluminose e montate su ami del n. 8 o del n. 10, si può giungere a uno 0,18-0,20; impiegando piccole imitazioni in "cul de canard" (amo dal n. 20 sino al n. 26) si può invece scendere anche sotto lo 0,10.
Negli USA e' abbastanza accesa la lotta tra i sostenitori dell'uno e dell'altro tipo. I primi (in netta minoranza) hanno dalla loro la tesi secondo cui l'assenza di nodi di congiunzione dissiperebbe meno energia, migliorando la posa dell'esca e causando meno disturbo in acqua. I secondi invece sostengono che, prima o dopo, tutti i finali si usurano negli ultimi cm e quindi si deve prolungarli legando uno o piu' spezzoni di filo (sistema utile anche con acque molto pulite o pesci molto smaliziati per avere una presentazione piu' naturale) diventando quindi un finale a nodi; in altre parole, vantano la maggiore versatilita' del loro metodo. Comunque, la "regola" tradizionale del mondo anglosassone per la creazione del finale e' che 2 sezioni contigue non devono mai avere una differenza di diametro superiore a 0.002 pollici (0.05 mm).Dato per scontato che il primo finale acquistato dal principiante è a nodi, diciamo subito che il neo-pescatore a mosca dovrà osservare attentamente una serie di accorgimenti per evitare di comprare qualcosa di sbagliato. Prima di tutto è estremamente importante il nailon con cui è costruito. Sappiamo tutti che un filo scadente, possiede molta ‘memoria’, che non è altro che l'antipatica e negativa caratteristica che i nailon di bassa qualità hanno, con la conseguenza di non distendersi facilmente sotto l'azione di tiraggio e quindi di mantenere le classiche e dannose spire. Un finale con queste caratteristiche non ci sarà di aiuto nel lancio in particolar modo nella precisione, nella trasmissione della potenza, e ritarderà la ferrata, poiché, lavora come una molla. E' ovvio quindi, che ci si deve orientare verso quelli che sono costruiti con del nailon morbido e di buona qualità. La prova da fare è semplice, e basta stirare tra indice e pollice per tre/quattro volte la parte di sezione più grossa che è poi quella che mantiene più memoria. Se il nailon è idoneo avremo come risultato il filo pressoché disteso, se altrimenti le spire restano, è da scartare subito. Un accorgimento al quale bisogna ricorrere sempre, è quello di non riavvolgerlo, alla fine della giornata di pesca, sul mulinello poiché inevitabilmente le dannose spire potrebbero riformarsi. Pescando a secca, va ingrassato come per la coda di topo, evitando di farlo negli ultimi 100/120 cm, poiché segnerebbe sulla superficie dell'acqua una negativa linea di riflesso visibile al pesce. Va ricordato che l'operazione di ingrassaggio sia della coda che del finale, è l'ultima che deve essere eseguita anche dopo aver montato la mosca. La continua sostituzione della mosca, farà inevitabilmente accorciare il Tip, causando uno sbilanciamento del finale con un conseguente rimbalzo della mosca che causerà una posa non più idonea e tantomeno precisa e delicata. L’ideale è quindi collegare il Tip al resto del finale non con un nodo ma ad una micro-asola la quale verrà eseguita sull’ultimo spezzone della conicità. In questo modo si potrà sostituire completamente tutto il Tip senza intervenire sulle altre parti del finale e quindi senza stravolgerne l’architettura mantenendo quindi il giusto bilanciamento. Le sigle che si trovano sulle confezioni dei finali sia per i conici che per quelli a nodi, si riferiscono sia alla lunghezza, che di solito è espressa in piedi, sia al diametro del Tip, ovvero la sezione del nailon dove si annoda la mosca, che è formata da un numero che si riferisce alla sezione vera e propria, seguito da una ‘X’. La seguente tabella ci chiarisce il concetto:
0X = 0,27 mm
1X = 0,25 mm
2X = 0,23 mm
3X = 0,20 mm
4X = 0,18 mm
5X = 0,15 mm
6X = 0,12 mm
7X = 0,10 mm

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