lunedì 16 maggio 2011

In Cellina a Barcis







Con l'amico Dino, giorni fa abbiamo fatto un'escursione sul torrente Cellina all'entrata del lago di Barcis. Livelli bassi e acqua splendida color smeraldo tipo Soca(Isonzo). Un'escursione fatta di pomeriggio per un paio d'ore, giornata calda con un po' di vento nelle prime ore, assente verso sera insomma una situazione ideale per noi.


Non c'era anima vivente avevamo tutto il torrente per noi, Dino decide di pescare sotto e naturalmente io decido di pescare a secca.
Pescare in Cellina a secca non è semplice, la velocità dell'acqua è molto forte e la mosca non la vedi se non usi taglie maxi 10/12 è innafondabili del tipo Royal Wulff, KlinKhammer Special e tutte quelle in foam.


Dino per pescare sotto opta per le solite ninfe in tungsteno in particolare i jig.


Partenza sparata del sottoscritto che nel giro di una mezz'ora aveva incannato tre temoli e tre andati via con almeno altrettanti rifiuti, la mosca, una Royal Wulff Parachute del #12.



L'amico Dino faticava ad entrare in pesca, decise di andare verso monte nella zona delle due gallerie della strada verso Cimolais.


Anche lui con non poche difficoltà causa la corrente alla fine iniziò ad catturare temoli.
Per chi non lo sapesse le sorgenti del torrente Cellina si trovano in provincia di Pordenone a circa 650 metri sul livello del mare, in una località chiamata “Margons”, nel comune di Claut, ma il loro punto d’origine è situato sul monte la Gialina, a 1634 metri sul livello del mare. Il Cellina è lungo 58 chilometri e percorre la Valcellina per una trentina di chilometri. A Barcis forma un lago artificiale ottenuto dallo sbarramento delle acque, un sistema elettroirriguo che utilizza le acque del torrente Cellina per la produzione di energia e per l'alimentazione di acquedotti ed impianti di irrigazione.
Un'altro invaso più a valle, quello di Ravedis, la funzione di questo sbarramento è principalmente quello di regolare il deflusso del torrente Cellina.
La storia della diga di Ravedis è molto travagliata in quanto i primi progetti di costruire uno sbarramento nei pressi la stretta di Ravedis risalgono agli anni 50. Il bacino imbrifero del Cellina e del Meduna fanno parte di una zone delle più piovose d’italia, se non la più piovosa. Questo causa, specialmente nel periodo autunnale, frequenti piene del fiume Cellina che si traducono in tracimazioni nella zona di Pordenone.


Dopo la diga di Ravedis le sue acque scompaiono nell’immenso ghiaione che si è depositato nei secoli e che forma il lungo-metraggio che si avvia oltre il ponte della ferrovia, nelle vicinanze di Monterale Valcellina, scorrendo nel sottosuolo, fino ad incrociare più a valle le acque del fiume Meduna e riapparire in superficie unito nella zona delle risorgive nel territorio compreso tra Vivaro e Cordenons.
Da dove nasce fino a dove va a finire, tra gole, dirupi, insenature e salti, il Cellina assume colorazioni e trasparenze straordinarie a seconda il luogo, l’ampiezza del suo letto, della sua profondità, dei contorni montuosi o collinari.

Da moltissimi anni è in vigore a monte una zona NO KILL e quest'anno è stato ampliato da un paio di kilometri verso valle:

COLLEGIO 5 - Maniago - Barcis ZONA NO KILL

Torrente CELLINA, dal guado di Contron (vicino alla centralina), al ponte di Mezzocanale.

A monte dello sbarramento di Ravedis, dove il torrente ha sempre una buona portata, vivono i pesci caratteristici delle aree montane, ovvero Salmonidi,scazzone e temolo.
L’ambiente del Cellina è particolarmente severo e povero, per cui un secolo di
immissioni di trota fario hanno del tutto cancellato le antiche popolazioni
di trota marmorata. Oggi la fario domina sul Cellina e gli affluenti, condividendo habitat e risorse con lo scazzone.
Nel tratto medio ed inferiore della valle, fin dove le temperature lo consentono, vive anche il temolo, mentre nel lago di Barcis sono frequenti i Ciprinidi, fra cui i più numerosi sono, come spesso accade, i cavedani.(Info tratte dal notiziario: Pesca e Ambiente del dicembre 2010 dell'Ente Tutela Pesca).

Torniamo a noi , le catture si suseguirono fino a tarda sera, sopratutto verso l'imboccatura del lago dove la corrente del torrente moriva e al calar del sole l'attività dei pesci in superficie era frenetica.
Catture di temoli,trote e cavedani.
A conclusione: una buona uscita.

Nessun commento:

Posta un commento