Il Varmo dista solamente a 20km da casa, questa magnifica risorgiva in questo momento sta dando il meglio di se stessa. In quasi lungo tutto il corso di questo fiume si può ammirare una rigogliosa vegetazione ed a tratti, anche il suo letto è ricco di lunghe alghe, che con la corrente ondeggiano e si stendono a pelo d’acqua, tanto da sembrare delle lunghe chiome verdi e marron. E’ uno scenario ricco di fascino, un ambiente naturale incontaminato dove regna la pace e il silenzio, interrotto soltanto dal canto di qualche uccello o dallo scorrere dell’acqua che è piacevole ascoltare in prossimità di qualche salto o di qualche piccola cascata.
E’ un fiume dalla bellezza quasi nascosta : sembra infatti che la vegetazione presente lungo le sue rive voglia tenere riservato il suo passaggio.
Bene! Presentato l'ambiente torniamo alla nostra giornata di pesca.
Con un mese di pioggia alle spalle i livelli sono ottimali e le erbe non stanno ancora affiorando in superficie. L'Ente Tutela Pesca da moltissimi anni ha istituito due tratti No Kill nella zona di maggior affluenza di pescatori. Il primo va dal cimitero di Gradiscutta fino al ponte della strada di Belgrado, mentre l'altro va dal ponte di Varmo al manufatto di fronte alla casa del guardiano. Quello più frequentato naturalmente è quello di Gradiscutta, facile da arrivare con la possibilità di parcheggiare in un posto tranquillo e poi la sponda destra libera da vegetazione riparia fino alla cascatina è l'ideale per la nostra tecnica.
L'unica nota negativa è il bracconaggio.
Bracconaggio fatto per lo più da pescatori con esche naturali, nelle zone libere le trote le fanno fuori in un paio di giorni e poi vanno a pescare dove le trote si fan vedere e sentire, cioè in zona No Kill. Camufatti in mezzo agli alberi e ai rovi con la larva del miele fanno strage, ma anche qualche moscaiolo(così dicono)qualche trota se la porta a casa. Con una mentalità così dove vogliamo andare? Mah!!
La vigilanza è quella che è, gli addetti effettivi sono rimasti in pochi ed hanno altre mansioni, mentre per i pochi volontari di certo non rischiano la pelle per un paio di trote.
Nel Varmo si ripopola solamente con trota fario per almeno due volte all'anno.
Assieme ad Egidio si decide di far l'uscita a Gradiscutta, il tempo non prometteva niente buono, giornata coperta da nubi piene di pioggia e il sole lo si vedeva a tratti e ogni tanto una gocciolina faceva capolino.
Appena arrivati abbiamo dato uno sguardo al fiume dal ponte, un paio di bollate sia a monte che a valle ci hanno dato il benvenuto. Galvanizzati dall'attività delle trote ci siamo "vestiti" in batter d'occhio. Non eravamo soli altri due PAM stavano faccendo la stessa cosa.
Egidio il più veloce di tutti si è messo a monte del ponte vicino al muro di rovi che si trova a cento metri dalla strada.
Due lanci e due perse, ma l'efficacia della mosca è indiscussa si tratta del : Plumin del Norio color tabacco.
Poco dopo un aggancio, una bella fario.
Mentre lui la stava guadinando mi posizionai nella postazione più a valle e mi detti da fare, l'attività delle trote cessò di colpo e non mi restava che andare in caccia, non usavo la stessa imitazione di Egidio, ma per cambiare ho montato una Devaux in cdc, non è il plumin del Norio ma ci assomiglia.
Dopo un paio di lanci ecco la mia prima fario, bella e chiara una di quelle vecchie non scure di quelle appena immesse.
Poco più a valle da me gli altri due Pam, tutt'e due pescavano con la ninfa e subito al primo passaggio tutt'e due nella stessa frazione di tempo agganciavano due belle fario e nei successivi passaggi altri agganci di trote non andati a buon fine.
A questo punto mi decisi di provare anch'io con la ninfa. Premetto che non sono un esperto con questa tecnica, ma leggendo qua e la e vedendo il Meni in azione alcuni movimenti li so fare e poi avevo di fronte a me un fiume imballato di trote.
Monto una ninfa con la testina in tug color oro corpo scuro, pelo di lepre e amo del 12 tipo Knapek, assomigliante ad una pheasant tail.
Dopo alcuni passaggi ecco la prima fario, entusiasmo a mille per la cattura e questa, avvenuta così in poco tempo mi invogliava a continuare con questa tecnica nonostante che le trote erano tornate in attività in superficie. Spostandomi un po' più a valle in una buca di fronte a me un bel temolo stava in attività a caccia di ninfe, lo vedevo bene con gli occhiali e con gesti abbastanza goffi sono riuscito a lanciare a monte la ninfa e memore dei consigli del Meni quando questa arrivò davanti al pesce con un leggero movimento della punta della canna la ninfa tende a salire ed in quell'attimo subii l'attacco del pesce alla mia esca. Un'azione così veloce che mi trovò impreparato e l'aggancio non fu così proficuo, infatti lo tenni in canna per qualche secondo e poi se ne andò, questo è il frutto dell'inesperienza del metodo, comunque niente rammarico il garzonato lo devi pagare. I temoli in Varmo ci son sempre stati, risaliscono dal fiume Tagliamento e i pochi che regnono in questa risorgiva sono veramente grossi.
Altre due catture sono state fatte con un'altro tipo di ninfa,
e verso sera l'attività del pesce in superficie era costante su schiuse di sedge color brown chiaro e qui senza indugio, con tempestiva risolutezza sono ritornato a secca.
Usando diverse mosche alla fine altre trote sono state guadinate.
Nel frattempo sono stato raggiunto da Egidio, anche lui si è divertito un mondo a secca, sempre con il plumin del Norio alla fine ne ha contate otto di catture, mentre sei per il sottoscritto. In questa risorgiva non è facile pescare è piatta come l'olio e ci sono una miriade di microcorrenti causate dalle erbe sommerse e la mosca in superficie al 90% draga, solamente con terminali lunghi e con il tip dell'0.12/0.10 si riesce quasi a sopperire a questo incoveniente.
E' più facile a ninfa ma bisogna sempre esserne capaci.
Alla prossima.
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