sabato 14 gennaio 2012
Il No KIll del Varmo
Con gradita sorpresa ho notato che nel calendario 2012 della pesca sportiva il tratto NO KILL del fiume Varmo (Ud) è stato aumentato. Anche il tratto che dal ponte della strada del paesino di Belgrado al ponte della strada sterrata di Varmo è passato in regime NO KILL.
Il nuovo NO KILL per la stagione 2012 inizia dalla cascata di fronte al cimitero di Gradiscutta, fino alla casa di guardia del Consorzio.
Dalle info datemi dall'amico Meni la nuova società di pesca di Varmo la: S.P.S. VARMO che all'interno annovera una sezione di pescatori a mosca è riuscita non con poche difficoltà a demolire l'ultima roccaforte del tratto di zona libera del fiume. Un tratto di fiume che si po' dire il "migliore" per noi PAM che va da Belgrado al ponte della strada sterrata di Varmo. Quindi da parte mia un plauso per questa iniziativa. Non è stato facile per loro privare agli anoccatori quel tratto di fiume, la mentalità non la si cambia in tempi brevi , ci vogliono addirittura secoli. Sono convinto che in questi mesi sia diventato un "tormentone" la frase: "Ma cosa vuol dire andare a pesca, se poi non si portano a casa i pesci?"
Al di là di quella che è la motivazione ecologica della pratica del NO KILL sul Varmo, molto probabilmente è stato fatto per selezionare la specie da proteggere, ad esempio la protezione o la reintroduzione di specie autoctone come la Marmorata e il Temolo e da considerare un paio di cosette al riguardo.
Una volta si portava il pesce a casa semplicemente per mangiarlo, oggi non è più così. A parte casi particolari l'esercizio della pesca viene svolto solo, per diletto: e allora perché sopprimere inutilmente un animale, forse anche la sua uccisione rientra nel diletto della pesca?
Se così fosse sarei il primo a dedicarmi al tennis, smettendo immediatamente di pescare.
Mi sembra comunque, tornando al discorso generale, che la scelta del NO KILL sia razionale e coerente coi tempi in cui viviamo, bisogna tenere conto del progressivo depauperamento delle acque e del nuovo ruolo che riveste il pescatore nel quadro generale della pesca moderna e poi.........non è un sacrificio rimettere il pescato in acqua, oggi è diventato un dovere.
Nelle mie esperienze di pesca ho incontrato molte volte, essenzialmente all'estero il NO KILL e devo dire che, laddove è stato introdotto da tempo i risultati sono evidenti e la popolazione dei pescatori lo considera un grosso traguardo.
Le scelte che contano sono sempre impopolari, almeno nell'apparenza, in quanto noi tutti siamo oramai abituati a utilizzare soltanto l'ambiente naturale, senza dare niente in cambio.
A conclusione rinnovo i complimenti alla nuova società di pesca sportiva Varmo, siete stati GRANDI.
Due immagini scannarizate da un vecchio numero della rivista Pescare tratte da un articolo di Francesco Mirabella dal titolo : Trote e Temoli nella pianura friulana.
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