giovedì 15 ottobre 2009
Una giornata in Soca 15/10/2009
Finalmente le rogne personali di Dino gli danno una giornata di tregua e finalmente si parte per una giornata di pesca in Soca programmata da almeno una quindicina di giorni. Giornata fredda, la prima con il termometro vicino allo zero, con il sole alto con una nitidezza spettacolare, le montagne che ci circondano si vedevano come stampate in una cartolina. Il Soca da noi dista una ottantina di kilometri e con la partenza alle otto per strada abbiamo incontrato il grosso del traffico della gente che va a lavorare. Ci si ferma a Remanzacco a far la spesa per i viveri e a S.Pietro al Natisone a bere il caffè nel bar dei cacciatori. Fatto tutto questo la prossima fermata è da Jazbec a fare il permesso.
Non si sapeva in che condizioni fossero i livelli del fiume e il colore dell'acqua, ma i recenti report letti su i vari forum di pesca a mosca invitavano ad una visita in loco.
Da Jazbec figlio abbiamo fatto i permessi, 52 eurini e, Dino subito dopo aver pagato si è medesimato nel suo ruolo di consigliere del consiglio dell'ETP e mi disse: da noi con 50 euro rinnovi la licenza per tutto l'anno e io gli risposi: si è vero ma un fiume così da noi te lo sogni.
Dove si va?. Al solito posto dove van tutti, al ponte di Kamno, almeno per vedere l'acqua e il livello. Già per strada il fiume lo si vede per alcuni tratti e il suo colore naturale verde smeraldo lo si notava nelle buche e questo ci incoraggiava e ci metteva fretta ad arrivare al ponte. Nel piccolo parcheggio del ponte quattro macchine, dalle targhe; due italiane, una austriaca e una slovena, posteggiato alla meno peggio, con una certa fretta ci siamo fermati in mezzo al ponte.
Il fiume è uno spettacolo, livelli giusti(bassi)e l'acqua limpida come non mai, di colpo tutte le nostre preoccupazioni sono sparite, il disastro di settembre, con acqua di colore grigio e i livelli altissimi sono solo un ricordo.
Il Soca è di un colore verde smeraldo incantevole e si staglia netto sui bianchi ghiaietti che lo circondano.
Questi brevi momenti di pacifica osservazione ci accompagneranno spesso durante tutto il periodo di pesca. Si, perchè con il Soca ogni pescatore che si rispetti ha un rapporto di amicizia, dovuta ad emozioni e momenti che solo su queste sponde si possono vivere. Certo, fra me e questo fiume dalle acque cristalline, color verde smeraldo dove corre nelle gole incassate, bianco sugli ampi ghiaietti, c'è un rapporto di amore-odio: amore per la natura, per quanto offre; odio per certi cappotti memorabili, presi pescando con tutti i crismi, in un turbinio di bollate di temoli e trote.
Il fiume scorre limpido sotto di noi, l'acqua è trasparente il livello basso quel tanto che basta per vedere il fondo anche al centro del raschio, dove l'acqua raggiunge i due metri di profondità, come al solito a pochi metri dal manufatto in piena corrente dall'alto si vedevano in fila indiana temoli e trote da trofeo, secondo Dino sono stati immessi li apposta per invogliare i pescatori a fare il permesso. Sono le 10,30 passate, l'aria è fresca e la giornata serena, c'è solo una leggerissima brezza che mi auguro cali verso mezzogiorno. A trecento metri verso valle del ponte di Kamno c'è una stradina a sx che ti porta a pochi metri dal fiume,si oltrepassa una cava di ghiaia e subito dopo c'è uno sbarramento con dei macigni in mezzo alla stradina in modo di non andare oltre, li c'è uno spazio per parcheggiare e in un batter d'occhio(si fa per dire) abbiamo fatto la "vestizione", mangiato due porzioni abbondanti a testa di una crostata di mele favolosa e alle 11,00 precise eravamo già a mollo in fiume.
La giornata si stava scaldando e piccole effimere di colore pallidino stavano schiudendo, e i pesci non tardarono a farsi vedere. Iridee, moltissime iridee che stavano bollando sulle schiuse, da non crederci sembrava di essere a maggio, queste trote dovevano essere state immesse da poco, alcune venivano ad un metro da me a bollare.
Dino memore dalla scorsa stagione che in questo periodo catturò un temolaccio dalla parte opposta del fiume anche questa volta attraversò il fiume per posizionarsi in quella zona, lui lo può fare è alto quasi 1,90 e come peso supera abbondantemente il quintale. Il primo pesce l'ho preso io, un temolo non granchè su una klinkhammer del 12 corpo chiaro, mentre subito dopo Dino replicava con una bella iridea su un'effimera in cdc color oliva. Le catture si suseguivano alternativamente, prendevo io e subito dopo prendeva lui o viceversa, fino a quando agganciai e portai a riva un temolo veramente bello, misurato non con il metro ma a spanne, era lungo due spanne e un pezzetino. La mia spanna è lunga 23 cm, quindi: 23+23+3= 49 cm.( + o - ), a parte gli scherzi era un gran bel temolo.
Senza mangiare si continuava a pescare e l'attività dei pesci diventava sempre più frenetica, ad un certo punto Dino decise di andare verso valle dopo il raschio, era stufo di prendere solamente trote, lui era venuto in Soca per i temoli, dove c'è una piana che l'anno prima gli diede molte soddisfazioni, mentre io continuavo nella stessa zona, non mi sono mai mosso da li. Catture su moschine in cdc color giallino dal 14 al 22, qualche cattura di trote anche con il Norio. Il freddo si faceva sentire nelle gambe, sopratutto alle ginocchia, il sole era scomparso e le schiuse piano piano stavano calando di intesità fino a quando sulla superficie dell'acqua non si vedeva nessun movimento.
Allora soprafatti dalla fame e dal freddo alle 16,20 alzammo bandiera bianca, aspettai Dino per ritornare assieme alla sua macchina, la prima cosa che mi disse fu:- non ti sei accorto del calo di livello dell'acqua? No, gli risposi. E lui:- il primo temolo che ho agganciato e portato a riva era un bestione che il livello dell'acqua si è abbassato almeno di dieci centimetri..................Sto ancora ridendo.
In quel posto nell'ultima ora di pesca aveva fatto sei temoli e in questi tempi non sono pochi.La giornata si è conclusa positivamente, abbiamo fatto molti aggangi di più trote che di temoli, ma i temoli che abbiamo preso, sono temoli da serie "A".
Tutto sommato la giornata di pesca passata era stata piena di emozioni per tutti e due, abbiamo lasciato il fiume con un po' di nostalgia, anche se la stanchezza e il freddo era maggiore, ma sapevamo che nei prossimi giorni ci aspettava una nuova avventura.
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