venerdì 21 dicembre 2012

Buone Feste


Il Blog augura a tutti un BUON NATALE E UN FELICE ANNO NUOVO

martedì 18 dicembre 2012

March Brown

Se dovessi fare una graduatoria sulle miglior mosche sommerse per le soddisfazioni avute in questi anni, ai primi posti metterei certamente la March Brown. E' veramente strano quanto poco sia usata dai Pam miei amici, anzi qualcuno addirittura non la conosce proprio. Eppure una mosca così mi ha dato moltissime soddisfazioni in tutti i fiumi in cui l' ho adoperata e sarebbe un peccato rinunciare a costruirla per delle difficoltà che in realtà non esistono, il montaggio di questo tipo di ninfa è fra i più facili e veloci da eseguire, esso è inoltre lo stesso per la costruzione di molte categorie di artificiali di enorme importanza.
Dalla ricerca che ho fatto questa imitazione è stata creata dagli inglesi per riprodurre la Rhithrogena haarupi, una effimera che non è data presente in Italia, essa fa parte di una famiglia, quella delle Heptagenidi, che si distingue per la notevole rassomiglianza fra diversi generi e diverse specie.  Fa parte  cioè di un gruppo di effimere tutte molto assomiglianti fra loro, tanto da poterle imitare tutte con pochissimi artificiali diversi solo per piccoli particolari.
La March Brown imita degnamente tutte le specie di Ecdyonurus, sopratutto la Ecdyonurus venosus dove il periodo di sfarfallamento avviene verso la fine della stagione di pesca.
La ninfa appartiene alle ninfe piatte, cioè a quelle ninfe abitatrici delle acque molto veloci con fondo ciottoloso. La sua resa naturalmente è maggiore nei periodi delle schiuse, ma rende benissimo anche quando sull'acqua non ci sono tali insetti.
L'ho usata dai torrenti tumultuosi ai raschi e alle lame dei fiumi di fondo valle e pianura, purché l'acqua sia fresca e ossigenata e la corrente veloce. E' micidiale nell'acqua mossa.
Le variazioni di questa imitazione sono infinite, la troviamo sui libri di costruzione e menzionata almeno  una volta all'anno nelle riviste del settore per non parlare poi sui forum on line di pesca a mosca.
Il dressing che mi ha dato maggiori soddisfazioni è quello di Mario Riccardi , copiato nel lontano 1992  dal suo libro di costruzione "Le mie mosche (Editoriale Olimpia)" e questa imitazione è stata  impiegata con successo per la prima volta in Sava grande nel giugno del 1993 a Mosnje in Slovenia, a valle di Radovljica, zona Bled.




La foto fatta dall'amico Egidio(Vecju), quasi vent'anni fa mi ritrae con il temolo  in canna agganciato alla ninfa di Riccardi, questa è la prima cattura con quell'imitazione, l'inizio di una lunga serie.
La ninfa in questione è la Red March Brown e si trova a pagina 153 del libro.
Ho ancora alcune ninfe fatte in quel periodo,  una l'ho fotografata :



Dressing :

Amo: dall'8 al 14
Filo di montaggio: Bruno o rosso
Appesantimento: Filo di piombo
Coda: Tre/quattro herl di coda di fagiano lunghezza metà del corpo
Anelli addominali: Filo di rame
Corpo(prima parte) Seta floscia rosso brillante, metà gambo
Corpo(seconda parte) Pelo di lepre
Filo di rame avvolto su tutto il corpo
Hackles: Una piuma di pernice 
Testa: Filo di montaggio
Oltre la Red March Brown (che preferisco) c'è anche la Dark March Brown, la differenza tra le due la fa il primo tratto del corpo che è di colore marron rossiccio.
Lo scorso inverno ne ho fatte per rimpinguare le posizioni mancanti nelle fly box e le ho costruite con qualche variante, anzi un tipo addirittura l'ho fatta con la prima metà del corpo con il filo di montaggio color chartreuse ( gialloverde acceso). La variante dal dressing originale è stata quella di coprire il primo tratto del corpo della ninfa quello fatto con il filo di montaggio con della colla Loon la UV Knot Sense per consolidarlo e darle più visibilità. Il risultato in pesca delle tre varianti è stato davvero sorprendente, per niente inferiori alle originali.

  
























venerdì 26 ottobre 2012

Chiusura in Tolminka



Di solito la chiusura la si fa in Soca, ma i livelli e sopratutto il colore dell'acqua in questi giorni ci hanno convinto di chiudere la stagione in Tolminka.
Giovedì 25/10 io e l'amico Dino abbiamo fatto i permessi da Roman Jazbecu a Idrsko e mentre si procedeva verso Tolmino si guardava il Soca , l'acqua era di colore verde grigio e l'idea di fare la chiusura a Kamno con quell'acqua non ci passava nemmeno nell'anticamera del cervello, sebbene due stagioni fa nelle stesse condizioni l'amico Meni tirò fuori una marmorata di 60 cm.
Il Tolminka si presentava nelle migliori condizioni possibili, acqua limpida e livelli ottimali.







Mancavo da molto tempo da questo torrente, i lavori di manutenzione hanno completamente stravolto il corso del fiume. Hanno creato delle briglie per contenere le piene così facendo tra una griglia e l'altra si sono formate delle piane favolose, ottimo posto per chi pesca con la secca.




Giornata splendida, anche il meteo sloveno lo confermava, era il momento giusto per pescare prima dell'arrivo del maltempo previsto per i prossimi giorni.
Alle ore 10,00 eravamo in acqua, iniziammo tutti e due a ninfa in attesa dell'attività in superficie del pesce. Verso valle, fino alla confluenza con il Soca, il torrente non mi piace, poca corrente, niente ostacoli tutto liscio ed io non ci so fare a ninfa per quel tipo d'acqua. Comunque una trota iridea di discrete dimensioni 40/45 cm. misurata a spanne e un bel temolotto sono riuscito a spiaggiarli. L'amico Dino, pure lui in difficoltà con la ninfa, alla fine è riuscito a guadinare una trota e due temoli, questo prima dello stop per il panino.
In attesa del caffè, abbiamo notato alcune bollate sotto gli alberi della sponda di fronte a noi, bollate di una certa intensità causate da una grande schiusa di plecotterini o Stoneflies  della famiglia Leuctridae e precisamente le : Leuctra geniculata e Leuctra fusca.
Nel giro di pochi minuti eravamo in acqua, mi posizionai nella piana tra la prima briglia e la seconda, mentre l'amico Dino girovagava per il torrente per trovare un posto a lui ideale.
L'attività del pesce in superficie nella piana era frenetica, osservando bene le piccole stonefly si agitavano, creando turbolenza e attirando l'attenzione del pesce, questo è dovuto dopo la deposizione delle uova. Sull'acqua si possono trovare solo quelle femmine che durante la deposizione delle uova non riescono a riprendere il volo.
L'imitazione che ha fatto la differenza e stata la Moustique du Jura di Louis Veya tratta dal libro. Tying Flies with CDC di Leon Links.




Il mio DRESSING:

Amo: 14-20
Filo: Nero 8/0
Coda: Fibre di hackle di gallo
Addome: Filo di montaggio - vari colori
Hackle: Piuma CdC naturale(rada) 2 giri
Testa: Nera


Questa piccola mosca mi ha evitato un cappotto del costo di 54 euro, il risultato alla fine della giornata lo ritengo un successo. La caratteristica di questa mosca è la grande hackle in CdC, imita alla perfezione le piccole stoneflies in difficoltà nella lenta corrente. Al termine ho contato una decina di pesci: quattro temoli e sei trote.









Alle 17,00 abbiamo alzato bandiera bianca, bella giornata, acqua limpida, aspetto ambientale da sogno ma le gambe congelate nonostante le protezioni del caso.
Con questa escursione in terra slovena la stagione di pesca 2012 sul fiume per me è terminata.
Mi rimane da fare ancora alcune uscite in lago a carpe fino all'arrivo del freddo boia.

venerdì 28 settembre 2012

Rimosso il No Kill sul torrente Cellina

Ecco un'altra tegola in arrivo per la prossima stagione di pesca nel 2013.
La fantastica(ironia)decisione di abolire il tratto No Kill del torrente Cellina che va dalla passerella di Contron al ponte di Mezzocanale è del rappresentante del collegio n.5 Maniago-Barcis il signor Vallar Giuseppe, su pressioni dalle società di pesca che lui rappresenta in seno al Consiglio regionale dell'ETP e da pescatori non Pam, sostituendolo con un Regime Particolare 2.
Ecco cosa dice il libretto dato dall'ETP al rinnovo della licenza su i Regimi Particolari in questo caso il N.°2:
RP 2)
Numero massimo di catture e misure minime del pescato. E' possibile trattenere un numero massimo complessivo di salmonidi e timallidi pari a tre esemplari, di cui non più di:
n. 1 temolo di misura minima pari a cm. 40
n. 1 trota marmorata ed ibridi di misura minima pari a cm. 40
n. 2 trota fario di misura minima pari a cm. 35
n. 3 trote iridee di misura minima pari a cm. 22 L'attività di pesca deve interrompersi al trattenimento del terzo esemplare tra salmonidi e timallidi.
Esche consentite: solo quelle artificiali con amo singolo(amo ad una sola punta)privo di ardiglione o con ardiglione perfettamente schiacciato.
Attrezzi: una canna con o senza mulinello.
Al riguardo ho scritto una mail al signor Vallar Giuseppe ed è questa:

Buongiorno Signor Giuseppe. Mi chiamo Muzzin Onorio e sono di Casarsa della Delizia. Da moltissimi anni pesco a mosca , ho pescato con la mia tecnica nei fiumi di mezza Europa e ho preso perfino l'aereo per andare a pescare. Dal lontano 1988 pratico il No Kill su tutte le acque dove ho potuto posare la mia coda e da anni ho continuato imperterrito nel consigliare la pratica del rilascio del pescato, come forma di rispetto e di protezione ambientale. Sono convinto sia questa la conclusione più giusta di una giornata di pesca, a patto che vengano usati tutti quegli accorgimenti utili per non ledere mortalmente il pescato che non ha più ragione di essere tenuto. Il Cellina lo conosco da oltre quarant'anni con una frequentazione di almeno 6/7 uscite a stagione. Bene, dopo questa presentazione, veniamo al motivo per cui Le scrivo. Sono molto amico di Dino Spaggiari, e la gran parte delle uscite di pesca le faccio con lui. Sono stato informato da lui dell'abolizione del tratto No Kill sul Cellina per la prossima stagione da parte sua signor Giuseppe. Sono rimasto senza parole, ma come? Invece di aumentare i tratti No Kill li aboliamo? Questo è quello che mi è venuto in mente di primo acchito. Signor Giuseppe, ma non si è domandato come mai sono tanti coloro che praticano il No Kill in Italia, per non parlare dei Paesi stranieri dove il rilascio del pescato è obbligatorio? Non voglio demonizzare nessuno, siamo in un Paese democratico e ognuno è libero di esporre le proprie teorie, ma ritornare indietro ad annoccare pesci , questa poi non me l'aspettavo. Mi ricordo le "battaglie" verbali fatti anni addietro contro i pescatori di altre tecniche di pesca per istituire i primi tratti di fiume a No KIll, oggi perfino in alcuni collegi di pesca della nostra regione conosciuti come tradizionalmente "annoccatori" hanno dei tratti di No Kill. Mi sembra comunque, tornando al discorso generale, che la scelta del No Kill sia razionale e coerente coi tempi in cui viviamo. Bisogna tenere conto del progressivo depauperamento delle acque e del nuovo ruolo che riveste il pescatore nel quadro generale della pesca sportiva moderna. Non è un sacrificio rimettere il pescato in acqua, oggi è diventato quasi un dovere. Signor Giuseppe la sua proposta o richiesta di un RP 2 al posto del No Kill consente di trattenere tre pesci , non vado nello specifico su misure di trote e temoli, ma è il rispetto delle regole che in quella zona in particolare mi lascia nel dubbio. Un fatto accaduto anni addietro, nel tratto prima della galleria aperta , un pescatore anziano pescava con esche naturali e tutto quello che prendeva annoccava, sia trottelle fario che marmorate , per fortuna i temoli non riusciva prenderli se no anche quelli in padella. Alla mia nota che in quel tratto era per il Ciapa e Mola e che era proibito trattenere il pesce e pescare con le esche naturali…………….non mi ha dato nessuna risposta ed ha continuato a pescare come se niente fosse. Certo non si può fare di tutta l'erba un fascio, ma in tutte le volta che ho pescato in Cellina non ho mai avuto il piacere di avere un controllo da parte della vigilanza. Signor Giuseppe, ancora oggi non c'è pescatore a mosca o pescatore generico" evoluto", a proposito o sproposito, non infili in una discussione di pesca, un No Kill di troppo. Le scelte che contano sono sempre impopolari, almeno nell'apparenza, in quanto noi tutti siamo ormai abituati a utilizzare soltanto l'ambiente naturale, senza niente dare in cambio. L'adozione dei No Kill nel Cellina è per selezionare le specie da proteggere. Ad esempio la protezione o la reintroduzione di specie autoctone come la Marmorata e il Temolo. Nelle mie esperienze di pesca ho incontrato molte volte, essenzialmente all'estero il No Kill e devo dire che laddove è stato introdotto da tempo i risultati sono evidenti e la popolazione dei pescatori lo considera un grosso traguardo. Non so se per la prossima stagione sia ancora in tempo per reintrodurre di nuovo il No Kill, se non lo stesso tratto uno nuovo di pochi chilometri prima dell'entrata in lago.

Onorio

Questa è la sua risposta

Non risponderò più alle @ visto che vengono usate in maniera distorta, se vuole uno scambio di oppinioni questo è il mio telefono,............... Cordialmente. Giuseppe Vallar
Leggendo questa risposta, devo dedurre che non sono stato il solo a manifestare il disappunto della sua decisione. La mia mail non è affatto distorta e ne usata per altri scopi e solamente l'amarezza di vedere che gli sforzi fatti in passato per ottenere finalmente i tratti No Kill e con questo mettendosi al passo con gli altri Paesi Stranieri, vengono cancellati in un solo attimo con molta leggerezza.

martedì 11 settembre 2012

Chiusura in Cellina

Giorni fa ho ceduto alle lusinghe dell'amico Meni per fare la chiusura in Cellina all'entrata del lago di Barcis. Il lago in questi giorni ha i livelli bassissimi causa i lavori che stanno eseguendo alla diga. Il lago si è accorciato di almeno 600 metri da di solito iniziava in grazia d' acqua. Nel tratto "scoperto" le varie lame con velocità folle morivano lentamente nell'acqua più profonda e in queste tail il temolo fa il padrone di casa, ma la mezza giornata di pesca non prometteva niente di buono, acqua velata tendente verso il peggio e l'unica azione di pesca era quella con la ninfa. Iniziai subito ad affrontare i margini della corrente con un jig tipo red tag del 12 e una pallina di pasta in tungsteno a 50 cm. dall'artificiale. I risultati non tardarono ad arrivare, al secondo passaggio un bel temolotto riuscii a guadinarlo. Nel frattempo il Meni pure lui a ninfa nella tail riusciva ad agganciare un temolo . La pesca col tempo diventava sempre più ostica solamente qualche" toccatina" alla mia ninfa mi trovava impreparato per l'aggancio. Il mio amico lasciando derivare la ninfa nelle lame della corrente che moriva in lago riusciva ad avere la meglio sugli attacchi decisi di un paio di temoli. Non gran cosa ma in quelle condizioni di acqua era massimo che si potesse fare. Altri due amici Alessandro e il suo collega di lavoro Pier all'imbrunire ci hanno raggiunto e per fare coup de soir e stranamente nonostante l'acqua in pessime condizioni i temoli incominciarono a bollare. Piccole effimere in cdc e l' immancabile klinhammer special con l'ala fuxia hanno fatto la differenza. A conclusione abbiamo catturato di più nell'ultima mezz'ora di pesca della giornata che nelle tre ore precedenti. Alcune immagini:

martedì 4 settembre 2012

Lago : Carpe Diem

Una nuova "Location"da parte mia e del Meni per la pesca alle carpe con la coda di topo è il Laghetto di Pescasportiva Carpe Diem di Campolino di Gaiarine(TV). Non è la prima volta che ci andiamo, ma dopo averlo frequentato 5/6 volte è giusto evidenziare questo resort.
Il Bar della proprietaria dove fanno i permessi
Bacheca con il regolamento per la pesca
Tessera associativa
Tagliando inizio ora di pesca Diciamo che il Meni è stato il primo di noi due a pescare le carpe in questo lago, successivamente l'ho accompagnato per tutte le altre volte. Lago molto frequentato da pescatori che praticano la tecnica del "Carpfishing". Il Carpfishing è una precisa tecnica di pesca sportiva volta alla cattura della carpa e di altri grossi ciprinidi con le stesse abitudini alimentari. Grande stupore e meraviglia ha destato la nostra tecnica verso questi pescatori per le numerose catture fatte con canna da mosca e sopratutto per potere catturante dei nostri artificiali rigorosamente costruiti da noi.
Queste sono le mie fly box
Scatola blu sono l'ultime imi fatte Il lago è di forma quasi rettangolare, ben tenuto, l'erba delle sponde sempre tagliata, postazioni accessibili senza difficoltà. Entrando a dx dopo pochi metri c'è una spiaggietta che termina fino all'acqua, questo posto è l'ideale per la pesca con la coda di topo, però è anche un posto molto ambito dagli altri pescatori, per la comodità di essere vicino al parcheggio e sopratutto vicino al bar. Il lato Dx del lago è quello che fa per noi, la recinzione e gli alberi distano distanti dall'acqua e quindi si può lanciare con tutta tranquillità.
Foto del lago dalla nostra postazione
Il Meni mentre prepara il materassino per le catture E' popolato da carpe, amur, pescegatto americano, lucci, cavedani, black, temoli russi, trote, storioni e........scardole. La nostra attrezzatura per la pesca è formata da una canna da 9' con un mulinello 8/10 caricato da 150 metri di Backing da 30LB con una coda a punta affondante del #8 e con un terminale da due metri e mezzo con un tip di 60 cm. dello 0,23. La nostra azione di pesca è abbastanza semplice, si lancia l'imitazione più lontano possibile e subito dopo con l'attrezzo apposito si getta nella direzione della coda un po' di pellet affondante,( mangime per i pesci di allevamento)e si recupera la coda con la mano sx lentamente. L'attacco della carpa, amur o pesce gatto non tarda ad arrivare. Ce ne accorgiamo nel mentre la coda ti parte a razzo dalla mano e in quel momento non si fa che alzare la punta della canna e poi.........combattimento fino allo stremo del pesce, in alcuni casi anche del pescatore, il guadino alla fine fa il suo dovere . Non sempre così semplice ad avere subito degli attacchi, delle volte bisogna attender del tempo che va dalla mezz'ora all'ora, pasturando spesso e dall'esperienza che abbiamo, per aver successo con questi pesci dobbiamo creare della competizione alimentare fra loro, mandarli in frenesia e il nostro artificiale trovandosi nei paraggi muovendosi lentamente crea lo stimolo ad attaccare. Come d'accordo con il Meni ci siamo dati appuntamento al lago alle 13,30 ci siamo collocati a fine lato dx visto che la spiaggietta era già occupata, non molti pescatori, giornata nuvolosa con tendenza alla pioggia in nottata, ideale per noi , con un venticello alle spalle a favore di lancio, la prima cosa che abbiamo fatto è stato, pasturare con il pellet in modo che i ciprinidi si avvicinassero , poi con la dovuta calma abbiamo "montato" la canne. Il Meni era su di giri per i nuovi artificiali fatti il giorno prima ed era impaziente per provarli.
I due streamer del Meni simili a quelli di Mauro Borselli Artificiali fatti per il pescegatto americano, per i lucci e sopratutto per il siluro. Il suo mentore è Mauro Borselli, uno dei più grandi pescatori e innovatori della pesca a mosca, autore di libri e di oltre cento articoli pubblicati nelle riviste di settore. Nato a Padova, laureato in giurisprudenza, svolge l’attività di libero professionista civilista presso il proprio studio legale. Autodidatta, pesca a mosca dall’età di 16 anni e fin dall’inizio si è specializzato nella costruzione di artificiali realistici e di pura fantasia, che realizzava con materiali di origine naturale e sintetica. Attualmente, collabora anche sia col canale tematico “Caccia e Pesca” di Sky in specifiche trasmissioni che hanno ad oggetto questa tecnica e la costruzione delle relative esche artificiali, sia come la “Reel Vdeo” di Angelo Piller, col quale ha realizzato varie puntate aventi ad oggetto la pesca a mosca “alternativa”. In particolare la sua specializzazione verte sulla realizzazione di particolari “streamer” snodabili, spesso componibili e dotati di movimento, rivolti prettamente ai grossi predatori. I due nuovi "streamer" snodabili del Meni ricopiavano in gran parte quelli del suo maestro con l'aggiunta di qualche modifica personale. Fatto un paio di lanci con questi contento per l'ottima azione che hanno avuto in acqua siam passati alla pesca vera e propria per le carpe. In mattinata avevo costruito una mezza fly box di artificiali tratti da un sito francese e la curiosità nel provarli era tanta, il Meni lui andava sul sicuro, legava al tip una imitazione rossa di larva di chironomo.
Larve e ninfe di Chironomo Il mio primo pesce, un gatto americano di discrete dimensioni, catturato con una ninfa bianca con bead gialla in ottone.
Pesce Gatto
Ecco la ninfa bianca in risalto nella pelle scura del pesce gatto Poco dopo il Meni un bellissima carpa, contemporaneamente agganciavo anch'io una carpa delle stesse dimensioni, le abbiamo chiamate le gemelle Kessler (foto d'obbligo).
Il Meni in tiro
Il sottoscritto pure
Ecco le gemelle Kessler
Bella cattura del Meni......... meno il fotografo(io)
Buona la mia raina così pure il fotografo(Meni) Le catture si susseguivano una dietro all'altra con un buon ritmo, quando nella zona del Meni un amur a pochi metri dalla riva si stava cibando in superficie di crocchette per cani(sono galleggianti) che minuti prima avevamo lanciato in acqua per creare attività in superficie. Con un colpo di genio il mio compagno di merende sostituì la sua ninfa con un "Norio"(mosca grossa tipo palmer in cul de canard) di color tabacco e con un lancio perfetto lo posò a mezzo metro del pesce e nella fase di recupero l'artificiale si inabissò di pochi centimetri dalla superficie e questa azione creo l'attacco del pesce. Una lotta di oltre venti minuti , ben tre volte l'ho mancato con il guadino, questo pesce è un bastardo, nel recupero si avvicina alla riva, ma quando si accorge del guadino scatena una lotta davvero impegnativa, ma alla fine sono riuscito a guadinarlo, foto e rilascio.
Dopo tre tentativi sono riuscito a guadinarlo
Il "Norio" distrutto dalla forza di questo bestione, l'artificiale è stato messo in posa per evidenziare il degrado.
Una meritata foto ricordo per una grande cattura.....Bravo Meni!!! A sorpresa verso il tardo pomeriggio gli amici nonchè pescatori a mosca Pier e Paolo, vennero a farci visita, anche per vedere il lago a loro sconosciuto. Di conseguenza gli abbiamo messo in mano le due canne e subito dopo tutti e due contemporaneamente agganciavano due belle carpe.
Paolo e Pier in tiro E così via fino alle 18,00 e poi per manifestata inferiorità di tenuta fisica abbiamo alzato bandiera bianca, stop......non ce la facevamo più, avevo il braccio dx che non riuscivo ad alzarlo e la schiena incominciava a dolermi così pure il Meni era davvero stanco. Mezza giornata trascorsa sotto sforzo ma con una soddisfazione enorme. Del lago che dire, solamente favoloso con pesci davvero notevoli..........alla prossima. Foto in particolare:
Il chironomo del Meni
La"mora" esca micidiale
"Tutti Frutti" notevole efficacia sotto il pelo dell'acqua
Il lago visto all'entrata