domenica 5 giugno 2011
Tre giorni in Gacka e uno sul Kupa alle sorgenti
Orchidea selvaggia dei prati della valle del Gacka
Mercoledì 01/06/2011............Si parte!
Non con la solita compagnia ma con quella del Meni. I miei amici storici quest'anno non sono potuti venire per problemi personali e così mi sono aggregato alla banda del Meni.
Programma: due gg. in Gacka e poi si vedrà, tutto dipende dal meteo.
Siamo in cinque, il sottoscritto, il già citato Meni, Alessandro, Paolo e Giancarlo.
Si parte all'avventura, senza prenotazioni e balle varie, si trova quello che si trova il bello della diretta è questo se no che avventura è.
La decisione mia era quella di fare quattro gg. di pesca, mentre loro avevano optato per un giorno in più. La tartarughina rossa, la macchina del Meni, appellativo datogli da Alessandro, lui era con me in macchina, per la lentezza durante il percorso, alla fine del caricamento dei bagagli era piena come un uovo:
Arrivati a Licko Lesce in mattinata oltrata la prima cosa che abbiamo fatto è stato il permesso di pesca al solito posto, il negozietto di alimentari dopo il ponte della statale per Gospic.
L'appartamento della Vera era occupato e quindi abbiamo tentato e ci è andata bene quello della casa prima del solito ponte a 70 metri dal fiume.
Parliamo del fiume. Si torna volentieri in luoghi cosidetti sacri, perchè unici, perchè indimenticabili nella memoria di molti, se non di tutti. Credo che il Gacka sia uno di questi strani mitici luoghi, in cui si ritorna sempre, senza un vero apparente motivo. Sì, il fiume come sempre è magnifico, i ricordi di grandi catture affiorano continuamente è un appuntamento annuale che fa parte della vita di un pescatore a mosca come me che da moltissimi anni lo frequenta, dai primi anni ottanta e da tanti altri appassionati. La storia raccontata per l'amore di questo fiume è così ricca di aneddoti e di racconti verosimili e inverosimili, piena di gesta eroiche e di cocenti delusioni.
Il Ponte della statale
Il fiume verso monte
Verso valle
Torniamo alla cronaca.
Dopo aver fatto velocemente due spaghi all'aglio olio e peperoncino e fatto fuori una serie di birre, consumato quasi del tutto il formaggio e la mezza sopressa ci siamo dedicati alla pesca.
Io, Paolo e il Meni verso valle mentre gli altri due verso monte. Il meteo non prometteva niente di buono e per questo si pescava vicino all'appartamento.
Le catture non tardarono ad arrivare, io come al solito che bollano che non bollano uso da alcuni anni solo il Plumin del Norio, facendo pattinare questa segde in superficie è micidiale e a fine passata recuperala a mo' di streamer da gli stessi risultati.
Catture non trascendentali, molte piccole, poche da foto.
I veri Big Fish detta di Meni bisogna cercali sotto e lui con le sue mosche tutte particolari è riuscito a guadinarle più di qualcuna. Questo sistema ha spinto un po' tutti ad usare queste imi, sopratutto Giancarlo, che a questo fiume preferisce tutt'altro tipo di corso d'acqua, riuscendo ad avere catture degne di nota.
Alla sera tardi o al mattino presto i miei compari di avventura si sono dedicati alla costruzione di mosche per la giornata, mah! Non condivido si costruisce in inverno a casa o al club in modo di avere una certa "scorta " al momento.
Il Meni all'opera
Un Plumin del Norio modificato rilevatosi validissimo per una cattura da record
La zona del primo ponte dove il Meni ha fatto la cattura da record della giornata.
Una nota lieta quest'anno molti cigni addirittura una famigliola con due piccoli, bellissimi.
Dai due gg. previsti in Gacka ne è stato aggiunto il terzo causa le condizioni meteo per niente buone. Il terzo giorno per me è stato quasi un flop, poche catture e non di qualità mentre per Alessandro, Paolo, Meni e sopratutto Giancarlo catture di tutto rispetto.
Il fiume in questi tre giorni era molto affollato, tanti pescatori di varie nazionalità lungo le sponde, che dire il fascino di questo fiume riesce ancora a catturare.........
Alla sera per l'indomani era stato deciso di trasferirsi da Josip alle sorgenti del Kupa, non prima di aver visto il Dobra sopra la città di Ogulin verso monte, di strada verso il Parco del Risniak.
E' un tributario del Kupa.
Tutto da scoprire è simile al Kupa basso, quello gestito dalla società di pesca di Brod na Kupi, ci sono pochissime info al riguardo ma la bellezza di questo fiume e dell'ambiente merita sicuramente una visita più approfondita per poter pianificare un paio di gg. di pesca.
Da Josip siamo arrivati oltre le 11,00, tempo per far i permessi e nel giro di mezzora eravamo già con le canne in mano. Di mangiare non se ne parla, la mia colazione del mattino era fermata solo ai due caffè, la voglia di pescare incombeva anche perchè alle 18,30 per me era previsto il rientro a casa.
Il Kupa era perfetto un po' di acqua in più dell'ultima volta che ci sono stato, grande pressione piscatoria, nella piana oltre una decina di pescatori, alla passerella tre o quattro, mentre allo stavolo delle pecore nessuno, fine piana lenta dove quindici gg. fa mi sono divertito nel raschio per fortuna non c'era nessuno. La mia azione di pesca in questo luogo è dedicata in questi ultimi tempi solo a ninfa e i risultati sono stati immediati, una serie di temoli e non piccoli ai primi passaggi con la solita ninfa tipo Jig o quelle fatte di recente: le Pheasant Tail con bead in tungsteno color oro.
Il famoso jig
Le Pheasant Tail
Una delle tante catture
Da li a poco mi raggiunse il Meni, il posto è bello poco disturbato ma il fondo del fiume è pericolosissimo, sassi enormi, buche ingannevoli e si scivola che è un piacere, se non hai il bastone(Wading Staff)il bagno è assicurato.
Il Meni ai bordi del raschio
Il raschio verso la grande buca
Il Meni non si sentiva sicuro, non ama star in acqua figuriamoci in questa pool e da li a poco è ritornato al suo "vecchio" posto nella buca a valle della passerella.
Da anni frequento le sorgenti e le conosco benissimo, verso valle non c'è la quantità di pesce che c'è dallo stavolo delle pecore all'inizio della riserva, ma la qualità è eccellente, insomma pochi pesci ma quelli che ci sono sono super.
Poco più a valle il fiume forma una buca enorme, incoscente come un ragazzino mi sono messo in bilico in un masso sommerso pieno di alghe scivolose nonostante che i miei scarponi , i Chota, abbiano i chiodi ho rischiato più volte di finire dentro. Volevo fare una sola passata con la ninfa e poi andarmene dal posto non stavo tranquillo.....bene, il mio jig ha carpito forse il più grosso temolo del luogo, enorme, dopo una decina di minuti sono riuscito a prendere la testa della ninfa e sganciarlo. Non mi sono rammaricato per non averlo fotografato è già tanto non essere caduto in acqua nella lotta per il recupero.
Mi sono veramente divertito le 18,00 sono arrivate in un baleno e risalendo il Kupa per salutare il resto della banda ho incontrato almeno una quindicina di pescatori, la gran parte erano nella piana, Giancarlo, Alessandro e Paolo nonostante il grande affolamento si stavano divertendo, un po' meno il Meni non era entrato ancora in pesca, non so se verso sera la sua situazione fosse cambiata.
Per la stradina mentre ritornavo alla macchina mi venne incontro Josip con il vecchio Tomos(motorino), mi domandò com'era andata , gli risposi che con la ninfa mi sono divertito, volle vedere che tipo e gliela regalai, la prese e la mise nella sua fly box..... un porta rullino di pellicola per le vecchie macchinette fotografiche. Quando ha tempo e il figlio non gli crea problemi va a pesca anche lui.
Il restante della compagnia era indeciso se fermarsi li a pescare all'indomani o fare un'escursione nel Kupa basso e nel Kupica..........
Il viaggio di ritorno è stato lungo e noiso ero affamato e alle 21,00 mi sono fermato a mangiare sul confine italo-sloveno in una trattoria che merita l'attenzione.
Temporali da Redipuglia a Palmanova e alle 11,00 ero in garage e qui termina l'avventura.
Conclusioni in Gacka così così, secondo me la terza settimana di maggio è la migliore, lì il fiume è poco frequentato, il Kupa alle sorgenti è da fare durante la settimana, evitarlo per affollamento nei Week End.
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Il Meni è proprio forte! E per il nostro Nissan Serena il soprannome Tartarughina è proprio azzeccato!
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