sabato 2 gennaio 2010

Speranze, Considerazioni e Riflessioni



La vita di un pescatore con la mosca è costellata di infinite speranze, interminabili attese, impagabili soddisfazioni, inconsolabili delusioni e innumerevoli cappotti. Sono sensazioni intime quelle che derivano da tali situazioni, difficilmente trasferibili ad altri, ai quali tra l’altro generalmente non importa nulla. Siamo però portati come pescatori, a raccontare o scrivere le nostre esperienze, forse più per soddisfazione personale che per altro.
Sono considerazioni che nascono dal leggere cose che è evidente che sono il frutto del molto tempo passato sulla testiera e del poco tempo passato sul fiume e quindi ovvio che ne derivino racconti molto coloriti. A leggere certe cose sembra che nei nostri fiumi e torrenti sia sufficiente appoggiare la mosca in acqua per riuscire a catturare pesci e che pesci !!, si parla di kg come andare al mercato ed acquistare patate, si parla di taglie come andare in un negozio di abbigliamento ed acquistare un paio di pantaloni, poi si passa alle taglie forti quelle che non tutti i negozi hanno.
Mi sorge il dubbio a volte che certe esperienze o sono frutto della propria fantasia, o al limite non vengano fatte nelle acque di casa nostra.
Anche a me capita, per fortuna, di andare a pescare all’estero, va da sé che per il resto della stagione pesco nelle acque di casa nostra, ed in particolare in Friuli Venezia Giulia che dal punto di vista ambientale non abbiamo nulla da invidiare a qual si voglia ai fiumi dell'ex Jugoslavia, credo quindi di avere la visione della situazione abbastanza aggiornato. Mi sento di affermare che le acque del Friuli Venezia Giulia pur essendo di buona qualità non sono così ricche di pesci come quelle dei due stati confinanti, certo pesce c’è né, sicuramente vi sono capi anche di ottima taglia, ma la maggior parte delle uscite nell’arco dell’anno si riducono a catture del tutto nella norma, trotelle e temolini per intenderci, poi sicuramente più si frequentano i luoghi di pesca più si ha la possibilità di avere qualche opportunità su pesci belli, ribadisco però anche confrontando le esperienze di molte persone che pescano bene e molto, non è cosi frequente incappare in pesci di taglia. Andare a pescare non è come recarsi al cinema o a teatro, dove si paga un biglietto e si sicuri di assistere allo spettacolo, la pesca è un qualcosa di profondamente diverso, non sempre lo spettacolo tanto atteso va in scena e non possiamo certo farci rimborsare il biglietto. Ricordiamoci che andare a pescare vuol dire mettersi a confronto con la natura, con esseri viventi che hanno le loro regole le loro abitudini ed i loro ritmi che solo cercando di capire questi meccanismi si riuscirà a trarre il massimo di godimento di questa nostra passione. Una mentalità nuova per tutti che presindesse dalla cattura ad ogni costo, questo porterebbe probabilmente ad iniziare a ragionare su una gestione delle acque diversa, dove i pesci ci sono perché devono esserci e non perché gettati per rimediare a paciocchi o altre vaccate fatte in precedenza. Forse non sentiremmo più la necessità di dar vita a quel ripopolamento opprimente, fatto fino a pochi anni fa dall' Ente Tutela Pesca regionale, gestito con pesce pronto pesca gettato un giorno per l’altro in modo indecoroso, dove spesso saltano tutte le norme di rispetto sia nei confronti dei pesci che dei pescatori, “perché ho pagato e quindi ho diritto”, a cosa non si è mai ben capito. La speranza che qualcosa accada sarà una sensazione che ci accompagnerà sempre, tutte le volte che andremo a pescare in acque dove nulla ci è dovuto e dove tutto si deve conquistare, mettendo in gioco tutte le risorse che chi più chi meno ognuno di noi possiede.

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